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Robinhood e la causa per sessismo

Robinhood è stata denunciata a giugno per sessismo. Lo riferisce Bloomberg che rivela, però, anche che il giudice per ora sembra dare ragione alla società, e non alla querelante. 

Robinhood viene accusata di sessismo

La querelante è l’ex Engineering Manager di Robinhood, Ayse Naz Erkan, ed il caso (Erkan vs. Robinhood Markets Inc) è il numero CGC22600149 della California Superior Court di San Francisco).

Erkan ha accusato la società di non averle dato una promozione perchè si era lamentata del fatto che il suo dipartimento era dominato dagli uomini. Inoltre ha dichiarato di essere stata licenziata il giorno in cui è tornata da un viaggio in India, dove andò per prendersi cura della madre morente. 

Afferma anche che in precedenza invece era stata salutata una sorta di “supereroe” per aver aiutato a salvare l’azienda da un possibile tracollo dovuto alla frenesia degli scambi delle “azioni meme” ad inizio 2021. 

Di fatto si tratterebbe, secondo la querelante, di un accusa di sessismo, tanto che non solo ha citato in giudizio la società ed il suo ex supervisore chiedendo il pagamento dei danni, ma chiedendo anche un’ingiunzione del tribunale per vietare che la società potesse procedere con ulteriori discriminazioni di questo tipo. 

Gli avvocati di Erkan hanno accusato Robinhood di aver violato l’Ending Forced Arbitration of Sexual Assault and Sexual Harassment Act del 2021, entrato in vigore tre mesi prima della querela. 

Il problema è che, come ha rilevato la società, questa legge sarebbe inapplicabile perché la controversia risulta essere avvenuta prima dell’approvazione della legge stessa. 

Non si tratta infatti di una legge che punisce le molestie sessuali vere e proprie, perché una legge tale negli USA esiste già da molto tempo. Si tratta invece di una nuova legge che mira a punire “comportamenti sessualmente inappropriati”. 

Nel caso di Ayse Naz Erkan le accuse rivolte alla società non sono di molestie sessuali, ma per l’appunto di discriminazione sessista, e visto che tali accuse si riferiscono a fatti avvenuti prima dell’entrata in vigore di questa legge il giudice sembra volerle respingere. 

Inoltre, il giudice di San Francisco che sta trattando il caso, Richard Ulmer, ha dovuto prendere in considerazione anche il fatto che nel suo contratto di assunzione aveva firmato una rinuncia al diritto di citare in giudizio la società. Per questo motivo lo stesso giudice ha emesso una sentenza provvisoria che richiede alla querelante di procedere con un arbitrato privato con Robinhood. 

Quindi, sembra proprio che la società possa riuscire a respingere queste accuse, a prescindere dal fatto che gli avvenimenti citati da Erkan siano effettivamente avvenuti, ed a prescindere anche dal fatto che ad oggi tali comportamenti potrebbero violare le norme attualmente in vigore. 

L’ingegnere era arrivata addirittura ad accusare la società di “cultura tossica di pregiudizi di genere”, ed a questo punto la causa in corso molto probabilmente non arriverà fino in fondo per dimostrare se questa accusa sia vera o falsa. 

In realtà non solo la causa è ancora in corso, ma gli avvocati di Erkan sembrano comunque essere intenzionati ad andare avanti lo stesso. Rimane però il fatto che se il giudice Ulmer si opporrà sarà molto difficile che ottengano qualcosa di diverso dall’arbitrato privato con la società. 

Le sfide che Robinhood sta affrontando

Il 2021 è stato un anno movimentato per Robinhood, a cui ha fatto seguito un 2022 decisamente difficile. 

Infatti già ad agosto dell’anno scorso sono iniziati i primi problemi in Borsa per le sue azioni. 

Tra ottobre e novembre, ovvero in piena bullrun crypto, il crollo è proseguito, fino a gennaio 2022. A quel punto è iniziata una lunga agonia costituita da una lateralizzazione discendente che non ha ancora consentito loro di rialzarsi. 

Il prezzo attuale è addirittura dell’88% inferiore al massimo toccato ad inizio agosto 2021, anche perchè da allora praticamente non ha fatto altro che scendere. Ad esempio nel solo 2022 la perdita è stata del 45%. 

Sebbene il massimo di 85$ fu toccato in un evidente momento di eccessiva euforia, anche il prezzo di collocamento di 38$ di fine luglio 2021 ad oggi sembra decisamente eccessivo, dato che a meno di un anno e mezzo di distanza il prezzo è ora inferiore ai 10$. Rispetto al prezzo di collocamento, quello attuale è inferiore del 74%

Si può pertanto affermare che la quotazione in borsa delle società del 2021 si è rivelata essere un totale fallimento per ora, anche se di sicuro qualcuno ci ha guadagnato vendendo allora a quei prezzi. 

Il 2021 sui mercati finanziari è stato un anno folle, con quotazioni folli, così come dimostra quel 38$ di prezzo di collocamento di Robinhood schizzato ad 85$ in una sola settimana, per poi iniziare immediatamente un crollo che nel giro di un mese aveva già bruciato tutti i guadagni. 

Non è un caso che la società già da mesi abbia iniziato un poderoso piano di licenziamenti, culminato ad agosto di quest’anno con il licenziamento di quasi un quarto del personale. 

La causa intentata da Ayse Naz Erkan probabilmente non ha avuto alcun ruolo significativo in tutto ciò, ma è sintomo di una situazione aziendale probabilmente molto difficile. Invece l’altra causa in corso, ovvero quella per manipolazione del mercato, potrebbe avere conseguenze potenzialmente anche molto negative, qualora venisse dimostrata una qualche responsabilità dell’azienda nella bolla speculativa gonfiatasi sul titolo Gamestop ad inizio 2021. 

Oltretutto probabilmente i guai della società sono una conseguenza proprio dello scoppio della stessa bolla speculativa del 2021, anche qualora non avessero alcuna responsabilità a riguardo. 

Se ad inizio novembre 2021, quando ci fu il picco della bolla speculativa sulle criptovalute, il titolo Robinhood in borsa valeva ancora circa 37$, perfettamente in linea con il prezzo iniziale di collocamento, a fine novembre era già sceso a 25$. Da quel punto in poi ha seguito una discesa molto simile a quella seguita ad esempio dal prezzo di Bitcoin. 

Aggiungendo a tutto ciò i problemi giudiziari, e forse un ambiente di lavoro non particolarmente felice, non stupisce affatto che la società stia avendo problemi seri. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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