L’ultimo bollettino Usa sull’inflazione ha mostrato il primo dato incoraggiante con un primo timido segnale di rallentamento della stessa negli Usa.
L’inflazione riporta dati ancora alti
Il dato di luglio ha evidenziato un inflazione nella prima economia mondiale in crescita al+8,5%, in calo rispetto al +8,7% previsto. Il dato è in calo rispetto al +9,1% precedente. Il dato ha ridotto sia i rischi di recessione degli Usa e sia quelli di un ulteriore intervento della Fed, dopo i tre rialzi consecutivi dello 0,75%. Ma questo primo dato non risolve del tutto i timori che il problema dell’inflazione non ritorni a breve a far sentire i suoi effetti sull’economia.
A dirlo sono anche gli esperti del centro studi ed analisi della Banca d’affari americana Jp Morgan, che hanno analizzato il rendimento dell’inflazione attuale e le ipotesi del suo andamento nei prossimi mesi.
Per quanto riguarda i dati di Luglio nel report la banca d’affari spiega i principali motivi di questo rallentamento:
“ Il calo dei prezzi del petrolio e della benzina ha avuto un grande impatto. I prezzi alla pompa sono diminuiti per 57 giorni consecutivi e la media nazionale è inferiore a $ 4 per gallone per la prima volta dall’inizio di marzo. Complessivamente i costi del carburante sono diminuiti del 7,6% sul mese. Anche la riduzione dei costi del carburante ha dato ai viaggiatori un po’ di sollievo. Le tariffe aeree sono diminuite del 7,8%.”
si legge nel lungo report della Banca.
Inoltre il dato del CPI (consumer Price index) denota come i prezzi potrebbero aver raggiunto il loro picco nel mese di giugno. Inoltre sembra che anche l’aumento dei salari potrebbe aver raggiunto un suo picco e cominci a dare segnali di raffreddamento.
“Anche se tutto questo è incoraggiante, non siamo fuori dal bosco dell’inflazione. I prezzi sono ancora molto più alti rispetto a un anno fa e l’inflazione core dello 0,3% al mese implica ancora un ritmo annuale di inflazione ben al di sopra dell’obiettivo della Federal Reserve di circa il 2%. I costi delle abitazioni hanno continuato a crescere e probabilmente lo faranno ancora per un po’. I prezzi dei generi alimentari sono aumentati dell’1,1% a luglio e ora sono quasi l’11% più alti rispetto all’anno scorso, ponendo un peso per molte famiglie.”
spiegano gli esperti di Jp Morgan.
Inoltre sulla base di questi dati la banca prevede nuovi interventi della Fed, che potrebbero anche avvenire nelle prossime riunione della Banca centrale. Dal canto loro i mercati sembrano aver reagito positivamente a questi dati sull’inflazione, considerando che
“l’S&P 500 ha continuato il suo rally dai minimi di giugno, la curva dei rendimenti dei Treasury si è accentuata e gli spread creditizi sia high yield che investment grade si sono ridotti.”