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La risalita del tasso di inflazione USA non penalizza Bitcoin

A febbraio, il tasso di inflazione negli USA è risalito al 3,2% dal 3,1% di gennaio: il prezzo di Bitcoin, però, non ha risentito di questa risalita. 

Infatti ieri, quando è stato diffuso il dato, il prezzo di BTC ha avuto solo un piccolo sbalzo, passando da 72.000$ a 71.400$, per poi però recuperare subito i 72.000$. 

Qualche ora dopo però si è verificata una breve correzione che lo ha portato fin sotto i 69.000$, ma solo per tornare a 72.000$ qualche ora dopo. 

Oggi invece ha fatto segnare il suo nuovo massimo storico sopra i 73.000$.

Il problema del tasso di inflazione in USA: Bitcoin non viene colpito

Il fatto è che sebbene l’inflazione negli USA sia leggermente risalita, vi sono almeno due aspetti che rendono tale risalita non particolarmente rilevante.

Il primo, banalmente, è l’entità davvero ridotta: +0,1% del tasso di inflazione annuo. 

Infatti sebbene la maggior parte delle previsioni credeva che si sarebbe confermata al 3,1%, qualcuno aveva invece già ance previsto un leggero aumento a 3,2%. Pertanto l’impatto della notizia sui mercati finanziari è stato minimo. 

Ma c’è un altro aspetto che è ancora più importante. 

Va ricordato che le politiche monetarie della Fed, che ormai da due anni sta cercando di combattere l’inflazione, si concentrano in realtà soprattutto sull’inflazione core, ovvero il tasso di inflazione depurato dalle variazioni dei prezzi dei beni alimentari ed energetici. 

Ebbene a febbraio 2024 il tasso annuale di inflazione core invece è sceso, dal 3,9% al 3,8%. 

Sebbene i mercati si aspettavano una discesa fino a 3,7%, si tratta sempre soltanto di un decimo di punto percentuale in più. 

Oltretutto anche nel caso del 3,8% dell’inflazione core c’era qualcuno che già aveva ipotizzato un valore tale, quindi i mercati sono stati colti di sorpresa solo leggermente.

Osservando altre metriche, come ad esempio il Dollar Index, si nota che le variazioni generate ieri dall’uscita di questi dati sono state minime, e per quanto riguarda in particolare Bitcoin sono state quasi irrilevanti. 

La correzione del prezzo di BTC

Va però evidenziato come ieri, nell’ora successiva alla pubblicazione dei dati sull’inflazione USA a febbraio, il Dollar Index sia salito lentamente da 102,8 punti a 103,1 punti, e sebbene questa risalita sia stata molto contenuta, poco dopo è iniziata la piccola correzione di Bitcoin. 

Sette ore dopo il Dollar Index era tornato a 102,9 punti, ed il prezzo di Bitcoin, già tornato sopra i 71.000$, ha poi recuperato anche i 72.000$.

Si è trattato pertanto di un movimento rapido e di brevissima durata, tanto che nel corso della notte si è completamente esaurito. 

Da notare che la discesa sotto i 69.000$ si è fermata ben sopra il livello di prezzo del 10 marzo, che di fatto teneva da due giorni. 

Anzi, per essere precisi non è sceso nemmeno ai livelli dell’11 marzo prima che iniziasse la salita sopra i 72.000$, che in quel momento era il nuovo massimo storico.

Si è trattato di una correzione molto probabilmente dovuta soprattutto alle prese di profitto di chi era in guadagno e non voleva perdere l’occasione di monetizzare il guadagno stesso. Una volta terminate queste prese di profitto, il prezzo di BTC ha potuto tornare a salire. 

La liquidità

I mercati non hanno cambiato idea sulle loro previsioni riguardo le politiche monetarie della Fed. 

Continuano a ritenere praticamente impossibile una modifica dei tassi di interesse il 20 marzo, ed estremamente improbabile un taglio già a maggio. 

Rimangono però convinti che la Fed possa effettuare un primo piccolo taglio a giugno, nonostante l’inflazione leggermente in risalita, e l’inflazione core in calo inferiore rispetto alle attese. 

In genere il prezzo di Bitcoin reagisce in modo diretto rispetto alla variazione della liquidità sui mercati, anche se in questi ultimi giorni tale correlazione sembra essersi momentaneamente dissolta. 

Infatti sebbene la liquidità sui mercati finanziari sia in risalita fin da gennaio 2023, tale risalita sembra essersi arrestata nel 2024. Invece il prezzo di Bitcoin ha continuato la sua bull-run anche nel 2024, con una vera e propria impennata tra febbraio e marzo. 

D’altronde quella in atto sul prezzo di Bitcoin è proprio una bull-run “interna”, ovvero non dovuta a fattori esterni a Bitcoin, ma al suo stesso mercato. 

In particolare è dovuta ad un cambio stesso della struttura di base del suo mercato, grazie agli ETF che stanno attirando molti capitali freschi provenienti da investitori prima totalmente assenti dal suo mercato. 

Occorre tuttavia tenere presente che questa decorrelazione potrebbe presto interrompersi, e l’avvento dell’halving, attorno alla metà di aprile, potrebbe essere il momento buono per una vera correzione. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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