Fidelity Investment, il quarto gestore più grande al mondo di fondi pensione, ha dichiarato martedì che consentirà alle persone di allocare parte dei loro risparmi pensionistici in Bitcoin attraverso i loro piani di investimento.
Summary
Fidelity Investment e i risparmi pensionistici in Bitcoin

Fidelity Investment, il quarto più grande fondo d’investimento al mondo, con oltre 28000 miliardi di dollari in asset gestiti e sede a Boston nel Massachusetts, ha dichiarato di voler permettere ai propri clienti di aggiungere anche investimenti in Bitcoin ai loro piani pensionistici. È la prima volta che un fondo istituzionale apre direttamente alla possibilità di allocare risorse dei propri fondi pensione in Bitcoin.
Dave Gray, responsabile di fidelity per i piani pensionistici, ha detto:
“Abbiamo iniziato a sentire un crescente interesse da parte degli sponsor del piano, organicamente, su come potrebbero essere offerti Bitcoin o come potrebbero essere offerte risorse digitali in un piano pensionistico.”
La società di servizi finanziari ha inoltre osservato che il conto delle risorse digitali sarà ampiamente disponibile entro la seconda metà del 2022.
Una delle prime aziende ad aderire con entusiasmo è stata la società Microstrategy, primo investitore di Bitcoin al mondo, con 125.000 BTC in portafoglio, come comunicato via twitter dal suo CEO Michael Saylor.
MicroStrategy looks forward to working with @DigitalAssets to become the first public company to offer their employees the option to invest in bitcoin as part of our 401(k) program.https://t.co/Za33yj82Qv
— Michael Saylor⚡️ (@saylor) April 26, 2022
Saylor ha annunciato poi alla CNBC:
“Bitcoin è una proprietà digitale e questo lo rende la risorsa perfetta per un piano pensionistico.”
Come funziona il fondo pensionistico?
Secondo quanto fatto trapelare dal New York Times martedì, l’investimento in Bitcoin verrà gestito come un tradizionale fondo comune di investimento e i dipendenti potranno decidere di destinare una percentuale dei loro fondi pensione in Bitcoin.
Secondo il rapporto del NYT, la percentuale sarà limitata e la commissione del conto pensionistico sarà compresa tra lo 0,75% e lo 0,90% della percentuale di attività del proprietario del piano.
Questa mossa di Bitcoin rappresenta una piccola rivoluzione per quanto riguarda la possibilità per gli investitori istituzionali di investire direttamente in risorse digitali, dal momento che negli Stati Uniti non è stato ancora approvato il primo ETF spot in Bitcoin, malgrado la SEC abbia ricevuto in questi mesi una ventina di richieste di quotazioni.
Uno di questi sarebbe proprio della stessa Fidelity, che è stato bocciato dalla SEC nel gennaio scorso. Come risposta a questo diniego da parte dell’autorità di borsa americana, a febbraio Fidelity ha lanciato alla borsa di Francoforte un ETF spot su Bitcoin.
D’altra parte Fidelity, società da tempo molto attenta al mondo delle criptovalute, aveva già lanciato in Canada un ETF spot in Bitcoin, mentre di recente si è detta pronta ad aprire ad investimenti anche in Ethereum
Ma le reazioni da parte delle autorità americane a questa decisione di Fidelity di aprire agli investimenti in Bitcoin per i suoi piani pensionistici è stata molto prudente, se non critica.
Il dipartimento del lavoro americano ha affermato in un comunicato che:
“Questi investimenti presentano rischi e sfide significative per i conti pensionistici dei partecipanti, inclusi rischi significativi di frode, furto e perdita.”
La replica da parte della società di investimento a queste affermazioni è arrivata sempre per bocca di Dave Gray affermando che:
“Il Dipartimento del Lavoro sta sostituendo la propria opinione sulle criptovalute con ciò che giustamente appartiene ai fiduciari degli sponsor del piano.”