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Jesse Powell (Kraken): Bitcoin cambierà il mondo

Per Jesse Powell (CEO e fondatore dell’exchange Kraken) Bitcoin si dimostrerà migliore dell’oro. 

Lo ha detto in una breve intervista a Bloomberg in cui ha analizzato il momento storico che stanno vivendo Bitcoin e le criptovalute. 

Sicuramente questo è stato l’anno in cui gli investitori istituzionali hanno aperto le porte a Bitcoin. Microstrategy e MassMutual sono solo due delle compagnie che hanno scelto di allocare le proprie risorse in BTC. Dice a tal proposito il CEO di Kraken:

“Penso che un sacco di investitori istituzionali abbiano tanto denaro cash nel loro bilancio. Un sacco di compagnie quotate stanno ora acquisendo Bitcoin. Penso che la domanda storicamente sia stata come giustificare il fatto di avere un asset esotico e volatile come Bitcoin nel tuo bilancio, mentre quest’anno sia diventata come giustificare il fatto di non avere Bitcoin nel tuo bilancio, con la performance che abbiamo visto” 

Secondo il CEO di Kraken anche il dollaro si è dimostrato molto volatile: 

“Con l’inflazione che stiamo vedendo ora nel mercato, avere dollari sembra molto rischioso, se comparato a qualcosa come il Bitcoin, che è completamente finito e prevedibile e anche una più grande riserva di valore rispetto a qualcosa come l’oro”. 

Il suo discorso prosegue sostenendo che la gente adesso non crede nella moneta fiat, perché se ne sta immettendo troppa in circolazione e probabilmente gli stimoli economici continueranno. Per questo stanno investendo in altro. 

Questo spiega l’ingresso degli investitori istituzionali in BItcoin, ma non per questo la volatilità di BTC, definita dal conduttore “Il tallone di Achille” della criptovaluta, è destinata a calare. Per Jesse Powell infatti la volatilità di Bitcoin non diminuirà finché BTC non rimpiazzerà tutte le monete del mondo (scenario abbastanza suggestivo). E aggiunge:

“Tra 28.000 dollari e un milione di dollari avremo un sacco di volatilità, potenzialmente per un altro decennio. Per questo penso che la volatilità non finirà presto. Bitcoin certamente non è per i deboli di cuore”.

Jesse Powell: Bitcoin non è il far west

Ma non c’è solo Bitcoin. Per Jesse Powell chi vuole investire in criptovalute deve guardare anche ad Ethereum. La performance di Ethereum in questo 2020 è stata sorprendente, sicuramente anche per il boom del settore DeFi. La finanza decentralizzata, a detta del CEO di Kraken, ha avuto il merito di rimuovere gli intermediari dalla stipula dei contratti e questo viene definito:

“Una grande storia di successo”.

Il 2021 sarà l’anno della regolamentazione. Spiega a tal proposito Jesse Powell che il settore non è il far west come si vuole far credere. Al contrario, le nazioni dove i mercati sono maggiori vedono una regolamentazione quasi da regime, mentre altre semplicemente applicano le regole che già ci sono. Sicuramente il settore è molto cambiato dall’anno in cui Kraken fu fondato, il 2011. Per Jesse Powell:

“I regolamentatore stanno diventando sempre più esperti. Non penso che ci sia il rischio di una sorta di frettolosa repressione del mercato. Io penso che stiano comprendendo meglio il rischio e che si stiano formando, e stiano comprendendo che questa è una tecnologia notevole non diversa da internet che ha la potenziatlità per cambiare completamente il mondo”. 

Bitcoin e le criptovalute possono cambiare il mondo perché arriveranno anche agli unbanked, sostiene Powell. Un quarto della popolazione mondiale infatti non ha un conto corrente. Le criptovalute risolvono questo problema, e  in questo sta il loro potenziale. Per questo i governi, in particolare quello degli Stati Uniti non vorranno “schiacciare” le criptovalute.

In realtà i fatti dicono che la regolamentazione rischia di essere più stringente, soprattutto negli Stati Uniti. È proprio qui che si rischia di mettere nelle condizioni gli exchange di non trasferire fondi ai wallet anonimi, facendo venire meno uno dei punti di forza delle criptovalute.

Mentre il caso della causa della SEC a Ripple, e le conseguenze sul prezzo di XRP, letteralmente sprofondato, dimostrano come i governi nazionali possano fare male al settore. 

Su questi aspetti c’è ancora molto da lavorare.

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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