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Mozzarella e crypto: la blockchain rimane argomento caldo per la tracciabilità

Arriverà mai la mozzarella crypto anche in Puglia? Al Food Summit Puglia, si è parlato della crescita resiliente dei prodotti regionali e di innovazione sulla tracciabilità territoriale, di cui la blockchain rimane argomento caldo. 

Mozzarella e crypto: la crescita dei prodotti pugliesi e l’innovazione per la tracciabilità territoriale 

Durante il Food Summit Puglia, tenutosi al Teatro Petruzzelli di Bari il 14 settembre, si è parlato della crescita resiliente dei prodotti regionali e di innovazione per la tracciabilità territoriale. 

In pratica, nonostante i cali generali dei consumi a livello nazionale, pare proprio che la regione Puglia riesca invece a crescere. La ricerca di NIQ, infatti, mostra che l’olio d’oliva pugliese ha visto un incremento di vendite del +31,4% nei supermercati e ipermercati, superando notevolmente la media nazionale.

Non solo, anche altri prodotti tipici pugliesi come la mozzarella, la pasta, il pane e le conserve di pomodoro continuano a registrare un’impressionante crescita. 

Da qui nasce da sempre il desiderio di tutelare il “made in” anche regionale, cercando nelle nuove tecnologie quali possano essere le più idonee per la tracciabilità territoriale dei prodotti pugliesi. 

A tal proposito, la blockchain rimane argomento caldo anche in Puglia, tanto che a Corato è stato annunciato già l’anno scorso, il nuovo progetto di Agrifood Hub, previsto per il lancio nel 2025. Si tratta di una sinergia che vorrebbe portare innovazione e ricerca al centro dell’agroalimentare pugliese. 

Mozzarella e crypto: la Puglia seguirà l’esempio campano? 

Coinvolgendo la blockchain per la tracciabilità territoriale, le aziende pugliesi dell’agroalimentare potrebbero entrare nel settore crypto. 

Un po’ com’è successo in Campania, con l’azienda familiare Spinosa, che già nel 2019 ha implementato la blockchain per tracciare la loro mozzarella di Bufala. 

In pratica, ogni confezione di mozzarella vedeva un bollino con “certificato blockchain -quality”, che riporta un QR code, che permette al consumatore finale di accedere a tutte le informazioni sulla produzione del prodotto. 

Non solo, attraverso il codice e inserendo il lotto del prodotto, il cliente può anche verificare tutti gli standard di qualità cui Spinosa rispetta, in conformità con la regolamentazione per la tutela della mozzarella di bufala. 

Le arance rosse di Sicilia su blockchain

La blockchain rimane tutt’oggi tema caldo per la tracciabilità, anche se è da qualche anno già che molte aziende di diverse regioni d’Italia l’avrebbero implementata. 

E infatti, a fine 2018, anche la famosa arancia rossa di Sicilia IGP è salita su blockchain. In realtà, si trattava di un modello ibrido che permette di usare ecosistemi di blockchain interconnesse e di garantire caratteristiche come l’immutabilità grazie ad Ethereum. 

Il progetto era R.O.U.G.E (Red Orange Upgrading Green Economy) ed era stato portato avanti dal consorzio di tutela dell’arancia rossa di Sicilia IGP. 

Stefania Stimolo
Stefania Stimolo
Laureata in Marketing e Comunicazione, Stefania è un’esploratrice di opportunità innovative. Partendo come Sales Assistant per e-commerce, nel 2016 inizia ad appassionarsi al mondo digitale autonomamente, inizialmente in ambito Network Marketing dove conosce e si appassiona dell’ideale di Bitcoin e tecnologia Blockchain diventandone una divulgatrice come copywriter e traduttrice per progetti ICO e blog, ed organizzando corsi conoscitivi.
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