HomeCriptovaluteEthereumEthereum: bruciati 4,6 miliardi di dollari di ETH

Ethereum: bruciati 4,6 miliardi di dollari di ETH

Da quando è stato attivato l’aggiornamento London di Ethereum sono stati bruciati più di 2,8 milioni di ETH. 

Lo rivela la pagina burn di beaconcha.in, secondo cui fino ad oggi sono stati bruciati complessivamente 2.847.802,9 ETH. Ai prezzi odierni il loro controvalore in dollari è superiore ai 4,6 miliardi. 

Gli aggiornamenti di Ethereum

Il fork London è avvenuto il 5 agosto del 2021, ed ha introdotto la EIP-1559 che prevede il burn di alcuni degli ETH pagati come fee su ogni transazione. 

L’obiettivo era quello di rendere Ethereum deflattivo, ed in effetti questo è proprio ciò che è accaduto. 

Infatti, dal Merge di settembre 2022 la circulating supply di Ethereum è scesa di 2.600 ETH, secondo ultrasound.money.

Lo si vede bene su Etherscan: se fino ad agosto 2021 la circulating supply era in forte e costante aumento, con l’aggiornamento London ha iniziato a crescere in modo molto più contenuto. Inoltre dopo il passaggio a Proof-of-Stake di settembre 2022 ha iniziato addirittura a ridursi. 

Negli ultimi 130 giorni si è ridotta di meno dello 0,1%, ma se non altro non è aumentata. In genere l’inflazione della massa monetaria riduce il valore reale delle monete, pertanto l’importante sarebbe che non aumenti, o che aumenti di pochissimo. 

Esaminando invece gli ultimi 365 giorni, la supply di ETH è aumentata del 2%, ma solo perchè per quasi i due terzi di questo periodo Ethereum era ancora basato su Proof-of-Work. 

Il passaggio a PoS di Ethereum (ETH)

In particolare il passaggio a PoS ha permesso di ridurre drasticamente il numero di nuovi ETH che vengono emessi ad ogni nuovo blocco, perchè è stato eliminato il mining. 

Il mining, che funziona solo con PoW, ha costi elevati, quindi per essere mantenuto ha di fatto bisogno di essere ben remunerato. Fintanto che Ethereum è stato basato su PoW era di fatto necessario emettere un quantitativo di ETH superiore a quello bruciato. 

Se prima di agosto 2021 Ethereum era basato su PoW e non aveva burn delle fee, in un primo momento da agosto 2021 fino a settembre 2022 ha continuato ad essere basato su PoW, ma con il burn delle fee. In quei tredici mesi la circulating supply ha continuato ad aumentare, sebbene in percentuale inferiore rispetto al passato. 

Ma a partire da settembre 2022, con il passaggio a PoS e la fine del mining di ETH, non è stato più necessario emettere grandi quantità di nuovi ETH per pagare a sufficienza i miner, e questo ha consentito di ridurre la creazione di ETH fino ad un livello inferiore a quella degli ETH bruciati con le fee. 

Il risultato è stata una riduzione della circulating supply, anche se per poterla misurare ed apprezzare in pieno sarà necessario attendere settembre di quest’anno, ovvero dodici mesi a partire dal passaggio a PoS. 

Il prezzo di Ethereum (ETH)

Quello che però stupisce, per ora, è che il prezzo di ETH nel frattempo non sia aumentato in modo significativo.

Infatti il prezzo attuale è sì superiore a quello di fine settembre 2022, ma inferiore rispetto a quello dei giorni appena precedenti il Merge, ovvero il passaggio a Proof-of-Stake avvenuto il 15 settembre 2022

In altre parole dopo il Merge è sceso, per poi scendere ulteriormente a novembre a causa del fallimento di FTX, e per ora non è ancora riuscito a tornare ai livelli pre-Merge. 

Da notare invece che da agosto 2021 fino a novembre dello stesso anno era salito parecchio (+80% fino al picco), per poi scendere per più di sei mesi. 

Il prezzo attuale è più del 40% inferiore a quello del momento in cui è stato introdotto l’aggiornamento London, e del 15% inferiore rispetto a quello del momento in cui è avvenuto il Merge. 

Questo significa che sul breve e medio periodo ad incidere maggiormente sul prezzo non sono le politiche monetarie, ma i trend dei mercati. In altre parole sia l’aggiornamento London che il Merge non hanno avuto alcun impatto significativo sul prezzo sul medio termine, ma potrebbero averlo sul lungo periodo. 

Interessante però sia il fatto che il minimo del 2022 ETH lo ha toccato prima del Merge, e non a novembre con il crollo di FTX, e che il calo del bear market del precedente ciclo, nel 2018, fu del 95% mentre quello del 2022 è stato “solamente” dell’82%. 

Dato che invece ad esempio il prezzo di Bitcoin dopo giugno 2022 è sceso ancora, facendo segnare il minimo annuale a novembre, è possibile che il Merge ed il fatto che ETH da settembre 2022 sia diventato debolmente deflattivo abbia aiutato il prezzo a non scendere più sotto i minimi di giugno. 

Infatti da fine aprile a fine settembre 2022 il prezzo di ETH aveva perso poco più di quello di BTC, con un trend molto simile, mentre da ottobre in poi il trend è stato leggermente diverso. Nonostante ciò, da fine settembre 2022 ad oggi la dominance di Bitcoin è salita dal 37% al 41%, mentre quella di ETH è salita solo dal 16% al 18%. 

Per ora quindi l’andamento del prezzo di ETH segue ancora il trend generale del mercato crypto, a sua volta influenzato dall’andamento del prezzo di BTC, ma non è che detto che a lungo andare questa correlazione sia destinata necessariamente a perdurare. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
RELATED ARTICLES

MOST POPULARS

GoldBrick