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Messari: la domanda di sicurezza varia da crypto a crypto

Qualche giorno fa Messari ha pubblicato un report in cui analizza la domanda di sicurezza per quanto riguarda le crypto. 

L’analisi si basa su un precedente modello, Expected Demand for Security Model (EDSM), secondo cui il fattore chiave per il prezzo di un asset blockchain nativo sia proprio la domanda di sicurezza da parte di tutte le infrastrutture, le applicazioni, gli asset e gli utenti presenti e futuri sulla sua rete.

Secondo questo modello, altre metriche come valore totale bloccato (TVL), valore massimo estraibile (MEV), entrate, produttività, e narrativa sono utili ma in misura minore rispetto alla sicurezza. 

Tale modello prevede che la domanda di sicurezza cresca man mano che vengono sbloccati potenziali nuovi casi d’uso, creando quindi le opportunità per l’arrivo di nuovi utenti. 

L’impatto della sicurezza sul prezzo delle crypto secondo Messari

Questa domanda di sicurezza avrebbe un impatto sul valore di mercato degli asset nativi delle singole blockchain, ma il report pubblicato qualche giorno fa aggiunge che dipende dalle applicazioni, dall’utente che le utilizza, dall’asset stesso, dall’infrastruttura e dalla rete. 

Quindi non solo la domanda di sicurezza varia da crypto a crypto, ma influisce anche in modo differente sul prezzo a seconda della criptovaluta nativa che si prende in esame.

Analizzando nel dettaglio alcune specifiche criptovalute, il report di Messari giunge alla conclusione che Ethereum da questo punto di vista avrebbe un prezzo sottovalutato rispetto a quello di ecosistemi più giovani come Avalanche e Solana. 

Le criptovalute di questi progetti relativamente recenti avrebbero invece un prezzo più aggressivo grazie alla fase di crescita del loro ecosistema. 

Anche TRON in questo momento risulterebbe sottovalutato da questo punto di vista, dato che esiste ormai da diverso tempo ed ha ormai ampiamente dimostrato di funzionare bene. 

Quello che Messari sembra suggerire è che durante la prima fase di crescita di un progetto crypto il prezzo della sua criptovaluta nativa potrebbe risultare sopravvalutato, fino al momento in cui non abbia dimostrato di poter garantire elevati livelli di sicurezza. 

Sembra anche voler dire che questa potrebbe essere la principale dinamica che sta dietro l’andamento dei prezzi delle criptovalute native delle varie blockchain. Anzi, dato che le criptovalute che ormai hanno dimostrato nel corso del tempo di essere più sicure sembrano essere anche quelle più sottovalutate, è possibile che la nascita di nuovi progetti con conseguente sopravvalutazione delle loro criptovalute native possa in qualche modo drenare capitali da quelle esistenti da più tempo. 

Speculazione vs. investimento

Alla base di questo fenomeno ci potrebbe essere la speculazione. 

Infatti molti speculatori non sono interessati ad ottenere guadagni sul lungo periodo, ma sono invece più propensi a cercare il “colpaccio” investendo in progetti che hanno apparenti grandi potenzialità ma che non sono ancora esplosi. 

Quindi costoro tendono a preferire quelle criptovalute che potrebbero dare ritorni importanti soprattutto sul breve o medio periodo, dimenticandosi di quelle che invece ormai hanno già fatto il botto. 

Dato che i mercati crypto sono ancora molto speculativi, con più speculazione che investimenti veri e propri, il fenomeno risulta essere particolarmente significativo ed evidente. 

Ad esempio Solana nei mesi scorsi ha ampiamente dimostrato di avere livelli di sicurezza ancora molto distanti da quelli di progetti ormai consolidati come ad esempio Ethereum, ma il prezzo di SOL rimane di circa dieci volte superiore a quello pre-bolla. 

Invece il prezzo attuale di ETH è solamente di poco più di 4 volte superiore, e quello di Bitcoin addirittura meno di tre volte superiore. 

Vi sarebbe pertanto una diffusa sopravvalutazione del valore di mercato di criptovalute native di progetti che non hanno ancora dimostrato di essere sicuri, ed una sottovalutazione invece di quelli che ormai hanno ampiamente dimostrato di esserlo. 

La causa potrebbe essere la preferenza degli speculatori per progetti più nuovi e con maggiori potenzialità di crescita, rispetto a quelli ormai consolidati e con apparentemente minori probabilità di fare nuovi boom. 

D’altro canto però i progetti che non hanno ancora dimostrato di essere sicuri hanno inevitabilmente anche un livello di rischio elevato. 

Clamoroso è stato negli anni scorsi il caso di IOTA, sul cui progetto c’erano enormi aspettative, e che invece è poi precipitato nell’abisso proprio a causa di gravi problemi di sicurezza. 

Quindi gli speculatori tendono a preferire progetti più rischiosi perchè sperano di guadagnarci di più, ma non è chiaro se siano consapevoli dei rischi maggiori che corrono, oppure no. 

Le indicazioni di Messari

Nonostante ciò, il report di Messari suggerisce agli sviluppatori dei progetti crypto di  concentrarsi su applicazioni, sviluppo e, ovviamente, utenti, e non sulla speculazione. 

Infatti sul lungo periodo una eventuale carenza di sicurezza porta grossi problemi ai progetti crypto, dato che secondo Messari la sicurezza è un fattore determinante per il loro successo. 

La finalità dovrebbe essere quella di aumentare casi d’uso concreto, aumentano così anche la domanda di sicurezza che finirebbe per aggiungere valore al livello di base, ovvero alla criptovaluta nativa. Per questo suggerisce anche di lavorare onde ottenere una relazione armoniosa tra applicazioni, soluzioni layer 2 e livello 1. 

Messari: la sottovalutazione della sicurezza nell’analisi crypto

Osservando il sentiment sui mercati, la sicurezza invece non sembra essere una di quelle caratteristiche che viene presa maggiormente in considerazione dagli investitori, e soprattutto dagli speculatori. 

Molto però dipende dall’orizzonte temporale che investitori e speculatori si prefiggono come traguardo entro cui ottenere dei guadagni. 

Gli investitori sul lungo periodo valutano anche la sicurezza tra le caratteristiche che deve avere un progetto crypto per poter sopravvivere e prosperare. 

Agli speculatori invece non interessa la sopravvivenza sul lungo periodo, ma solo le banali performance di mercato sul breve o al massimo sul medio periodo. 

Essendo probabilmente gli speculatori la maggioranza sui mercati crypto, il sentiment riguardo la sicurezza non emerge come particolarmente rilevante, pur invece essendo la sicurezza stessa molto rilevante a lungo termine.

Va di nuovo citato il caso esemplare di IOTA, dato che i dubbi sulla sua sicurezza circolavano già da ben prima che avesse quei problemi seri che hanno affossato il progetto.

All’epoca tuttavia gli speculatori tendevano a disinteressarsi di questi rischi, nella speranza semplicemente che il prezzo ad un certo punto si impennasse così da vendere ed incassare plusvalenze. 

Così non è stato, e sia speculatori che investitori in MIOTA (la criptovaluta nativa di IOTA) ad un certo punto ci hanno perso. 

D’altro canto Messari suggerisce che anche per quanto riguarda le criptovalute ormai consolidate, come Ethereum, Tron o lo stesso Bitcoin, la sicurezza sia una caratteristica sottovalutata, dato che il loro valore di mercato risulta essere inferiore in proporzione a quello di progetti più giovani, come Avalanche o Solana, che da questo punto di vista hanno ancora tutto da dimostrare. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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