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Tether e la risposta a Bloomberg: “le riserve ci sono”

“Insinuazioni e disinformazione”: con queste parole Tether replica a Bloomberg, dopo la pubblicazione di un lungo report in cui si torna a parlare della storia di Tether, delle sue riserve e del suo management.

Il report di Bloomberg su Tether

Il lungo articolo di Bloomberg Businessweek ha un titolo emblematico: “Anyone seen Tether’s billion?” (Qualcuno ha visto i miliardi di Tether?). Nel testo si narra la scalata di Tether che attualmente vanta una capitalizzazione di mercato da 69 miliardi di dollari.

Si fa anche riferimento al CFO Giancarlo Devasini e al suo passato di chirurgo plastico, ai vari banchieri che hanno ruotato intorno a Tether, e a tutta una serie di episodi volti a dimostrare che Tether non ha i 69 miliardi di dollari che dice di avere.

C’è di più: secondo l’articolo Tether avrebbe anche prestato le sue riserve, ad esempio a Celsius, noto wallet crypto che è a sua volta una piattaforma di prestito.

La collateralizzazione di Tether

La tesi di fondo è che se Tether investe le sue riserve e quell’investimento va a buon fine, anche un guadagno dell’1% comporta un aumento di 690 milioni di dollari alla capitalizzazione totale.

Se un prestito non dovesse rientrare, Tether perderebbe la sua collateralizzazione. In pratica, non varrebbe più quella legge che impone alla stablecoin che 1 USDT sia uguale a 1 USD, perché avrebbe meno capitali in pancia per mantenere la collateralizzazione.

In questo caso, è l’analisi che viene fatta, se improvvisamente tutti gli holder di Tether decidessero di riconvertire i loro token in dollari USA, non ci sarebbe denaro sufficiente per tutti. Questo produrrebbe un crack dell’intero sistema crypto. 

In più, il giornale ipotizza che Tether possa aver investito in aziende cinesi, anche se tra quelle coinvolte non ci sarebbe Evergrande, il colosso dell’immobiliare sull’orlo del collasso.

Di tutto questo si starebbero occupando anche alti funzionari del governo degli Stati Uniti, a partire dal segretario del tesoro Janet Yellen.

Secondo Bloomberg, lo scorso luglio ci sarebbe stato un incontro tra la stessa Yellen e alcuni funzionari della SEC in cui si è ipotizzato di regolamentare Tether come una banca, oppure di rendere i token USDT una sorta di moneta ufficiale degli Stati Uniti. L’esito dell’incontro non è stato rivelato da Bloomberg.

tether Bloomberg
Tether ha una capitalizzazione di mercato da 69 miliardi di dollari

La replica di Tether

Tether non è certo nuova ad articoli di stampa che mettano in dubbio la sua bontà, la natura delle riserve e il passato del suo management. Era già successo con il Financial Times lo scorso luglio.

Bloomberg è andato oltre le vicende personali, raccontando di riserve che non ci sarebbero, o meglio, che nessuno ha visto. Ma Tether è obbligata a rendere le sue riserve trasparenti e lo fa con audit resi pubblici ogni 4 mesi, l’ultimo dei quali datato 30 giugno.

Per questo alla ricostruzione di Bloomberg ha replicato senza esitazioni:

“Le criptovalute – e Tether in particolare – stanno promuovendo una rivoluzione nell’inclusione finanziaria, trasformando un modello che non funziona in un mondo moderno. Questo articolo non fa altro che tentare di perpetuare un falso e invecchiato arco narrativo su Tether basato su insinuazioni e disinformazione, condiviso da individui scontenti senza alcun coinvolgimento o conoscenza diretta delle operazioni del business. È un altro stanco tentativo di minare un leader del mercato il cui track record di innovazione, liquidità e successo parla da solo”.

Tether contesta i personaggi coinvolti nell’articolo, che sono usciti di scena, mentre sottolinea come il testo sia volto a screditare l’attuale CFO, Giancarlo Devasini, che pur avendo un background medico, sta dando un importante contributo al settore crypto.

“Tether, il suo management e la sua comunità stanno lavorando per un mondo più inclusivo dal punto di vista finanziario. Mentre questo può minacciare l’istituzione dei sistemi finanziari tradizionali, noi continueremo a lavorare per i sottorappresentati”.

Tether: le riserve ci sono

La nota di replica di Tether viene poi all’argomento più spinoso: le riserve. A tal proposito da Tether spiegano:

“Ecco i fatti: Tutti i token Tether sono pienamente supportati, come abbiamo costantemente dimostrato. L’azienda ha assunto una posizione di leadership nella trasparenza, fornendo attestazioni di garanzia trimestrali (fino al 30 giugno 2021) che confermano che tutti i token Tether sono pienamente supportati. E queste attestazioni e dichiarazioni confermano anche che la stragrande maggioranza della carta commerciale detenuta da Tether è in emittenti con rating A-2 e superiore”.

Infine, la nota sottolinea la mission e il successo di Tether. Si tratta della stablecoin con maggiore capitalizzazione di mercato, una risorsa in un mondo che cambia, un leader nella rivoluzione finanziaria in atto, con una consapevolezza finale:

“Tether rende la crypto economia più efficiente”.

E chissà che a qualcuno questo non dia fastidio.

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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