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Fed: è necessario regolamentare DeFi e stablecoin

Ieri il Presidente della banca centrale statunitense (FED), Jerome Powell, ha affermato di ritenere ormai necessario regolamentare le criptovalute e le stablecoin. 

Secondo la FED, le stablecoin hanno bisogno di un regolamento

Ieri è stato anche un giorno difficile per i mercati crypto, con il prezzo di Bitcoin sceso da 20.200$ a 18.900$. Sebbene la discesa sia avvenuta qualche ora dopo le parole di Powell, quindi non causata da queste affermazioni, è possibile che le esternazioni del Presidente della Fed abbiano contribuito a favorire la pressione di vendita. 

Intervenendo ad una tavola rotonda sulla finanza digitale ospitata da Banque de France

Powell ha detto che la DeFi soffre di problemi strutturali significativi, ma che questa situazione non persisterà a tempo indefinito. Ha poi aggiunto: 

“C’è una reale necessità di una regolamentazione più appropriata, in modo che man mano che la DeFi si espande e inizia a toccare più clienti retail e cose del genere, sia in atto una regolamentazione appropriata”.

Visto che l’incontro di Banque de France, che è la banca centrale francese, era proprio dedicato alla nuova finanza digitale, Powell non si è limitato a parlare di DeFi. 

Infatti ha parlato anche di stablecoin, affermando che secondo lui anche queste hanno bisogno di regolamentazione, in particolare per garantire che abbiano riserve sufficienti per soddisfare i riscatti 1:1. 

Ha poi anche aggiunto che la Fed sta ancora decidendo sull’ipotesi di sviluppare una sua valuta digitale, ma che non prevede di decidere a riguardo ancora per un po’ di tempo.

Quindi la questione dell’eventuale dollaro digitale sembra momentaneamente accantonata, mentre sono invece attuali le questioni legate alla DeFi ed alle stablecoin. 

D’altronde nel corso del 2022 i principali problemi al settore crypto sono stati causati proprio da stablecoin e DeFi, soprattutto a causa dell’implosione dell’ecosistema Terra. 

Curiosamente, ma non a caso, Powell ieri non ha detto nulla sull’eventualità di normare l’utilizzo di criptovalute come Bitcoin o Ethereum come mezzi di pagamento, forse perché non ritiene questa una questione urgente. 

La “reale necessità” di regolamentare la DeFi a cui ha fatto cenno il Presidente della Fed sembra invece proprio un’urgenza, probabilmente perché si ritiene possibile il rischio di altre situazioni simili. 

La finanza tradizionale non è completamente scevra da questi rischi, ma nel corso dei decenni sono state emesse molte leggi e norme che limitano molto tali rischi. In particolare si è cercato di impedire che sul mercato venissero proposte offerte di investimento senza sapere in anticipo chi fossero i responsabili in caso di problemi o fallimento. 

Regolamentare la DeFi sarà un problema

Invece in ambito DeFi è il contrario, ovvero spesso è difficile sapere realmente chi ci sia dietro un protocollo decentralizzato che offre rendimenti. Inoltre anche in casi come quello di Terra, dove era ben nota l’identità del fondatore, non è facile sapere in anticipo quali responsabilità abbiano davanti alla legge coloro che propongono rendimenti. 

Probabilmente ormai anche a livello istituzionale inizia ad emergere, e ad essere ben compresa, la differenza che c’è tra token di pagamento, come BTC, e token che promettono rendimenti. Va tuttavia evidenziato come ETH di recente è passato da token di pagamento a token che consente di ottenere rendimenti con lo staking, quindi è diventato borderline da questo punti di vista. 

Sembra proprio che la regolamentazione a cui ha fatto riferimento Powell non si riferisca affatto all’utilizzo comune di criptovalute come Bitcoin come mezzi di pagamento, ma invece abbia strettamente a che fare con gli investimenti crypto che promettono guadagni o rendimenti. Bitcoin invece non promette nulla. 

A questo punto però l’attenzione si sposta su come effettivamente verrà deciso di normare queste nuove tipologie di investimento, e soprattutto cosa si potrà realmente e concretamente fare, dato che sui protocolli decentralizzati P2P è difficilissimo poter intervenire per uno Stato. 

Va ricordato che negli USA, così come nella stragrande maggioranza degli Stati avanzati, è illecito proporre ai clienti retail investimenti in security non registrate. Ci sono diverse criptovalute che potrebbero rientrare in questa definizione, perchè il famoso Howey test con cui si identificano i contratti di investimento, ovvero le security, le definisce come investimenti di denaro con una ragionevole aspettativa di ottenere profitti grazie a sforzi altrui. 

Persino chi affida i propri ETH al gestore di un nodo affinché quest’ultimo li faccia fruttare con lo staking potrebbe rientrare in questa casistica di investimento in denaro per ottenere guadagni in denaro derivanti solo da sforzi altrui. 

Questa logica potrebbe valere anche per moltissimi protocolli DeFi che promettono rendimenti finanziari a chi si limita a depositare fondi su uno smart contract sperando che gli altri utenti o lo smart contract stesso gli procurino guadagni. 

Quindi la questione della regolamentazione della DeFi, ma anche dello staking, sembra davvero fondamentale per il futuro del settore crypto, soprattutto se dovesse decidere di muoversi in tal senso un colosso come gli USA. 

La Fed non sembra avere i titoli per poter legiferare in materia, mentre il Congresso sembra intenzionato a lasciare il controllo del mercato a SEC e CFTC, la prima per le security, la seconda per le commodity. Le criptovalute come Bitcoin rientrano nelle commodity, ed a quanto pare anche ETH, ma ad esempio per quanto riguarda lo staking in questo momento non è ancora del tutto chiaro. 

In merito alle stablecoin invece Powell ha solo affermato che sarebbe necessario imporre per legge che siano coperte al 100% in modo da renderle scambiabili con il sottostante in qualsiasi momento in un rapporto 1:1. 

Quindi per quanto riguarda le stablecoin la situazione sembra meno complessa e forse più facile da regolamentare. Inoltre a dire il vero sembra che una regolamentazione in tal senso non potrebbe fare altro che bene, qualora si limitasse a ciò. 

Le stablecoin senza adeguate coperture, ovvero quelle algoritmiche, a questo punto potrebbero esistere solo come risultato dell’attività di smart contract realmente decentralizzati, ovvero che non prevedono che vi sia un soggetto emittente oltre allo smart contract stesso. Una stablecoin come UST, con alle spalle il Luna Foundation Guard gestito da un team di persone, potrebbe non essere più a norma di legge qualora si legiferare in tal senso. 

L’eventuale regolamentazione della DeFi invece sarebbe molto più difficile e complessa, tanto che a dirla tutta fino ad ora sembra che nessuno ci abbia ancora voluto provare. Per Powell e la Fed è facile chiedere che venga regolamentata, perchè non sono loro a doverlo fare. 

È compito del governo stabilire le regole

Negli USA toccherà al governo o al Congresso stabilire come eventualmente regolamentare questo complesso apparato fatto spesso di smart contract non gestiti da imprese registrate o persone di cui è nota l’identità. Oltretutto nel corso degli ultimi anni molti politici statunitensi, ma anche esteri, hanno dimostrato di non essere ancora in grado di comprendere bene il reale funzionamento di queste nuove tecnologie, quindi è piuttosto raro trovare politici in grado di legiferare in tal senso. 

Un tentativo concreto è già stato fatto, ovvero il Responsible Financial Innovation Act delle senatrici Lummis e Gillibrand, ma per quanto Lummis e Gillibrand siano delle buone conoscitrici del settore crypto, non riguarda la DeFi. 

Quindi a prescindere dalla richiesta di Powell che denota una certa urgenza, allo stato attuale è difficile immaginare che governo o Congresso USA possano realmente intervenire in breve tempo in materia. Potrebbero farlo in merito alle stablecoin, dato che la politica USA già da tempo discute della necessità di renderle legalmente obbligate ad essere coperte, ma per quanto riguarda la DeFi sembrano essere davvero in alto mare. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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