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Unit-e: la crypto delle università statunitensi

Le migliori università degli USA stanno collaborando per creare la propria crypto. Alcuni professori del MIT, di Stanford, ma anche di Berkeley, sono al lavoro infatti su Unit-e.

Unit-e si pone come obiettivo quello di riuscire in quello che bitcoin non riesce ancora a fare: processare migliaia di transazioni al secondo. Questo progetto è la prima iniziativa del Distributed Technology Research (DTR), fondazione no-profit supportata da Pantera Capital Management LP in cui i migliori professori lavorano su tecnologia decentralizzata.

Cos’è Unit-e?

mit unit-e
Il logo di Unit-e.

Bitcoin, ad oggi ancora regina indiscussa delle crypto, non è ancora adottato su scala globale e il principale freno è la scalabilità della rete. Di fatto il network non è in grado di gestire migliaia di transazioni al secondo anche se gli sviluppatori stanno tentando di risolvere il problema con Lightning Network.

Unit-e dovrebbe risolvere proprio i problemi che stanno affrontando gli sviluppatori di Bitcoin. La rete, se le promesse verranno rispettate, sarà molto veloce: si parla di  10.000 operazioni al secondo (più di quelle che può gestire Visa, circa 1700/s) contro le 3 al massimo 7 di Bitcoin e le 10 / 30 di Ethereum.

Per raggiungere questi obiettivi i ricercatori stanno cercando di implementare in modo intelligente lo sharding (processo per cui ogni nodo contiene solo parte della blockchain).

Unit-e garantirà bassa latenza, un throughput molto alto e si appoggerà alla Proof of Stake. Gli sviluppatori implementeranno le migliori tecnologie e i protocolli più avanzati (UTXO snapshot, Dandelion Lite, SegWit).

Secondo Pramod Viswanath, ricercatore e professore all’Università dell’Illinois Urbana-Champaign, il team ha dapprima studiato la tecnologia blockchain per comprenderne i limiti e poi ha iniziato a progettare Unit-e.

“Bitcoin ci ha dimostrato che la decentralizzazione è possibile, ma il network non scala sufficientemente alla svelta per essere utilizzabile a livello mondiale. È stata un’invenzione che ha la capacità di cambiare le vite umane, ma ciò non accadrà a meno che non venga risolto questo problema.

Il codice sorgente è disponibile su GitHub e sul sito ufficiale è possibile consultare il whitepaper.

Matteo Gatti
Matteo Gatti
Ingegnere informatico appassionato di tecnologia e di tutto ciò che vi ruota attorno. Segue con interesse il mondo delle criptovalute e lo sviluppo della tecnologia Blockchain. Scrive anche di Linux su LFFL.
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