Martedì 30 aprile ad Hong Kong sono stati inaugurati 6 nuovi ETF Bitcoin spot, aprendo la possibilità di fare trading regolamentato di criptovalute a tutti i cittadini del territorio autonomo nel Sudest della Cina.
Al debutto questi particolari prodotti di investimento, lanciati da 3 emittenti differenti, hanno totalizzato inflow per 292 milioni di dollari, arrivando a quasi la metà rispetto a quanto registrato dagli ETF Bitcoin in USA al primo giorno di contrattazioni.
Nonostante ciò però, i volumi di scambi sono rimasti a soli 12 milioni di dollari, mettendo in discussione la loro influenza sul mercato delle criptovalute.
Vediamo tutti i dettagli di seguito.
Summary
ETF Bitcoin ad Hong Kong: ottimi flussi di capitale al primo giorno, ma i volumi rimangono bassi
Dati alla mano, il debutto degli ETF Bitcoin spot ad Hong Kong martedì 30 aprile è stato tutto sommato un successo inaspettato, con gli afflussi di capitale che hanno raggiunto i 292 milioni di dollari.
Nonostante il mercato più ampio degli ETF ad Hong Kong sia relativamente minuto, con un AUM di 50 miliardi di dollari, nel primo giorno di trading gli inflow sono stati quasi la metà rispetto a quelli segnati nel lancio dello stesso prodotto negli USA, dove però il market size degli ETF è decisamente più grande e si attesta a 9000 miliardi di dollari.
China Asset Management da sola ha attirato 1,1 miliardi di HK, valutati 140 milioni di dollari, segnalando un forte interesse da parte degli investitori.
Già a mezzogiorno, 3 dei 6 ETF lanciati nella regione amministrativa speciale cinese, hanno segnato guadagni di circa il 2,6%, mentre BTC perdeva il 5% nel mercato crittografico.
Gli ETF su Ethereum sono rimasti pressoché stabili, senza particolare variazioni di prezzo.
Nonostante il risultato notevole dei ETF Bitcoin ad Hong Kong, che hanno generato afflussi di capitali significativi al primo giorno, c’è da sottolineare come i volumi di scambio abbiano invece deluso profondamente le aspettative.
In totale il volume dei sei nuovi crypto ETF (contando anche quelli su ETH) alla campana di chiusura del primo giorno è stato di 87,58 milioni di HK, ovvero 12,4 milioni di dollari.
Questo numero è di gran lunga inferiore rispetto al volume di negoziazione del primo giorno degli ETF spot su Bitcoin statunitensi.
C’è da da dire però che negli Stati Uniti al lancio di questi prodotti di investimento, viene conteggiato come volume anche il “seed capital”, mentre ad Hong Kong è considerato come un afflusso di capitale.
Il China Asset Management (CAM) Bitcoin ETF è risultato di gran lunga quello più attenzionato dagli investitori, con un volume di scambi pari a 4,6 milioni di dollari, mentre Harvest Bitcoin ETF ha registrato transazioni per 2,2 milioni di dollari.
A chiudere il podio Bosera Haskey Bitcoin EF con 1,5 milioni di dollari di scambio.
Questi numeri non sono particolarmente incoraggianti per il futuro e ci fanno pensare che gli ETF della borsa orientale non avranno un impatto così significativo nella price action di Bitcoin nel breve termine e che anche gli afflussi si ridurranno nei prossimi giorni
Ad ogni modo nel lungo periodo contribuiranno sicuramente ad elevare la criptovaluta come un asset da investimento, riducendo potenzialmente la fornitura circolante sui mercati.
Il South China Morning Post ha riportato come i gestori di fondi e i broker locali ad Hong Kong stiano cercando di attirare nuovi investitori, offrendo esenzioni dalle fee verso i nuovi ETF crypto.
In particolare Harvest prevede una rinuncia alle commissioni di gestione per sei mesi, mentre Borsera per quattro mesi.
Bitcoin torna a 64.000 USD e riaccende gli animi dei tori
Mentre gli ETF BItcoin ad Hong Kong generano buoni afflussi di capitale a fronte di volumi poco significativi, la criptovaluta sottostante lotta per tenere una struttura di prezzo bullish e proseguire il bull market.
Il debutto di questi strumenti di investimenti nella regione amministrativa cinese potrebbe aver sancito il low del ritracciamento che era in atto negli scorsi giorni sulle borse crittografiche, il quale aveva portato Bitcoin dai 72.000 USD fino a 56.500 USD.
Oggi però, dopo un weekend positivo per la reazione della domanda, la moneta è riuscita a tornare a 64.000 USD, riaprendo la possibilità di riprendere un rally rialzista.
Purtroppo i volumi non sono particolarmente incoraggianti e potrebbero suggerire la possibilità di un rigetto da qui a breve da parte dell’offerta.
Ora occhi puntati sui 67.500 USD, la cui rottura potrebbe innescare un squeeze al rialzo viste le liquidazioni short miliardarie che scatterebbero su questa soglia di prezzo.
Da sottolineare all’interno di questo contesto come venerdì 3 maggio gli ETF Bitcoin i USA abbiano registrato inflow per 378 milioni di dollari secondo i dati di Farside Investors.
Il dato positivo arriva dopo 7 giorni consecutivi di outflow per un totale di 1,22 miliardi di dollari fuoriusciti dalle borse crittografiche USA.
Dal loro lancio gli ETF USA hanno totalizzato inflow per 11,5 miliardi di dollari, nonostante Grayscale da sola abbia liquidato oltre 17,4 miliardi di dollari di posizioni su BTC.
Monitorare il risultato degli ETF ad Hong Kong e metterli a paragone con quelli statunitensi sarà fondamentale nei prossimi mesi per poter valutare in che modo queste dinamiche influiscono sulla price action di Bitcoin e per poter fare previsioni a medio termine.
