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Un legislatore della Duma propone di creare una riserva strategica di BTC in Russia

Un deputato della Duma di Stato in Russia ha suggerito di creare una riserva strategica in BTC in modo da rafforzare la stabilità economica del Paese.

Sotto l’esempio del polo USA, ora il Cremlino potrebbe dedicare una parte del proprio balance sheet all’accumulazione della moneta crittografica.

Nel frattempo Putin elogia Bitcoin e lancia un nuovo regime fiscale agevolato per le crypto.

Tutti i dettagli di seguito.

Russia pronta ad imitare gli USA e a costruire una riserva in BTC: il piano proposto alla Duma

Le notizie dell’ultima ora ci portano direttamente in Russia, dove il deputato della Duma di Stato Anton Tkachev ha proposto di stanziare una riserva strategica in BTC.

Il membro del partito “Nuove Persone” ha invitato i suoi colleghi a considerare il piano come una forma di protezione verso l’esposizione di altri Paesi occidentali.

Dedicare una parte del bilancio del Cremlino in Bitcoin potrebbe aumentare di molto la stabilità finanziaria della Russia, andando a compensare l’inefficienza di altri asset.

Secondo quanto stabilito dai media locali di Mosca, Tkachev ha formalmente presentato questa proposta alla Duma  al Ministro delle Finanze Anton Siluanov.

Nella proposta vengono messi a fuoco i limite delle riserve valutarie tradizionalii, denominate in USD, euro, yuan e rubli. Allo stesso tempo il deputato suggerisce che BTC potrebbe compensare la loro inflazione, aiutando anche a superare le sanzioni internazionali.

Ecco quanto scritto testualmente dal legislatore della Duma: 

“Le chiedo, caro Anton Germanovich, di valutare la fattibilità di creare una riserva strategica di Bitcoin in Russia per analogia con le riserve statali in valute tradizionali. Se questa iniziativa viene approvata, le chiedo di presentarla al governo della Federazione Russa per un’ulteriore attuazione”.

https://twitter.com/BitcoinMagazine/status/1866228528603177330

Verosimilmente l’orientamento politico Russo favorevole a BTC è stato innescato dalla vittoria alle elezioni statunitensi di Donald Trump.

Il miliardario repubblicano ha infatti abbracciato una visione pro-crypto in cui la moneta arancione funge da bene cardine della nuova economia americana.

Quando verrà formalmente inaugurato Presidente a gennaio, potrebbe annunciare l’acquisto di una riserva nazionale crittografica, confermando le promesse in campagna elettorale.

In Pennsylvania già si parla di un disegno di legge che propone l’allocazione del 10% dei fondi statali in BTC, come mezzo per diversificare gli investimenti.

Putin riconosce le criptovalute come proprietà all’interno di un regime fiscale agevolato: legge approvata dalla Duma

La proposta delle riserve in BTC alla Duma di Stato In Russia si allinea con la recente approvazione pubblica della criptovaluta da parte del Presidente Vladimir Putin.

L’oligarca avrebbe elogiato Bitcoin proprio la scorsa settimana, affermando che nessuno può vietarlo né contrastare la sua ascesa.

Nella cornice del Forum economico “Russia Calling”, organizzato da VTB Bank, Putin ha anche presentato una nuova riforma normativa favorevole alle criptovalute.

Annunciata a fine novembre, la proposta di legge riconosce la valuta digitale per le transazioni commerciali estere sotto un quadro legale sperimentale.

Questo genere di asset diventano ufficialmente proprietà, sollecitando un sentiment di supporto in un momento di massima espansione del mercato.

La nuova legge impone anche un nuovo regime fiscale agevolato, dove mining e vendita di titoli sono esenti dall’imposta sul valore aggiunto (IVA).

La Duma di Stato russa, la camera bassa del parlamento, ha approvato questa riforma in data 26 novembre, per poi passare sulla scrivania di Putin.

Il quadro mira a regolamentare il settore delle criptovalute con un focus su trasparenza e responsabilità delle organizzazioni coinvolte nella vendita e nella distribuzione.

https://twitter.com/Ashcryptoreal/status/1862450061394768121

Da sottolineare come la nuova legislazione limita comunque le opzioni fiscali per le entità coinvolte nel mining, che rimangono soggette ad aliquote standard dell’imposta sul reddito.

Questa classificazione richiede comunque che le spese di mining siano dedotte prima di determinare il reddito imponibile.

In questo momento l’imposta sul reddito personale per le transazioni di valuta digitale è al 13% per redditi fino a 2,4 milioni di rubli e  al 15% per importi superiori.

A partire dal 2025, i profitti aziendali dal mining saranno soggetti a una tassa del 25%.

Le sanzioni in caso di mancata osservanza della norma arrivano fino a 40.000 rubli (382,78 dollari) .

https://twitter.com/BitcoinNewsCom/status/1862858382253723805

Russia e mining di BTC

A proposito di mining, ricordiamo che la Russia aveva legalizzato l’attività crittografica di estrazione BTC a fine luglio 2024.

Il presidente ha annullato tutte le restrizioni precedenti, segnando un forte cambiamento normativo dall’ultima politica di ban.

Ad ogni modo rimango attivi alcuni limiti su determinate regioni, tra cui Donetsk, Lugansk, Zaporizhia e Kherson. Anche la Siberia affronta restrizioni stagionali sul mining tra dicembre 2023 e marzo 2031 per gestire la domanda di elettricità.

https://twitter.com/BTC_Archive/status/1821554693820027024

La legge approvata dalla Duma ha introdotto la possibilità a chiunque di sfruttare le proprie capacità di potenza di calcolo per minare BTC, a partire dal 1° novembre 2024.

Anche persone giuridiche e singoli imprenditori registrati presso il Ministero dello sviluppo digitale possono impegnarsi in questo business.

La norma introduce simultaneamente il divieto di pubblicizzare le criptovalute e di offrirle a un numero illimitato di persone.

Putin ha introdotto anche un team di supervisione, suddiviso tra diverse istituzioni tra cui emerge la Banca di Russia.

Quest’ultima avrà il diritto di introdurre un divieto o una restrizione sulle transazioni con valuta digitale per preservare la stabilità monetaria della Russia.

In parallelo, l’entità economica del Paese potrà consentire alle società autorizzate di effettuare transazioni transfrontaliere e scambi di valuta digitale.

Aziende e società che operano in crypto devono necessariamente rivolgersi all’istituto centrale per richiedere l’ingresso nel regime sperimentale.

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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