Bruciati EOS per un controvalore di $167 milioni
Bruciati EOS per un controvalore di $167 milioni
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Bruciati EOS per un controvalore di $167 milioni

By Matteo Gatti - 9 Mag 2019

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Sono stati bruciati circa 34 milioni di token EOS (per la precisione 34,171,037) con l’obiettivo di ridurre il tasso di inflazione della blockchain dal 5% all’1%. La transazione è stata eseguita ieri ed è chiaramente irreversibile.

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eos token burn

La maggior parte dei block producer di EOS ha votato per questa iniziativa lo scorso 31 luglio 2018. L’account da cui rimuovere i token è stato stabilito a gennaio 2018 parallelamente al lancio della blockchain di EOS. L’account che è stato poi usato per 8 mesi per accumulare i fondi.

Circa 3.6 milioni di token ($17 milioni) vengono depositati mensilmente nell’account eosio.savings e tale ammontare è in continua crescita proprio a causa dell’inflazione. La blockchain di EOS ha un tasso d’inflazione pari al 5% su base annua e il 4% viene depositato in eosio.savings mentre il restante 1% viene assegnato ai block producer.

Questa situazione stava diventando insostenibile per questo si è deciso di rimuovere l’80% dell’inflazione lasciando solo quell’1% dedicato ai block producer. L’iniziativa è stata supportata anche dalla community.

Community che è in continua crescita: da poco la blockchain di EOS ha superato la soglia del milione di account attivati grazie all’introduzione del sistema di referendum per promuovere e proporre modifiche alla blockchain e a diversi nuovi progetti come REX, sistema che permette di avere delle entrate cedendo in stake i propri token.

Tornando al token burn, così recitava la proposta:

“Questa grande quantità di token accumulati nel corso dei mesi è diventata eccessiva e dobbiamo intervenire altrimenti diventerà un vettore di attacco per la rete”.

Chiaramente la riduzione della supply è vantaggiosa per i possessori dei token che avranno ora un valore maggiore. EOS è attualmente al sesto posto per capitalizzazione di mercato con un market cap pari a circa 4.5 miliardi di dollari.

Matteo Gatti

Ingegnere informatico appassionato di tecnologia e di tutto ciò che vi ruota attorno. Segue con interesse il mondo delle criptovalute e lo sviluppo della tecnologia Blockchain. Scrive anche di Linux su LFFL.

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