“Guerra e Arte” continuano a camminare insieme in questo periodo, tanto che l’artista ceco Václav Kudělka ha rivisitato i loghi delle aziende che hanno lasciato la Russia, immaginando le loro frasi contro il Presidente russo Vladimir Putin.
I loghi di Václav Kudělka dedicati alle aziende che hanno lasciato la Russia
Non solo sanzioni, nella guerra Russia-Ucraina scendono in campo anche i grandi brand multinazionali che per dissenso alle operazioni del Presidente della Russia, Vladimir Putin, hanno scelto di abbandonare il Paese.
E così, anche l’arte, che è sempre presente, vede un artista ceco, Václav Kudělka, pubblicare ben 16 nuovi loghi rivisitati di queste aziende contro Putin, immaginando cosa direbbero se potessero parlare.
Ecco come Kudělka descrive le sue opere:
“I grandi marchi stanno boicottando/abbandonando il mercato russo per esprimere opposizione alle azioni di Putin verso l’Ucraina. Così ho creato una serie di modifiche, cosa direbbero i loro loghi se potessero parlare”
E quindi, tra i tanti, Netflix diventerebbe Nyetflix, McDonald’s cambierebbe il suo slogan da “I’m lovin it” in “I’m leavin’ it”(ti sto lasciando), VISA invece aggiungerebbe un “Hasta la VISA”, Adidas si trasformerebbe in Adios, Ebay in Ebye, FedEx in FedExit e il famigerato Amazon diventerebbe Amazoff.
Guerra e Arte: l’Ucraina e la nuova collezione NFT dedicata alla guerra
Una settimana fa, il viceministro della trasformazione digitale dell’Ucraina, Alex Bornyakov avrebbe affermato di voler lanciare una nuova collezione NFT dedicata alla guerra contro la Russia.
In questo caso, la collezione avrebbe lo scopo di essere un museo della guerra russo-ucraina, ma anche un sistema di trasferimento di fondi da donatori esterni ai paesi in guerra come l’Ucraina.
Lasciare una traccia indelebile di quello che la popolazione ucraina sta vivendo, in formato di Non-Fungible Token o NFT Art, collegati ad opere d’arte digitali uniche.
Ovviamente, Bornyakov ha anche affermato che la collezione non sarà disponibile nel breve periodo, perché ci vorrà tempo per preparare tutto. E chissà che con le vendite all’asta della collezione, l’Ucraina riuscirà a raccogliere ulteriori fondi da usare anche per la ricostruzione dopo la fine del conflitto.