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Storia del fallimento del fondo 3AC

La storia del primo caso di un fondo crypto che sembra ormai giunto al capolinea della sua avventura: Three Arrows Capital (3AC).

La storia del collasso dell’hedge fund 3AC

La storia dell’hedge fund Three Arrows Capital, dichiarato fallito da un tribunale delle Isole Vergini questa settimana, rappresenta molto bene come la deregulation delle criptovalute possa essere dannosa per il mercato. Fondato nel 2012 a Singapore da Su Zhu and Kyle Davies.

Fin da subito la politica del fondo è sempre stata molto aggressiva in investimenti a volte considerati al limite della spericolatezza. Il fondo è riuscito ad avere anche 10 miliardi di dollari di asset gestiti. I guadagni nel 2021 quando il mercato ha raggiunto i suoi massimi hanno premiato le scelte coraggiose dei due fondatori. 

Ma non appena i mercati hanno cominciato a ripiegare, il fondo ha cominciato a mostrare le prime crepe, dovuta anche ad un’esposizione debitoria considerata da più parti eccessiva. Fino ai primi di giugno, il suo eccentrico fondatore, Zu Shu, ha sempre manifestato tranquillità e fiducia, anche quando la situazione sembrava ormai compromessa. A giugno, dopo il fallimento di Terra, scriveva tweet che invitavano ad avere fiducia su Bitcoin e sul mercato in generale, ma evidentemente si trattava di disperati tentativi di nascondere la disastrosa situazione in cui versava il suo fondo.

Per evitare problemi con le autorità regolatorie di Singapore, la società ha spostato la sua sede legale alle Isole Vergini, da sempre considerato uno degli ultimi paradisi fiscali rimasti. 

Ed è per questo che proprio da un tribunale delle Isole Vergini è partita qualche giorno fa la richiesta di fallimento per la società. Tutto era iniziato a giugno quando Debirit, piattaforma specializzata in future ed opzioni, ha comunicato che il fondo non aveva rimborsato un prestito, facendo scattare così il meccanismo di margin call.

Deribit ha venduto tutte le sue posizioni del fondo per rientrare del proprio prestito, ed ha chiesto il pagamento dei restanti 80 milioni di dollari di interessi e perdite accumulate, che il fondo non è stato in grado di ripagare.

Anche la piattaforma Voyager affronta un dissesto finanziario

La stessa cosa è accaduta con la piattaforma di prestito di criptovalute Voyager, che a fine giugno ha prima chiesto a 3Ac di rientrare degli interessi di 25 milioni di dollari sul prestito da 690 milioni contratti. Una volta che 3AC non è stato in grado di ripagare, Voyager ha aperto la procedura di inadempienza che ha poi portato il tribunale delle Isole Vergini a dichiarare bancarotta per il fondo.

Secondo alcune indiscrezioni, a far saltare definitivamente i conti del fondo, sarebbe stata la grande esposizione sull’ecosistema Terra, che una volta fallito, avrebbe provocato enormi perdite all’hedge fund.

La società di consulenza Teneo, nominata dal tribunale come liquidatore del fondo, ha già fatto intendere che la situazione dei conti di 3AC potrebbe essere molto peggio di quello che si pensa. 

Secondo un quotidiano economico di Singapore, Business Time, Zhu avrebbe messo in vendita una casa a Singapore, acquistata due anni per 30 milioni di dollari, il cui ricavato probabilmente dovrà evidentemente essere messo a disposizione del tribunale. Segno tangibile che anche per Zhu il tempo della fiducia e dell’ottimismo sembra giunto alla fine, come la storia imprenditoriale del suo fondo 3AC.

Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo è genovese di nascita ma milanese di adozione. E' laureato in scienze politiche. E' un giornalista, blogger, scrittore, esperto di marketing e digital advertising. Dopo una lunga esperienza nel marketing tradizionale, comincia attività con il web e il digital advertising nel 2011 fondando una società Le enfants. Da sempre appassionato di web e innovazione, nel 2018 approfondisce le tematiche legate alla blockchain e alle criptovalute. Trader indipendente in criptovalute dal marzo 2018, collabora con aziende del settore come content marketing specialist. Nel suo blog. mediateccando.blogspot.com, da tempo si occupa soprattutto di blockchain, che considera come la più grande innovazione tecnologia dopo Internet. A novembre è prevista l'uscita del suo primo libro sulla blockchain e il fintech.
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