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Chainalysis, 14 miliardi di dollari riciclati in Bitcoin e altre crypto

Secondo un rapporto di Chainalysis, la società di dati blockchain, i criminali stanno continuando ad usare il Bitcoin per i loro traffici.

Chainalysis, Bitcoin va a braccetto con la criminalità

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Insieme all’espansione del settore DeFi ed NFT cresce anche l’utilizzo improprio e criminale di Bitcoin e crypto

I criminali sembrano continuare a preferire sempre più le criptovalute, Bitcoin, Ethereum e Monero soprattutto. Questi almeno sono le risultanze di una ricerca condotta da Chainalysis che ha certificato come nel 2021 i criminali avrebbero ricevuto circa 14 miliardi di dollari in criptovalute.

Il rapporto rileva come:

“Mentre miliardi di dollari di criptovaluta si spostano ogni anno da indirizzi illeciti, la maggior parte finisce in un gruppo sorprendentemente piccolo di servizi, molti dei quali sembrano costruiti appositamente per il riciclaggio di denaro.”

Nello stesso tempo il report certifica anche come l’utilizzo delle criptovalute stia crescendo più velocemente che mai. Di tutte le criptovalute monitorate da Chainalysis, il volume totale delle transazioni è cresciuto fino a $15,8 trilioni nel 2021, con un aumento del 567% rispetto ai totali del 2020. 

Ed è perciò conseguenza quasi naturale che sempre più criminali informatici le utilizzino sempre di più per i loro traffici illegali. Quello che invece ha sorpreso gli analisti di Chainalysis è che l’aumento sia stato del 79%, una percentuale molto più bassa rispetto a quella riferita all’aumento registrato nell’adozione delle criptovalute in generale.

Le transazioni illecite sono meno dell’1% del totale

Le transazioni che coinvolgono indirizzi illeciti rappresentavano solo lo 0,15% del volume delle transazioni di criptovaluta nel 2021, nonostante il valore grezzo del volume delle transazioni illecite abbia raggiunto il livello più alto di sempre. 

Chainalysis fa notare come se si eccettua il 2019 in cui fu registrata effettivamente un utilizzo anomalo da parte dei criminali delle criptovalute, nel 2020 e nel 2021 l’uso criminale delle criptovalute continua a rappresentare una parte molto ridotta di tutto l’ecosistema. 

Resta comunque il dato dei 14 miliardi di dollari che è comunque una cifra effettivamente alta e che riguarda sia hacker, sia truffe e sia riciclaggio da parte di grandi organizzazioni criminali, come i narcos colombiani e messicani o la ndrangheta calabrese. 

A tal proposito un recente rapporto del CeSI (Centro Studi Internazionali) spiega che, nell’ambito delle criptovalute:

“La peculiarità criminale della ‘ndrangheta di riciclare e mascherare i propri proventi illeciti infiltrandosi e sfruttando business apparentemente legittimi ha consentito l’evoluzione di un ecosistema di riciclaggio talmente sofisticato da aver introdotto anche degli esperimenti con le criptovalute, confermando le elevate competenze in ambito finanziario e tecnologico dei suoi affiliati. 

La ‘ndrangheta, infatti, si colloca come nodo centrale della potenziale rete dello sfruttamento degli strumenti forniti dal FinTech (gli strumenti tecnologici forniti dall’innovazione finanziaria, ndr) acquisendo, anche in questo settore, il ruolo di pioniere tra le organizzazioni criminali internazionali.”

L’interesse per Monero da parte dei criminali

Il rapporto evidenzia come nell’ultimo anno ci sia stato un grande aumento di utilizzo della moneta Monero rispetto anche a Bitcoin da parte delle organizzazioni criminali, grazie alle sue caratteristiche che permettono transazioni sicure anonime e difficilmente tracciabili.

Il direttore della Dia Maurizio Vallone, in una sua recente audizione davanti alla Commissione parlamentare antimafia, ha affermato:

“A testimonianza dell’interesse delle consorterie criminali alle più moderne tecnologie e in particolare a tutti gli strumenti che permettono un rapido e invisibile passaggio di denaro si evidenzia il loro ricorso a pagamenti effettuati con criptovalute quali i Bitcoin e più recentemente i Monero che non consentono il tracciamento e sfuggono al monitoraggio bancario.”

La crescita di NFT e DeFi

Infine, il rapporto Chainalysis spiega come la grande crescita di DeFi e NFT abbia sicuramente favorito il proliferare del loro utilizzo da parte dei criminali di mezzo mondo, soprattutto per quanto riguarda le truffe e i cosiddetti progetti scam. 

Inoltre, la DeFi è diventata anche il terreno fertile per il furto di criptovalute, cresciuto del 516% rispetto al 2020 con circa 3,2 miliardi di dollari di criptovaluta rubate e, circa 2,3 miliardi di dollari di quei fondi, il 72% del totale del 2021, sono stati rubati dai protocolli DeFi.

Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo è genovese di nascita ma milanese di adozione. E' laureato in scienze politiche. E' un giornalista, blogger, scrittore, esperto di marketing e digital advertising. Dopo una lunga esperienza nel marketing tradizionale, comincia attività con il web e il digital advertising nel 2011 fondando una società Le enfants. Da sempre appassionato di web e innovazione, nel 2018 approfondisce le tematiche legate alla blockchain e alle criptovalute. Trader indipendente in criptovalute dal marzo 2018, collabora con aziende del settore come content marketing specialist. Nel suo blog. mediateccando.blogspot.com, da tempo si occupa soprattutto di blockchain, che considera come la più grande innovazione tecnologia dopo Internet. A novembre è prevista l'uscita del suo primo libro sulla blockchain e il fintech.
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