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Liquidazioni per 550 milioni di dollari nei mercati crypto derivati: ecco cosa fare

Nelle ultime 24 ore le liquidazione di posizioni short e long nel mercato crypto futures hanno raggiunto un controvalore decisamente elevato, attestandosi intorno ai 550 milioni di dollari.

Il rally di Bitcoin e l’attacco ai massimi storici è accompagnato da una corsa al rialzo anche per Ethereum e per molte altre altcoin, che registrano una volatilità estrema ambo le direzioni.

Open interest ai massimi degli ultimi 3 anni e funding rate esposto in maniera eccessivamente positiva completano il quadro di questa fomo incontrollabile.

Rimanere lucidi nel mezzo dell’euforia sembra davvero difficile, ma osservando i dati e focalizzandosi sui livelli di prezzo dove confluiscono più liquidazioni, possiamo trarre delle conclusioni razionali e ben ponderate rispetto al rischio che presenta in questo momento il mercato crypto.

Tutti i dettagli di seguito.

Liquidazioni alle stelle nei futures crypto mentre sale la volatilità del mercato

Quella delle ultime 24 ore è una situazione davvero insolita per il mercato dei crypto derivati, in particolare per la sezione dei futures sui maggiori exchange come Binance, Bybit, Okx e Huobi dove si registrano liquidazioni superiori al mezzo miliardo di dollari.

Ricordiamo che il termine “liquidazione” indica una situazione in cui uno scambio viene chiuso forzatamente e la posizione con leva finanziaria di un trader a causa di una perdita parziale o totale del margine iniziale del trader. 

Grandi liquidazioni possono segnalare il massimo o il minimo locale di un forte movimento dei prezzi, il che può consentire ai trader di posizionarsi di conseguenza.

Osservando la grafica delle liquidazioni offerta da Coinglass possiamo osservare un “REKT” complessivo di 550 milioni di dollari nell’ultima giornata di contrattazione speculative, divise in maniera più o meno equa tra short e long.

Di tutte queste, 246 milioni sono avvenute su BTC ed ETH (con prevalenza di short liquidati) mentre in molte “alternative coin” le chiamate in margin call sono avvenute a discapito dei long.

Sul fronte memecoin, dove in questi giorni abbiamo assistito ad un’esplosione dei prezzi fuori dal comune, notiamo che monete come DOGE, PEPE, WIF e MEME presentano liquidazioni dei tori maggiori rispetto a quelle degli orsi.

In totale il gruppo ha lasciato sul piatto oltre 31 milioni di dollari in posizioni long, nonostante la tendenza rialzista di questi giorni.

SHIB, BONK, LINK, DOT, THETA e  SOL guidano  invece la scia delle liquidazioni short con 44 milioni di dollari persi dagli scommettitori a ribasso.

liquidation heatmap

Il rally di BTC in zona 68.000 dollari ha innescato un flusso di forti scambi sui mercati crittografici, dove i traders hanno fatto uso pesantemente della leva finanziaria, consentendo dunque di scambiare più di quello che effettivamente possiedono eccitando ancora di più un mercato in piena euforia.

L’open interest su BTC ed ETH, che descrive la somma di posizioni aperte sull’intero settore derivati, ha raggiunto un controvalore che non si registrava da ormai 3 anni durante lo scorso bull market, rispettivamente di 18,3 e 9,4 miliardi di dollari.

Il funding rate sui due asset più capitalizzati del settore crypto è alle stelle, ma lo stesso vale anche per il resto delle alt, dove vediamo i traders richiedere MOLTA leva a rialzo.

Il funding rate delle ultime 8 ore superano in quasi tutti i casi la soglia dello 0,1% (i long pagano questo interesse agli short) arrivando addirittura al di sopra dello 0,18% su LINK, ADA e DOGE e al di sopra dello  0,25% su PEPE e BONK.

In riferimento a questi temi, martedì il fondo QCP Capital ha dichiarato in una trasmissione Telegram che:

“Gli acquirenti con leva finanziaria probabilmente non cederanno finché non supereremo i massimi storici, il che potrebbe accadere in qualsiasi momento, Si tratta di un livello di leva finanziaria simile a quello che abbiamo visto nel 2021, spingendo la parte anteriore della curva più in alto e mantenendo elevato il back-end”.

Attenzione a questi livelli di prezzo su BTC: alto rischio di squeeze o flash crash

Mentre i trader sono in fibrillazione per l’arrivo dell’halving di Bitcoin cerchiamo di fare mente locale ed individuare i livelli di liquidazione più importanti per l’asset, dove si concentra gran parte della liquidità presente

Con l’eccitazione e l’entusiasmo del mercato crypto ai massimi, e con la volatilità dei prezzi che ha raggiunto un livello estremo, il rischio di squeeze al rialzo o di flash crash aumenta notevolmente, dunque è necessario essere consapevoli dei rischi a cui stiamo andando incontro.

Partiamo dal presupposto che per analizzare la situazione inerenti alle zone di liquidazione futures più importanti, ogni exchange presenta dati a sé.

In questa sede prendiamo come mercato futures di riferimento l’exchange di criptovalute Binance, poiché da solo raggruppa circa un quarto di tutto il volume derivato su Bitcoin.

Secondo i dati di Coinglass su questa piazza d’affari, nelle ultime 24 ore i livelli di prezzo più attenzionati sono, ovviamente, quelli situati al di sopra dei massimi storici a 69.000 dollari.

Sorpassato quel livello potrebbero scattare liquidazioni short per 45 milioni di dollari circa, con rischio di potenziale squeeze al rialzo.

La supply shock di Bitcoin sui desk OTC, contribuisce ancor di più a rendere realtà questo ipotetico scenario, essendo gli ETF di Wall Street obbligati a comprare spot le monete come sottostante dei propri fondi, causando una riduzione sostanziale dell’offerta e contribuendo all’impatto della domanda sui prezzi.

liquidazioni crypto bitcoin

Allargando leggermente gli orizzonti, su time frame settimanale, vediamo, invece, come la parte sostanziosa delle liquidazioni si trova nella fascia di prezzo compresa tra i 60.000 dollari e i 61.500 dollari.

Qui ci sono oltre 2 miliardi di dollari pronti a saltare in caso di caduta (i valori potrebbero variare mentre BTC avvicina il suo prezzo al fatidico livello) che potrebbero innescare un’inversione del trend di breve periodo, con il passaggio del bias da rialzista a ribassista.

Attenzione a non farsi ingannare da potenziali flash crash con spike che terminano al di sopra di queste zone di prezzo: finchè BTC non perde i 60.000 dollari il trend bullish è sano e salvo nell’immediato.

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Infine, facendo ulteriormente zoom-out, notiamo come il focus si sposta sul livello prezzi compreso tra i 49.500 dollari e i 50.500 dollari.

In questo range troviamo la bellezza di oltre 5 miliardi di dollari in posizioni long pronti ad evaporare in caso di crollo.

Un ritorno al di sotto di questi prezzi causerebbe inevitabilmente una perdita dell’entusiasmo favorendo il panico totale, con l’outlook che verrebbe totalmente ribaltato a favore di eccedenza degli short piuttosto che dei long.

Si tratta di uno scenario alquanto improbabile al momento, ma che dobbiamo tenere in considerazione vista l’imprevedibilità del mercato.

Molto interessante notare anche il vuoto di ipotetiche liquidazioni compreso tra i 55.500 dollari e i 51.000 dollari: ciò significa che i trader sono contemporaneamente esposti  su livelli di prezzo maggiori e inferiori rispetto a questo range.

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Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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