HomeCriptovaluteL’interesse per Bitcoin e crypto in Nigeria rimane elevato nonostante la repressione...

L’interesse per Bitcoin e crypto in Nigeria rimane elevato nonostante la repressione della nuova regolamentazione 

Nonostante la recente introduzione di una nuova regolamentazione in Nigeria che vedrebbe sopprimere gli scambi P2P in crypto, l’attenzione e l’interesse per Bitcoin rimane invariato e tendenzialmente alto all’interno del Paese africano.

Secondo gli ultimi dati di Google Trends infatti, la regolamentazione stringente proposta dal presidente Tinubu e le pressioni contro le attività in criptovalute, non avrebbero intaccato il sentiment della popolazione Nigeriana, che con Bitcoin e stablecoin riesce a sopravvivere all’inflazione.

Vediamo tutti i dettagli di seguito.

Nigeria e crypto: l’interesse per Bitcoin rimane stabile e non viene influenzato dalla regolamentazione stringenti

Il 7 maggio Bloomberg riportava l’introduzione di un nuovo framework normativo in Nigeria dove si andava a vietare gli scambi peer-to-peer (P2P) in crypto, con il presidente Tinubu motivato a regolamentare aspramente e  mettere pressione sul settore degli asset digitali.

Tutto ciò non ha modificato in alcun modo il sentiment della popolazione nigeriana in merito a Bitcoin e crypto, il cui interesse rimane tendenzialmente elevato.

Infatti secondo quanto riportato dalle statistiche di Google Trends, la Nigeria rappresenta ancora il più grande punto di rilievo per le criptovalute in Africa, dove le ricerche per monete come Bitcoin  sul motore di ricerca sono all’ordine del giorno.

Addirittura, si eleva a primo Paese per interesse su Bitcoin e crypto, seguito dall’hub crittografico di El Salvador, dove il Presidente Nayib Bukele è particolarmente proattivo nel sostenere questo tipo di economia alternativa.

Risultati degli ultimi 5 anni per la ricerca della query “bitcoin” in Nigeria.
Fonte:
https://trends.google.it/trends/explore?date=today%205-y&geo=NG&q=bitcoin&hl=it

L’analisi geografica dello studio evidenzia come lo stato del Delta funge come area con maggior coinvolgimento per questo genere di ricerche, seguito da altri stati come Anambra, Ekiti, Enugu, Ondo, Ebonyi, Bayelsa, Osun, Edo e Imo.

Sorprendentemente, Lagos, il centro del commercio della Nigeria, non mostra un desiderio elevato per Bitcoin, tanto da non rientrare nelle prime 15 città per quanto riguarda l’interesse delle ricerche su Google Trends.

Ciò conferma la tesi secondo cui Bitcoin e altre crypto riescono a trovare terreno fertile per radicarsi all’interno di uno società negli scambi quotidiani, e più in generale nella cultura, quando troviamo un’alta percentuale di persone escluse dai servizi finanziari di base e dove sono presente livelli di inflazione fuori controllo.

In particolare in Nigeria, la classe media cerca di proteggere i primi risparmi dall’inflazione utilizzando Bitcoin e Tether (USDT).

Questa polarizzazione tra governo e cittadini in merito al tema crypto potrebbe portare a forti tensioni interne, con il presidente Tinubu motivato a sostenere standard di regolamentazione oppressivi vietando gli scambi P2P e la popolazione nigeria sempre più  intenzionata a utilizzare le alternative citate piuttosto che la Naira nigeriana.

La ferma posizione dell’organismo di regolamentazione è stata dimostrata all’inizio di quest’anno quando ha imposto un divieto delle operazioni di Binance in Nigeria, seguito da il arresto e detenzione dei suoi massimi dirigenti, Tigran Gambaryan e Nadeem Anjarwalla.

Inoltre, la Securities Exchange Commission (SEC) della Nigeria ha accusato Binance di manipolazione di mercato, incolpandola di aver contribuito alla svalutazione della naira e ha reso necessario l’intervento del governo.

Da sottolineare poi come nel Paese le banche non potrebbero ancora detenere attività virtuali all’interno dei propri portafogli e scambiare criptovalute in nome dei propri clienti.

Bitcoin si rivolge principalmente agli unbanked e ai millennials

Come accennato nel paragrafo precedente, Bitcoin e crypto solitamente ottengono maggiore appeal nelle popolazione come la Nigeria dove vi è una forte concentrazione dei cosiddetti “unbanked, ovvero gli adulti che non possiedono un proprio conto in banca e non possono accedere ai servizi finanziari di base.

In questo caso le valute crittografiche come Tether rappresentano una valida soluzione alternativa perché consentono di scambiare valore in P2P, senza che alcuna censura di Stato possa avere un effetto sulla buona riuscita delle transazioni (tranne le censure interne di Tether).

Inoltre Bitcoin e compagnia trovano maggiore interesse nei millennials piuttosto che in altre tipologie di generazioni, dove la componente tecnologica non ha ancora raggiunto la sfera del denaro e della finanza personale.

Per quanto riguarda la Nigeria, secondo uno studio delle Nazioni Unite, il Paese è attualmente uno dei più giovani al mondo e parallelamente uno dei più in rapida crescita in Africa, con il 43% della popolazione costituito da soggetti di età inferiore ai 15 anni.

Un altro fattore che va considerato per comprendere dove l’economia crittografiche trova più interesse è il livello di inflazione di un Paese e la solidità della valuta di Stato.

Tornando all’esempio della Nigeria, in questo contesto la pesantissima svalutazione della naira, scesa di un 86% nei confronti dell’euro dal 2016, ha spinto i cittadini a considerare opzioni alternative per poter conservare il valore dei propri asset.

Se in occidente siamo abituati a vedere il potere d’acquisto del nostro conto più o meno sempre lo stesso (con i primi campanelli d’allarme che suonano anche qui) non possiamo dire lo stesso della Nigeria, dove da un momento all’altro il valore dei sacrifici della popolazione potrebbe valere un 20% in meno.

Per quanto riguarda la capacità di mantenere valore come asset store of value, Bitcoin funge ancora come scelta preferita dai nigeriani.

Mentre per quello che concerne l’utilizzo di una moneta per gli scambi quotidiani, i nigeriani non utilizzano il lighting network, ma preferiscono affidarsi a Tether, che in questo momento sta dominando il mercato degli scambi per le imprese locali, soprattutto dopo la regolamentazione diaspora che vieta gli scambi P2P.

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
RELATED ARTICLES

MOST POPULARS

GoldBrick