Secondo la banca BNY Mellon l’avanzata dell’alleanza BRICS non sarà sufficiente a destituire il dollaro americano (USD) dal ruolo di riserva valutaria globale.
Gli esperti dicono che l’aspetto tecnologico manterrà in auge la presenza del dollaro nell’economia mondiale e che difficilmente perderà l’attuale status dominante.
Nel frattempo, l’euro perde terreno nel settore del commercio globale ed il renmimbi cinese cresce come popolarità nei mercati finanziari.
Vediamo tutti i dettagli di seguito.
Summary
Secondo la banca BNY Mellon il dollaro (USD) riuscirà a mantenere il suo status di riserva globale anche di fronte alla minaccia BRICS
La nota banca di New York BNY Mellon, che gestisce un AUM di 1,8 trilioni di dollari, ha di recente tranquillizzato la popolazione americana affermando che la forte espansione del blocco BRICS non sarà sufficiente a detronizzare il dollaro (USD) dal ruolo di riserva mondiale.
In una nota pubblicata venerdì, l’istituto bancario ha espresso la propria perplessità nell’immaginare uno scenario futuro in cui il dollaro americano verrà rimpiazzato da una nuova valuta comune all’interno dell’alleanza tra Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa.
In particolare Bob Savage, responsabile della strategia di mercato di BNY Mellon, pensa che il fattore tech, dove gli USA sono dominanti, sarà la garanzia per il mantenimento dell’egemonia della valuta USD.
Queste le sue parole:
“Crediamo che il fattore più importante per l’utilizzo del dollaro nel prossimo decennio riguardi la tecnologia, in particolare i chip per computer di fascia alta.
È improbabile che l’USD perda presto il suo status di riserva globale… le nuove unioni valutarie dovrebbero guardare alla tecnologia o ai panieri verdi, piuttosto che a quelli basati sull’oro o sul carbonio”.
Nel frattempo due settimane fa i leader dei paesi BRICS hanno invitato 6 nuove nazioni all’interno del loro gruppo riservato: Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti rafforzano ancor di più il blocco anti-americano e mettono pressione al dollaro (USD).
In un recente meeting l’unione ha ricordato l’importanza dell’uso delle valute locali nel commercio internazionale e negli scambi finanziari in modo di accelerare il processo di de-dollarizzazione.
La nuova federazione internazionale vede crescere anche il peso delle esportazioni di materie prime come oro e petrolio, conquistando una grossa fetta di mercato.
Nel frattempo, però, si rischia di entrare in conflitto con la narrativa mondiale della transizione da combustibili fossili a fonti di energia rinnovabile.
In merito alla nascita del BRICS Robert F. Kennedy, candidato alle Presidenziali USA nonché sostenitore del protocollo Bitcoin, ha spiegato che nessun Paese voleva far parte dell’alleanza ma la militarizzazione del dollaro e la politica espansiva all’estero non hanno lasciato altra scelta agli orientali.
All’interno di questo conflitto nel contesto del panorama valutario mondiale, il CTO di Ripple si è spinto ad affermare che le crypto come XRP potrebbero giocare un ruolo fondamentale in tale contesto e sfidare il dollaro (USD) come riserva mondiale.
Mentre l’alleanza BRICS si espande, l’euro perde terreno nel commercio globale ed il renminbi cinese cresce nei mercati finanziari
Mentre l’istituto bancario BNY Mellon e i suoi analisti sostengono la forza del dollaro americano (USD) nella lotta contro l’avanzamento del BRICS, è interessante notare come si stanno comportando altre valute come l’euro ed il renminbi cinese.
Sebbene, infatti, gran parte dei dibattiti in questa sede si focalizzano sul concetto di de-dollarizzazione, in pochi osservano come l’euro stia perdendo terreno nel mercato del commercio globale negli ultimi due anni.
A fronte del mantenimento di un buon tasso di cambio con altre monete estere, la valuta dell’Unione Europea sta registrando un forte decremento del proprio utilizzo nel commercio al di fuori dell’EuroZona, con percentuali negative di oltre il 25%.
Contemporaneamente il renminbi cinese (CNY) aumenta la sua popolarità come moneta di pagamento internazionale e sotto l’obiettivo astuto del BRICS di spingere l’uso delle valute locali dell’alleanza, cresce di circa lo 0,85% in questo contesto.
I seguenti dati sono stati presi dallo SWIFT RMB Tracker in un documento pubblicato il 23 di agosto che analizza i progressi del renminbi cinese negli ultimi anni.
Lo sviluppo del CNY a sfavore del dollaro USD e dell’euro è ancora più visibile se diamo un’occhiata alle quote di mercato inerenti all’utilizzo delle valute locali nei mercati finanziari.
Rispetto a luglio 2021 il dollaro è sceso dal 87,76% all’83,94% mentre l’euro è passato dal 6,47% all’attuale 6,23%.
Performance positive invece per il CNY che passa dall’1,73% al 4,57%.
Nonostante le rassicurazioni della banca BNY Mellon, che ricordiamo essere di parte in questo delicato scontro, è evidente che sotto sotto c’è qualche problema strutturale per il dollaro americano.
Crisi del tetto del debito USA, inflazione fuori controllo e l’avanzamento di un competitor molto agguerrito sembrano essere uno dei principali problemi che dovranno essere affrontati dalla Nazione che ha guidato l’economia mondiale nell’ultimo decennio.
Forse la potenza tech con Nvidia, Amazon, Microsoft e Google non sarà sufficiente a mantenere immutata l’egemonia mondiale nel contesto valutario.
