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Bitcoin, “tutti capitolano”: JP Morgan ha cambiato idea

Anche JP Morgan sembra essersi arresa ad un evidenza: il prezzo di Bitcoin sta crescendo e questo lo renderà un asset sempre più appetibile sul mercato.

In un recente report la banca statunitense aveva convenuto che alla fine gli investitori istituzionali avrebbero preferito Bitcoin all’oro. Secondo questo report, la capitalizzazione stessa di BTC dovrebbe crescere di 10 volte per sopportare la domanda degli investitori. È un’ammissione di quanto Bitcoin sia diventato un asset desiderato.

Bitcoin non piace al CEO di JP Morgan

Ma non è sempre stato così. Infatti il CEO di JP Morgan, Jamie Dimon, nel 2017 definì Bitcoin una truffa. Inoltre proibiva ai suoi dipendenti di fare trading con Bitcoin per due ragioni:

“È contro le nostre regole e sono stupidi”.

Bitcoin era definito:

“Peggiore dei bulbi dei tulipani, non finirà bene. Qualcuno rimarrà ucciso”.

Come è andata in seguito? Queste dichiarazioni sono datate settembre 2017, Bitcoin valeva circa 3.000 dollari. 

A dicembre sarebbe schizzato a 20.000 dollari, per poi crollare a gennaio 2018. Da allora Bitcoin ha iniziato un percorso di alti e bassi culminato nei 3.400 dollari di dicembre 2018, seguito dai 13.000 dollari di giugno 2019, per poi sperimentare il crash di marzo 2020 che lo ha riportato sotto i 4.000 dollari. 

Da marzo 2020, Bitcoin ha iniziato una risalita culminata in questi giorni con il prezzo ad un passo dai 19.000 dollari, vicinissimo al record storico di sempre.

Ma Jamie Dimon non ha cambiato idea.

Proprio nei giorni scorsi in un intervento, il CEO di JP Morgan ha commentato:

“Bitcoin is not my cup of tea”

Un’espressione che rivela ancora una volta come il CEO della banca statunitense non si sia convinto della bontà di Bitcoin.

Ma la sua banca sembra andare in un’altra direzione, almeno nelle relazioni distribuite agli investitori.

“Tutti capitolano”

Ci vuole ancora pazienza. Come ha commentato Anthony Pompliano su Twitter:

“Alla fine, tutti capitolano”.

Del resto tanti hanno cambiato idea su Bitcoin. Una persona scettica era Stanley Druckenmiller, che nel 2018 profetizzava la fine di Bitcoin mentre nei giorni scorsi ha ammesso di aver acquistato BTC. 

C’è poi chi resta scettico come Ray Dalio che continua a nutrire dubbi sulla validità di Bitcoin. 

A dare le risposte sarà il tempo. Bitcoin dal mese di ottobre ha innescato una corsa che lo ha portato a crescere di prezzo in un modo che a tutti ricorda la bull run del 2017.

Saranno le prossime settimane a dire se il prezzo subirà scossoni ed eventualmente perdite di valore, o se è destinato a crescere ancora. Questo andamento stabilità se hanno ragione gli entusiasti come Anthony Pompliano, oppure se le critiche di Jamie Dimon e soci siano fondate.

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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