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Rapporto Bitcoin – Nasdaq

Fino al 2019 così come ogni bene rifugio che si rispetti, Bitcoin non aveva correlazione con i mercati o meglio era opposta, considerando l’indice Nasdaq come benchmark. 

Quando l’azionario scendeva la criptovaluta saliva e viceversa. Questo ha accresciuto l’idea che la moneta fosse affiancabile all’oro come bene rifugio.

Da gennaio 2010 però un numero sempre maggiore di investitori infatti vedono le crypto come uno strumento finanziario sul quale speculare per una rendita facile nel breve periodo. Questo modus operandi fa venir meno la vocazione protezionistica dell’asset valutario. 

Come si comporta Bitcoin rispetto all’indice tecnologico Nasdaq

bitcoin correlazione wallstreet
La crescente correlazione tra Bitcoin e principali indici azionari di Wall Street

Post 2019 il comportamento del Bitcoin si è invertito. Ad ogni contrazione dei mercati o fluttuazione, la crypto segue lo stesso andamento.

L’8 aprile, il coefficiente di correlazione tra l’andamento di Bitcoin e quello dell’indice Nasdaq è andato vicino al record assoluto registrando un rapporto di 0,69. 

Questo rapporto stretto con il paniere principale dei titoli tecnologici mostra una vulnerabilità della valuta in relazione a questi ultimi in linea con quanto spiegato prima. 

Il ruolo di strumento che riesce a calmierare le perdite in un portafoglio esposto anche al mercato azionario potrebbe venir meno a fronte di una forte virata al rosso del mercato tech, a seguito dell’aumento dei costi dell’energia e della difficoltà di reperire le materie prime e alcuni lavorati (chip). 

Arthur Hayes, cofondatore di BitMEX, si dice pronto a scommettere su un BTC al ribasso al livello testato di $30.000 così come ETH che è visto a $2.500.

Il rapporto è sempre più stretto

Su Medium, una delle principali piattaforme di informazione al mondo, Hayes dipinge un quadro in cui il valore delle crypto sarà correlato in maniera molto stretta all’andamento degli aspetti economici più tradizionali.

Ora che è terminato il peggior trimestre di Borsa da due anni, i titoli tecnologici potrebbero conseguire una tendenza negativa con serie ripercussioni sul valore di Ethereum, Bitcoin e in generale di tutto il settore delle criptovalute.

Le strade di Bitcoin e Nasdaq quindi sembrano proprio convergere ma in tempi così tumultuosi e strani anche gli aiuti possono essere inaspettati o comunque non essere previsti da un occhio frettoloso. 

Mentre la guerra ha dapprima depresso l’economia arrivando in un momento in cui i consumi potevano ripartire ora potrebbe risollevare le sorti dei mercati. 

Da sempre i conflitti, mettendo in moto l’industria militare, hanno coinvolto tutti i settori riqualificando fabbriche, offrendo lavoro, facendo ripartire gli ordini a seguito della domanda di armi, munizioni, tecnologia, abbigliamento tattico, mezzi ecc. da parte delle forze in campo. 

È assodato che a seguito di ogni guerra si sistemano i conti degli stati coinvolti anche di quelli sconfitti (ne è un esempio la Germania). Questo potrebbe portare nuova linfa in casa Nasdaq e galvanizzare il ruolo ritagliatosi dalle criptovalute con l’avvento di questo conflitto in Ucraina. 

D’altro canto la voglia di crypto potrebbe interessare sempre più le parti in causa ed i popoli coinvolti, che potrebbero usarle per eludere sanzioni o spostare capitali al sicuro. 

Il combinato disposto di questi due fattori, attivazione dell’economia tramite l’industria bellica e la funzione elusiva delle criptovalute, potrebbero rinvigorire un’economia che a livello mondiale è in depressione. 

George Michael Belardinelli
George Michael Belardinelli
Ex Corporate manager presso Carifac Spa e successivamente Veneto Banca Scpa, blogger e Rhumière, negli anni si appassiona alla filosofia e alle opportunità che l'innovazione e i mezzi di comunicazione ci mettono a disposizione, in fissa con il metaverso e la realtà aumentata
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