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Bitcoin Lightning Network tra sfide ed opportunità future

In questo articolo analizziamo la situazione attuale del Lightning Network, rete secondaria di Bitcoin, che mira ad offrire micropagamenti economici e veloci.

Mentre questo layer-2 cresce in maniera organica, seppur a ritmo lento, si iniziano ad intravedere delle importanti sfide da affrontare affinché si possa raggiungere l’adozione di massa.

Tra ostacoli ed opportunità, è qui che si gioca la partita per decidere il futuro prossimo del Lighting Network.

Di seguito approfondiamo il discorso.

Le situazione attuale della rete Bitcoin Lightning Network

Il Lightning Network è la rete di secondo livello di Bitcoin, che utilizza una computazione di dati off-chain per offrire ai suoi utilizzatori un’infrastruttura per i micropagamenti digitali.

Su questa rete è possibile usufruire di transazioni economiche e con una velocità di esecuzione quasi istantanea.

Secondo i dati di Blockstream il Lightning Network riesce a processare 40 milioni di operazioni al secondo: molto più delle reti blockchain “super-scalabili” come Solana e delle infrastrutture di pagamento tradizionali come Visa.

Le commissioni su questa blockchain layer-2 sono davvero basse e corrispondono all’incirca allo 0,003% rispetto all’ammontare transitato.

Dal suo lancio nel 2018 sono stati fatti molti progressi, con la spinta dei bitcoiner che hanno ampliato sempre di più la portata della rete.

Nel giro di soli 5 anni il Lightning Network ha raggiunto un valore bloccato pari a circa 140 milioni di dollari (4.770 BTC), che comunque rimane un valore estremamente ridotto se pensiamo che l’infrastruttura principale a cui si appoggia capitalizza oltre 570 miliardi di dollari.

Ciò va comunque rapportato all’essenza di questa tecnologia, che funge essenzialmente da network per i pagamenti e si discosta da tutti i casi d’uso tipici della DeFi quali staking, lending, yield farming ecc.

bitcoin lightning network

La crescita del Lightning Network del bitcoin prosegue in maniera chiara ed organica anche se a ritmo davvero lento.

Rispetto ad un anno fa, il numero di nodi lightning è aumentato di sole 1500 unità facendo intendere che ci sono ancora dei problemi strutturali e delle sfide da affrontare prima che la curva dell’interesse inizi a salire seriamente.

Da marzo 2022 a marzo 2023 invece abbiamo riscontrato un brusco calo di questa metrica con una perdita di quasi 5000 nodi dovuta alla crisi del bear market.

Al momento possiamo contare un numero di 1890 nodi nell’infrastruttura che lavorano per permettere il pieno funzionamento del trasferimento di dati off-chain.

Rispetto al massimo storico siamo ancora sotto di circa 1000 nodi, mentre rispetto al 2020 i numeri sono aumentati fortemente.

Lightning Network: 3 sfide da affrontare

La lente crescita del Lightning Network è dovuta essenzialmente a 3 sfide che la community di Bitcoin deve affrontare se vuole che la propria rete possa competere un giorno con le principali infrastrutture di pagamento su scala mondiale.

Innanzitutto come primo ostacolo troviamo il fattore del bilanciamento dei canali lighting, ancora poco efficiente e scomodo qual’ora si voglia effettuare un pagamento di un saldo elevato.

Se il quantitativo di BTC che vogliamo inviare tramite rete lightning supera la capacità del canale, saremo costretti a trovare (con non poche difficoltà) un nodo ben finanziato con un canale diretto al destinatario.

Questo intoppo, unito al costo di apertura e chiusura di ogni canale che richiede il pagamento di una fees su due transazioni on-chain, limita in maniera determinante lo sviluppo mainstream della tecnologia.

Viktor Bunin, esperto dell’argomento che lavora presso Coinbase Cloud, si esprime così a riguardo: 

“Questa inefficienza di capitale ai margini per gli utenti non detentivi è un problema di ottimizzazione difficile e fastidioso, ed è oggettivamente peggiore di un modello basato su account con dimensionamento arbitrario delle transazioni. Tuttavia, non è un problema irrealizzabile”.

In secondo luogo, ci sono dei problemi a monte sul fattore sicurezza che devono ancora essere risolti.

In particolare le preoccupazioni degli addetti ai lavori riguardano le fattispecie di quando un nodo va offline e diventa incapace di elaborare pagamenti nei canali in cui è connesso.

L’interruzione di un pagamento potrebbe portare in maniera irreversibile la perdita dei fondi degli utenti che stanno utilizzando quel nodo.

Tuttavia, esistono delle soluzioni che permettono di utilizzare attività in background nei dispositivi mobili, pur limitando l’efficienza del hardware stesso.

Questo fattore deve sicuramente essere migliorato e devono essere trovate soluzioni più smart in modo che la rete diventi sicura quanto i provider di terze parti.

Infine, come ultimo limite all’adozione di massa troviamo la difficoltà che gli esercenti riscontrano nel comprendere la tecnologia ed applicarla alle proprie attività commerciali.

Purtroppo ci troviamo ancora in un momento in cui la maggior parte della popolazione mondiale non ha ben compreso cos’è bitcoin e come funziona il protocollo di scambi.

Le barriere cognitive unite al “problema” della volatilità della criptovaluta spingono molti commercianti ad abbandonare l’idea di implementare una soluzione lightning come sistema di pagamento alternativo.

Anche le incertezze sul fronte normativo inducono preoccupazioni da non poco, specialmente nell’ultimo periodo dove la SEC ha fatto terra bruciata nel settore crypto negli Stati Uniti.

Ricordiamo che nella realtà per gli esercenti sarebbe facile ed economico integrare la rete Lighting visto che al giorno d’oggi esistono svariate applicazione, come ad esempio Zeus e OpenNode che permettono agli utenti di pagare in Bitcoin utilizzando un QR code o tramite scansione NFC.

Opportunità per la crescita del layer-2 di Bitcoin

Per il layer-2 Lightning Network non troviamo solo sfide ed impedimenti ma anche opportunità che devono essere sfruttate per portare il protocollo Bitcoin ad un livello più alto.

In ogni invenzione tecnologica che si rispetti, la curva dell’adozione inizia a salire in maniera esponenziale solo quando l’utente medio riesce ad utilizzare in maniera semplice e veloce.

Internet è diventato popolare quando accedervi non era diventata più una cosa da nerd e il suo utilizzo era praticabile in modo chiaro, anche se l’utente finale non era conoscenza di cosa fosse nella realtà il protocollo informatico.

Allo stesso modo, Bitcoin e il Lightning Network diventeranno mainstream quando gli individui saranno in grado di sfruttare i loro vantaggi tramite un’applicazione dall’interfaccia user-friendly pur non sapendo cosa sottende la tecnologia.

Alla fine ciò che importa alla massa è l’effetto finale che porta una determinata invenzione, non i processi che servono ad arrivare a quel risultato.

In tal senso, l’integrazione del Lightning Network sull’exchange di criptovalute più grande al mondo, ovvero Binance, potrebbe essere l’inizio di un’era in cui transitare denaro tramite  questa rete diventerà facile.

Pur sapendo che gli exchange vanno nella direzione opposta della filosofia principale del Bitcoin, essendo essi stessi piattaforme di terze parti simili ad istituti finanziari, dobbiamo comunque ammettere che questa strada è la più facile da intraprendere per raggiungere una crescita concreta.

Esiste un “rischio di centralizzazione” che deve essere gestito ed accettato.

I veri capitali arriveranno solo quando anche il bigotto di turno che capisce nulla di criptovalute sarà in grado di effettuare una transizione su rete Lightning tramite un’applicazione su smartphone.

Prima di allora questo mondo fantastico rimarrà chiuso ed utilizzato solo da esperti ed appassionati del settore.

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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