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L’hashrate di Bitcoin va per nuovi massimi, mentre gli addetti al mining si preparano all’halving

Negli ultimi mesi, la metrica dell’hashrate di Bitcoin, che indica la quantità di potenza computazionale erogata dalle attvità di mining, è cresciuta sensibilmente, fino a superare la soglia dei 700 EH/s poco prima del quarto halving.

Ad oggi, nonostante qualche piccola scossa di assestamento da parte dei miner, che riducono la propria quota di hash in attesa dell’halving del protocollo crittografico, la media a 7 giorni dell’hashrate sta approcciando a nuovi massimi storici.

Vediamo tutto nei dettagli di seguito.

Bitcoin mining: grafico dell’hashrate in continua crescita poco prima dell’halving

Il grafico della total hashrate di Bitcoin, che mostra l’andamento della quantità totale di hash per secondo generata dagli operatori di mining della rete crittografica, sta per registrare un nuovo massimo storico.

Come mostrato dallo strumento di analisi on-chain Glassnode, la “Mean Hashrate” della criptovaluta, ovvero la media a 7 giorni dell’hashrate, si trova quasi ad un nuovo ATH totalizzando 704,8 EH/s.

Il 7 marzo e il 24 marzo il network segnava valori leggermente superiori a quelli attuali, che potrebbero tuttavia essere infranti molto a breve.

Nonostante negli ultimi giorni alcuni minatori abbiano ridotto la propria quota di potenza computazionale in preparazione all’having di Bitcoin, che come evento dimezza le loro entrate derivanti dall risoluzione dei blocchi, possiamo notare come generalmente l’hashrate cresca continuamente.

Pensate che appena un anno fa la metrica era inferiore al valore di 400 EH/s, circa il 40% in meno rispetto ad oggi.

bitcoin mining hashrate halving

Nel mezzo della crescita generale della forza computazionale della rete, c’è chi pensa ad incrementare ulteriormente la propria quantità di hash, accumulando più BTC possibili in vista di un apprezzamento futuro della criptovaluta.

Ad esempio il Regno buddista del Buthan, situato in prossimità dell’Himalaya orientale, ha pianificato recentemente di espandere la propria produzione di mining alimentata ad energia idroelettrica di 6 volte, fino a raggiungere i 600 MW.

Nel caso specifico di questa realtà del sud Asia, possiamo dire che la presenza di fonti di energia rinnovabile aiuta i minatori a risparmiare molto denaro, ponendoli in una condizione avvantaggiata rispetto a tutti gli altri operatori che utilizzano corrente elettrica.

Nonostante l’halving del protocollo ormai imminente, con la produzione di nuovi BTC che verrà di fatto dimezzata, il Regno del Buthan crede nel futuro della moneta crittografica e cerca di accumularne il più possibile attraverso l’estrazione digitale.

11 giorni dal quarto halving di Bitcoin 

Come accennato, gli addetti al mining di bitcoin si stanno preparando al quarto halving dell storia del protocollo decentralizzato che dimezzerà il block reward dagli attuali 6,25 BTC a  3,125 BTC per ogni blocco risolto.

Ciò significa che i miners, tolti gli incassi delle fees di transazione, guadagnarono esattamente la metà in termini di satoshi. 

Questo meccanismo aiuta a ridurre l’emissione di nuove monete, spingendo il prezzo dell’asset crittografico qualora ci fosse la stessa domanda pre-halving sul mercato.

Al momento della stesura dell’articolo mancano circa 11 giorni, o meglio dire 1.743 blocchi, al tanto atteso halving che si verificherà esattamente all’altezza del blocco 840.000.

L’orario previsto è all’incirca alle 07:30 pm UTC, ma potrebbe variare leggermente qualora il tempo medio di risoluzione dei minatori dovesse cambiare in questi giorni.

bitcoin halving rewards

In preparazione all’halving del network, molte società che offrono servizi connessi al mondo del mining di Bitcoin, stanno pensando a soluzioni innovative per ridurre al minimo l’impatto economico della riduzione del block reward sulle proprie casse.

Una di queste, Luxor Technology ha collaborato recentemente  con la società di derivati crittografici Bitnomial per cercare di offrire una forma di hedging ai miners in modo da coprire il rischio del dimezzamento degli incassi.

L’idea si basa sulla creazione di un ETF futures basati sul prezzo dell’hash della rete (hashprice), così che i miners possano shortare lo strumento con una parte delle proprie entrate.

Il prodotto sarà regolato in borsa piuttosto che sotto forme OTC, garantendo più liquidità e maggiore sicurezza agli operatori impegnati nella compravendita di questo asset.

Al di là di tutte queste tecniche di hedging per ridurre il rischio degli esperti del mining, facciamo presente che esattamente un anno fa l’hashprice (1 TH/s) era di circa 0,07 dollari mentre oggi segna 0,1 dollari.

Ciò significa che nonostante l’aumento dell’hashrate e della competizione all’interno del network, i miners riescono comunque ad essere profittevoli e a svolgere le loro attività senza temere particolarmente l’avvento dell’halving.

Bitcoin hashrate index
Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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