HomeCriptovaluteBitcoinNiceHash: il marketplace di Bitcoin hashpower introduce i pagamenti in Lightning Network 

NiceHash: il marketplace di Bitcoin hashpower introduce i pagamenti in Lightning Network 

Ad inizio marzo NiceHash, uno dei più grandi e noti mercati online di hashpower per il mining di Bitcoin, aveva deciso di dare la possibilità ai propri clienti di ritirare i compensi della propria attività da miners tramite la rete Lightning Network.

A distanza di neanche un mese, già si registrano centinaia di nuovi indirizzi lightning e migliaia di transazioni elaborate dalla rete layer-2.

Tutti i dettagli di seguito.

NiceHash e l’integrazione dei canali di pagamenti Bitcoin Lighting per i fornitori di hashpower

Il 7 marzo NiceHash, lo storico mercato di hashpower della rete Bitcoin, aveva annunciato di aver introdotto con successo i canali di pagamento in Lightning Network all’interno del proprio servizio dedicato ai minatori.

Ciò ha permesso di sfruttare al meglio i proventi della vendita di potenza di calcolo, non essendo gli utenti più obbligati a fare “cash-out” tramite la rete principale Bitcoin, pagando fees che in media costano 5,72 dollari a transazione secondo i dati di The Block.

Invece i  pagamenti in lightning risultano estremamente molto economici, con fees che oscillano nell’ordine di grandezza di unità di centesimi, e con tempi di attesa molto ridotti.

L’integrazione di questa tecnologia è stata presa molto bene  dagli utenti di NiceHash che in media hanno elaborato circa 1.800 pagamenti settimanali sotto il layer-2 di Bitcoin.

Inoltre, dal 7 marzo sono stati creati oltre 700 indirizzi lightning e sono stati effettuati anche 1,136 depositi, dimostrando l’apprezzamento e l’interesse dei clienti della piattaforma per la feature aggiunta.

Complessivamente, da quando è stato aggiunto il nodo di Nicehash, sono state elaborate  oltre 350.000 transazioni Lightning con un volume di transazioni di oltre 1.500 BTC.

Da sottolineare anche come l’introduzione del Lightning Network abbia incentivato i piccoli minatori a spostare i loro guadagni più frequentemente, con una media settimanale stimata di quasi il doppio delle transazioni effettuate prima dell’aggiornamento.

Come sottolinea Vladimir Hozjan, CEO di NiceHash, la scelta di aggiungere opzioni di pagamento in Lightning Network sembra essere stata accolta con entusiasmo dai propri clienti. Questo quanto riportato da lui stesso in un comunicato stampa:

“A poche settimane dall’introduzione dei pagamenti tramite Lightning, è evidente che i nostri utenti apprezzano questa funzionalità. Siamo orgogliosi di essere uno dei principali sostenitori della rete sia in termini di nodi operativi, sia ora in termini di utilizzo. Lightning si presta molto bene per effettuare pagamenti piccoli e regolari, e in futuro promuoveremo ancora di più la sua adozione.”

La popolarità del marketplace di Hashpower NiceHash

Visto il successo riscontrato con questo esperimento, NiceHash ha reso noto che in futuro abiliterà un’opzione che consenta ai commercianti di accettare Bitcoin tramite lightning, puntando all’onboarding del prossimo miliardo di nuovi piccoli utenti.

L’esperienza del settore e la conoscenza avanzata della tecnologia in questione, essendo Nicehash uno dei primi sostenitori del Lightning Network con oltre 1250 canali attivi e una capacità di 180 BTC, lo rendono perfetto per esplorare l’adozione di massa di Bitcoin al di fuori del contesto del mining.

Ricordiamo ai meno esperti che NiceHash rappresenta il fulcro dell’attività di vendita online di hashpower, con moltissimi piccoli miners domestici che sfruttano il servizio per splittare il premio di blocco con altri simili, piuttosto che optare per la scelta meno remunerativa del “solo mining”.

La piattaforma è attiva dal 2014 e vanta una quota di hashrate totale della rete Bitcoin pari al 2,2% classificandosi al terzo posto a livello globale per le sue prestazioni, grazie alla forte connessione con i peer.

Il servizio è così famoso che supporta oltre 250.000 minatori attivi ogni giorno e più di 1 milione di utenti totali in 190 paesi differenti.

Al momento, secondo i dati di The Block, una quota di hashpower pari a 1TH/s è prezzata 0,11 dollari sul mercato. A dicembre 2017, al picco della bull run di Bitcoin, lo stesso quantitativo di potenza di calcolo costava circa 3,50 dollari.

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Lo stato del layer-2  Lightning Network: nodi attivi e capacità della rete

Il Lightning Network, principale infrastruttura layer-2 di Bitcoin, si espande sempre di più diventando popolare giorno dopo giorno, ma fa difficoltà ad emergere come tecnologia diffusa alla massa.

Nonostante i grandi sforzi della comunità che hanno permesso alla chain di crescere a vista d’occhio dal 2019 fino al 2023, ora sembriamo essere entrati in una fase di stagnamento.

In particolare, come riportato da The Block, da maggio 2023 la capacità della rete calcolata in BTC è in forte decremento, essendo passata da 5.640 BTC agli attuali 4.730 BTC.

L’apprezzamento della moneta ha fatto sì che il controvalore in dollari della capacità della rete sia cresciuto complessivamente negli ultimi mesi, portando tale metrica al massimo storico di 350 milioni di dollari circa ad inizio 2024.

Il numero netto dei canali P2P aperti è in forte calo da marzo 2022 con il trend di decrescita che ha portato ad una riduzione di circa 30.000 connessioni.

Se questa tendenza non dovesse invertire e il prezzo di BTC dovesse incappare in un mercato ribassista, la possibilità di ospitare transazioni costose dalla rete verrà a scemare drasticamente.

Inoltre risulta interessante riportare l’outlook complessivo dei gestori di nodi lightning, che vedono una forte concentrazione attorno a due singoli provider, Amazon e Google Cloud.

I due colossi tech detengono rispettivamente quote per 530 e 79 nodi, con 1.700 e 947 BTC in gestione.

Insieme, secondo i dati di Mempool Space, costituiscono circa il 45% del panorama dei provider di nodi lightning, accentrando così un sistema che è nato con l’idea di base della decentralizzazione.

Inoltre è da riportare come dei 13.000 nodi attivi totali della chain, circa il 70% sia impegnato esclusivamente per il Darknet (Tor, I2P, cjdns) con però una capacità stimata di appena 190 BTC, mentre il restante 30% (diffuso tra Clearnet e fonti sconosciute) gestisce la maggioranza della capacità pari a 4000 BTC.

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Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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