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Bitcoin: la maggior perdita giornaliera dal crollo di FTX

Ieri, il prezzo di Bitcoin ha fatto registrare il maggior calo giornaliero in percentuale da quello causato dal crollo di FTX. 

Martedì 19 marzo 2024 il prezzo iniziale si aggirava attorno ai 68.100$, mentre a fine giornata era sceso sotto i 62.000$. Nel corso della giornata però per un breve momento è sceso anche a 61.500$, ma in seguito ha recuperato un po’ di perdite. 

La perdita cumulata tra l’apertura e la chiusura di giornata è stata dell’8,5%, ovvero une percentuale di perdita giornaliera che non si vedeva da novembre 2022. 

Il crollo di FTX e la discesa di Bitcoin 

FTX iniziò ad avere problemi il 6 novembre del 2022, per poi precipitare soprattutto due giorni più tardi. 

Il 10 novembre divenne chiaro che l’exchange stava collassando. 

Il giorno precedente ci fu il crollo del mercato crypto. 

Il calo però era già iniziato martedì 8 novembre, quando il prezzo di Bitcoin scese da 20.600$ a 18.500$, per poi scendere ancora il giorno seguente fino a 15.900$. Quel giorno fu toccato anche il bottom dell’ultimo bear-market poco sopra i 15.500$. 

Quindi l’8 novembre il calo fu di quasi l’11%, ed il giorno successivo fece registrare un ulteriore -14%. 

Da allora non si erano ancora mai più visti cali simili, ed in effetti anche quello di ieri si è fermato ad un -8,5%. 

FTX all’epoca era uno dei maggiori exchange crypto al mondo, e nel giro di pochi giorni chiuse il trading, bloccò i prelievi, ed in seguito dichiarò fallimento. 

Solo due mesi dopo, a gennaio 2023, il prezzo di Bitcoin era tornato sopra i 20.000$, recuperando così tutte le perdite accumulate in quei giorni. 

Va ricordato che durante gli anni bearish spesso il prezzo di BTC fa segnare i minimi annuali a fine anno, tra la fine di ottobre e quella di dicembre, e che curiosamente capita anche la stessa cosa, al contrario, durante gli anni bullish. 

Di fatto il crollo di FTX non fece altro che portare il prezzo di Bitcoin verso il naturale bottom del bear-market di fine anno. 

Il calo di Bitcoin di ieri: il più importante dopo il fallimento di FTX

Quello di ieri invece non può essere di certo chiamato un crollo. 

Infatti mentre a novembre 2022 il prezzo di Bitcoin precipitò a -76% dai massimi, oggi è ancora solo a -14% dai massimi, e nel frattempo tali massimi sono aumentati. 

Due anni fa il massimo storico erano i 69.000$ di novembre 2021, mentre ora sono i 73.800$ di otto giorni fa. 

La situazione pertanto è completamente diversa rispetto a quella di novembre 2022, ed anche il calo di ieri non ha nulla a che fare con il crollo scaturito dal fallimento di FTX. 

Occorre però aggiungere che già sabato c’era stato un altro forte calo, con un -6% che ha portato il prezzo di BTC da 69.500$ a 65.200$. 

Prendendo in considerazione gli ultimi otto giorni, la chiusura di ieri era a -15% da quella di mercoledì 13 marzo. 

Invece il calo cumulato nella prima metà di novembre del 2022 fu del 26%. 

Lo scoppio della mini-bolla

Il motivo di questo -15% recente è dovuto allo scoppio di una mini-bolla. 

Sul prezzo di Bitcoin si formano spesso delle mini-bolle speculative, generate da acquisti emotivi in FOMO. 

Prendendo come riferimento l’indice RSI, il prezzo di Bitcoin è entrato in zona di iper-comprato addirittura il 9 febbraio, e c’è rimasto per l’appunto fino al 13 di marzo, per più di un mese. 

In questo periodo di acquisti emotivi spinti soprattutto da FOMO il prezzo è passato da 45.000$ ad oltre 73.000$ nell’arco di poco più di un mese. 

Il fatto è che le emozioni sono molto effimere, e possono dileguarsi da un momento all’altro. 

Giovedì 14 marzo di colpo l’eccesso di entusiasmo che aveva convinto molte persone ad acquistare Bitcoin in piena FOMO si è dissolto. 

In assenza di acquisti emotivi la pressione di acquisto, fino a quel punto altissima, è crollata, tornando semplicemente alla normalità. 

La pressione di vendita in realtà non è aumentata, ma è bastato il crollo della pressione di acquisto a far scoppiare la mini-bolla. 

I retail

Queste dinamiche sono tipiche solamente degli speculatori retail, ovvero i privati cittadini. 

Infatti l’estero di ETF di Bloomberg Eric Balchunas ha fatto notare che da quando sono stati lanciati gli ETF su Bitcoin spot sulle borse USA, l’11 gennaio, l’importo medio di una singola operazione di compravendita in borsa delle loro azioni è stato di soli 13.000$, ovvero una cifra non compatibile con speculazioni provenienti da investitori istituzionali. 

Dato che il volume di scambio in borsa di quei prodotti derivati è stato molto elevato, significa che sono stati soprattutto i retail ad acquistare ETF su Bitcoin per ora. 

Il fatto è che gli istituzionali non possono acquistarli immediatamente, ma hanno bisogno di un po’ di tempo per deliberare l’acquisto, mettersi nelle condizioni di poterlo effettuare a norma di legge, e scegliere il momento opportuno per farlo. 

In altre parole gli investitori istituzionali devono ancora fare il loro ingresso in massa sugli ETF su Bitcoin, grazie al quale dinamiche come quella vista nelle ultime settimane dovrebbero ridursi in modo significativo, sia in numero che in entità. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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