Ad oltre un decennio dall’uscita del Bitcoin, il report di Ripple cerca di analizzare i rapporti esistenti tra crypto e sistemi finanziari tradizionali.
Summary
Il report di Ripple sulla connessione tra criptovalute e finanza tradizionale

Nel report, gli analisti della società hanno cercato di evidenziare quali sono state fino ad ora le relazioni tra il sistema delle valute digitali e quello della finanza tradizionale.
Una delle conclusioni messe in luce dal report è la seguente:
“Oltre un decennio dopo, l’adozione di criptovalute è aumentata vertiginosamente, ma questi strumenti finanziari non tradizionali non hanno sostituito il sistema bancario tradizionale”.
La ricerca ha evidenziato come ci siano circa 65 milioni di americani che già possiedono o sono comunque interessati al mondo delle criptovalute e che vorrebbero effettuare transazioni in asset digitali attraverso la propria banca tradizionale.
Gli esperti di Ripple spiegano a riguardo:
“Le banche e altri intermediari tradizionali hanno mostrato interesse a costruire capacità per soddisfare la domanda dimostrata di asset crittografici oggi e posizionarsi per un futuro in cui le risorse digitali potrebbero diventare elementi costitutivi più importanti della infrastruttura del mercato finanziario. Ma nonostante esprimano il loro interesse, le offerte di criptovalute dalla maggior parte delle banche rimangono estremamente limitate sia per portata che per dimensione”.
L’analisi dei dati che appaiono nel report
Secondo i dati raccolti, nel mondo ci sarebbero già oltre 300 milioni di persone che posseggono criptovalute. La stragrande maggioranza è rappresentata da clientela retail. Questi numeri sono raddoppiati ogni anno negli ultimi sei anni. Basti pensare che nel 2016 i possessori di criptovalute risultavano essere appena 5 milioni.
Geograficamente, questa adozione non è distribuita uniformemente a livello globale, ma è comunque ampiamente distribuita. I paesi con il maggior numero di utenti sono l’India, con circa 100 milioni di persone, gli Stati Uniti con oltre 27 milioni, seguiti da Russia, Nigeria e Brasile.
Le cinque maggiori popolazioni di proprietari di criptovalute risultano essere divise in cinque continenti diversi.
Per quanto riguarda la composizione degli investitori in crypto per la stragrande maggioranza risultano appartenenti al segmento retail. Gli investitori istituzionali stanno emergendo solo ora, grazie anche ai nuovi strumenti finanziari, come gli ETF in Bitcoin. Recentemente sono stati quotati anche alla borsa di Chicago, il più grande mercato per i contratti future al mondo.
Solo nel 2021, fondi di venture capital hanno investito $31 miliardi in startups crypto.
I numeri nel settore della DeFi
L’analisi di Ripple tocca anche il mondo della DeFi. Viene considerato ancora abbastanza limitato in termini di numeri, con circa 150 miliardi di valore complessivo bloccato (TVL).
Nel report si legge che:
“Stimiamo ci siano attualmente $150 miliardi di valore totale bloccato nei migliori contratti DeFi. Nonostante le tariffe interessanti e la capacità di accettare crypto asset come garanzia, la DeFi rimane oggi relativamente piccola. Il motivo per cui la maggior parte dei 300 milioni di proprietari di criptovalute ad oggi non utilizza la DeFi potrebbe essere dovuto alla sua incovenienza e complessità della gestione dei portafogli self-custodial”.
Infine, il report di Ripple si sofferma sulla delicata questione della regolamentazione di questi asset digitali, cosa di cui si sta discutendo da mesi un po’ in tutti i Paesi del mondo.
La conclusione a cui arriva il report è la seguente:
“Se i regolamenti rimangono come sono o diventano più permissivi, gli intermediari tradizionali possono diventare il gateway principale per le criptovalute, in particolare per il caso d’uso dominante dell’acquisto e della vendita di questi asset. Gli intermediari tradizionali hanno grandi basi di clienti fedeli con segmenti che potrebbero essere interessati alle criptovalute e che preferiscono accedervi attraverso la comodità e la sicurezza del loro rapporto bancario esistente”.