Fabric Cryptography, una startup californiana incentrata sulla produzione di chip informatici per la privacy, ha appena chiuso un finanziamento da 33 milioni di dollari.
Il capitale, raccolto in round di serie A co-guidato da Blockchain Capital e 1kx, servirà per velocizzare e migliorare lo sviluppo di processori dedicati alla crittografia.
Il lavoro di Fabric potrebbe risolvere finalmente la tensione che spesso intercorre nel mondo crypto tra fiducia e privacy, grazie ad un compromesso matematico.
Vediamo tutti i dettagli di seguito.
Summary
Fabric startup: round di finanziamento da 33 milioni di dollari per la produzione di privacy chip
Ieri Fabric Cryptography, una startup della Silicon Valley, ha annunciato con un post su X di aver ottenuto un importante finanziamento per supportare la produzione di chip incentrati sulla privacy.
Il denaro raccolto fa parte di un round di serie A dal valore di 33 milioni di dollari co-guidato dai VC Blockchain Capital e 1kx. Anche altre società affermate nel mondo blockchain hanno partecipato all’iniziativa, tra cui Offchain Labs, Polygon e Matter Labs.
Come annunciato dalla stessa startup hardware, il capitale procurato sarà utilizzato per sviluppare una nuova unità di elaborazione di calcolo crittografica.
Si tratta del “Verificable Processing Unit” (VPU), un chip di silicio che utilizza un’architettura di set di istruzioni specifiche per la crittografia.
L’obiettivo è quello di suddividere qualsiasi tipo di algoritmo in un elemento matematico supportato dal chip stesso, con focus sulla privacy dei dati.
Come affermato infatti a tal proposito dal dott. Wei Dai, crittografo e partner di ricerca presso 1kx:
“La VPU può essere programmata per eseguire praticamente qualsiasi carico di lavoro crittografico in modo efficiente. A differenza di altri chip a funzione fissa, che sono comuni nella crittografia, il VPU è a prova di futuro e può adattarsi a nuovi algoritmi di crittografia man mano che vengono sviluppati e prodotti”
Nel mezzo della crescente popolarità delle prove crittografiche a conoscenza zero (ZK) Fabric ha trovato un mercato per adattare i propri chip alla sicurezza on-chain e alla privacy.
Secondo quanto affermato dalla startup californiana, ci sono gia decine di milioni di dollari in pre ordine per la VPU, con tempi di rilascio stimati per la fine dell’anno.
Ricordiamo che i capitali raccolti seguono un round di seed 6 milioni guidato da Metaplanet con la partecipazione di investitori come Inflection e Liquid2 Ventures.
La tensione continua tra fiducia e privacy
L’impegno della startup Fabric nella fabbricazione di chip per il calcolo crittografico deriva dalla missione di risolvere la crescente tensione tra i fattori privacy e fiducia.
In un mondo come quello della blockchain, dove lo sviluppo di nuove tecnologie viaggia alla velocità della luce, si fa sempre più fatica a riporre fiducia in singole società.
Dopo varie crisi finanziarie e crash avvenuti dal 2008 in poi, come i casi Theranos e FTX, rimane sempre più arduo riuscire ad affidare in sicurezza propri dati ad aziende esterne.
È ormai noto che la salvaguardia dei dati è un problema nei mondi digitali: basti pensare ai grandi hack come quello di Equifax o alle truffe Enron. Madoff. Snowden e Cambridge Analytica.
Fabric come startup della Silicon Valley, si dedica a trovare una soluzione al dualismo che vede fiducia e privacy competere tra di loro. In tutto ciò si scontrano anche i modelli di privacy/business e privacy/ convenienza.
Talvolta vince l’integrità dei propri dati e la privacy. Altre volte le proprie informazioni vengono vendute sul dark web o cedute a società di terze parti con fini poco nobili.
il VPU di Fabric rappresenta il giusto compromesso in queste sfide dal valore umano, con la crittografia matematica che rimuove la necessità di fidarsi del prossimo.
Durante gli ultimi anni miliardi di dollari sono stati investiti nella produzione di chip AI, senza però concentrarsi su hardware per il calcolo matematico intensivo. Ecco che siamo qui di fronte ad una svolta: la fiducia sta per non essere più un problema.
Si prevede inoltre che il VPU migliorerà la velocità e il costo dei carichi di lavoro crittografici. Ciò rispetto alle unità di elaborazione centrale (CPU) e alle unità di elaborazione grafica (GPU). Come ha affermato in tal senso il co-fondatore di Fabric nel blog post di presentazione del nuovo chip:
“Esiste un intero mondo di algoritmi crittografici avanzati che vanno oltre la protezione dei nostri dati e possono effettivamente iniziare a garantire la fiducia, se possiamo eseguirli in modo efficiente”
Il team di Fabric e la visione sul futuro dei chip
La startup Fabric, impegnata nello sviluppo di chip orientati alla privacy, è nata dall’idea di alcuni ex studenti del MIT e Stanford, Michael Gao, Tina Ju e Sagar Reddy.
Dopo aver presentato l’idea di un processore che accelera gli algoritmi di crittografia all’interno di alcuni eventi come la Science of Blockchain Conference a Stanford e zkSummit8 a Berlino, Fabric ha iniziato ad ottenere visibilità.
Personaggi del calibro di Justin Drake della Ethereum Foundation, Bobbin Threadbare di Polygon Miden e Sandy Peng di Scroll hanno fornito un contributo intellettuale alla causa.
Da lì in poi molti veterani dell’hardware e del software AI sono diventati incredibilmente entusiasti dell’opportunità di costruire il primo stack hardware / software specializzato completamente nuovo in un decennio.
Ad oggi il team di Fabric conta oltre 60 ingegneri e leader in tutto il mondo con background lavorativi di aziende come Nvidia, Apple, Intel, AMD e Galois
Insieme il gruppo sta lavorando alla piattaforma di elaborazione di calcolo più potente, più economica, e più rispettosa della privacy al mondo
Fonte: https://x.com/FabricCrypto/status/1825635631273488553/photo/1
La visione di Fabric sul futuro dell’industria blockchain e sull’impatto dello sviluppo massivo di chip è molto ampia di quello che può sembrare.
La startup sta costruendo una base informatica che consentirà a crittografi, ingegneri e sviluppatori di creare ricerche e prodotti basati sul team della fiducia.
Si tratta più della produzione di un semplice chip: parliamo di una sorta di stack che potrà alimentare una miriade di richieste del futuro.
L’intento è quello di sostenere la più ampia comunità di crittografia che dà vita alle loro idee più ambiziose. Il VPU è solo il primo di molti progetti che serviranno a questa missione.