Purtroppo la vicenda ed il lancio della token sale di Telegram per Gram, così come per l’infrastruttura TON, continua ad avere problemi e non cessa così a far parlare di sé.
Qualche ora fa, infatti, la corte del distretto di New York ha diffuso un documento, in cui si mette in luce tutto il processo che ha coinvolto il rilascio di Gram partendo dalla prima token sale di 2,9 miliardi di Gram a 175 acquirenti per 1,7 miliardi di dollari.
A proposito di questo, SEC aveva chiesto i dati finanziari relativi alla ICO (Initial Coin Offering), ma Telegram si è rifiutata di condividerli.
Parliamo comunque di cifre importanti, che gli acquirenti hanno investito proprio con l’intento di liberarli all’interno del mercato pubblico, ma questo non potrà accadere.
Per la Corte, infatti, Gram non ha rispettato i parametri della SEC in materia di security:
“La Corte ritiene che la SEC abbia dimostrato una sostanziale probabilità di successo nel dimostrare che i contratti e le intese in questione, compresa la vendita di 2,9 miliardi di token Gram a 175 acquirenti in cambio di 1,7 miliardi di dollari, sono parte di un più ampio schema di distribuzione di quei Gram in un mercato pubblico secondario, che sarebbe appoggiato dagli sforzi continui di Telegram. Considerando le realtà economiche secondo il test Howey, la Corte ritiene che, nel contesto di tale schema, la rivendita di token Gram nel mercato pubblico secondario sarebbe parte integrante della vendita di security in assenza di una dichiarazione di registrazione obbligatoria“.
Questo vuol dire in pratica che gli acquirenti del token non possono rivenderlo.
Anche se questa ingiunzione preliminare non mette la parola fine alla vicenda, comporta comunque un delineazione dettagliata di come verrà affrontato il processo alla luce di questi nuovi elementi.
Adesso non resta che aspettare la prossima mossa di Telegram per vedere come reagirà a questa nuova mozione.