HomeCriptovaluteBitcoin: in Abkhazia sequestrate 6mila macchine per il mining 

Bitcoin: in Abkhazia sequestrate 6mila macchine per il mining 

Il Presidente dell’Abkhazia, Aslan Bzhania, ha rivelato durante una conferenza stampa, che le autorità abkhaze hanno sequestrato 6.000 macchine per il mining di criptovalute.

La regione offre ai miners tasse accessibili e basso dispendio energetico 

Le attività di mining crypto in Abkhazia sono vietate fino a marzo 2022, a causa degli aumenti del carico che generano sulla rete elettrica e della carenza di elettricità che causano.

Le apparecchiature sequestrate sono conservate in un magazzino speciale, ma secondo alcune stime nel paese ve ne sarebbero circa altre 30.000 in funzione. 

Tempo fa la regione è diventata un importante luogo per il mining di criptovalute, grazie ad un costo contenuto dell’elettricità e delle tasse pressoché nulle che hanno attirato molti miner, causando però continui problemi alle reti elettriche. 

Il Paese tempo fa ha avviato una vera e propria lotta contro il mining crypto per ridurre il consumo di elettricità, tanto che ormai non ci sarebbero più grandi mining farm nel Paese. Sono comunque molti i miner crypto, visto che gli stessi  abitanti utilizzano il mining come fonte di reddito alternativa. 

Bzhania vorrebbe legalizzare questo business realizzando un apposito “tecnoparco” dove i miner potrebbero estrarre criptovalute legalmente, ma nel frattempo ha autorizzato la polizia al sequestro di massa delle attrezzature. 

Abkhazia Bitcoin
L’Abkhazia chiude mining farm

I problemi legati alla produzione energetica e l’idea per un mining consapevole

Venerdì scorso, durante una riunione del presidente del Consiglio con la dirigenza, è stato ammesso che la lotta il mining crypto nel Paese fino ad ora non ha prodotto risultati tangibili.

Il processo di estrazione di criptovalute è a tutti gli effetti un’attività molto energivora, e per un paese con problemi di produzione e distribuzione di energia elettrica questo può decisamente aggravare la situazione.

Il governo ritiene che ad oggi il mining sia una delle principali cause del crescente deficit di elettricità del Paese.

Il divieto temporaneo fu introdotto nel 2018, ma è stato poi esteso fino a 31 marzo 2022. Nonostante ciò non pare stia funzionando. 

Secondo l’ingegnere energetico Pavel Maksimov il motivo del fallimento di tale divieto risiederebbe nelle difficoltà dell’esercitare un reale controllo sui miner non autorizzati, visto che gli ispettori raramente riescono a scovarli. 

Visto il fallimento di tale politica, non solo è possibile che i veri e propri raid contro i miner continuino, ma che il Paese possa anche decidere di intensificarli. 

L’altra linea su cui si sta muovendo il governo per risolvere i problemi energetici è quello di un accordo con la vicina Russia, in modo da ricevere forniture aggiuntive di elettricità per poter consentire ai miner di minare legalmente. Per ora però questa soluzione non sembra in dirittura di arrivo. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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