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Nexo citata in giudizio in otto Stati americani

Guai in vista per la piattaforma crypto Nexo citata in giudizio dalle autorità di ben otto Stati USA.

Nexo accusata da otto Stati americani

La piattaforma crittografica Nexo, secondo quanto si apprende da fonti governative americane, sarebbe stata citata in giudizio da otto autorità di regolamentazione dei titoli statali statunitensi che rappresentano nell’ordine New York, California, Kentucky, Maryland, Oklahoma, Carolina del Sud, Washington e Vermont.

L’accusa per la piattaforma multiservizi crittografica Nexo, è quella di aver venduto titoli non registrati, secondo quella che è ormai diventata una prassi per le società crittografiche che spesso incappano in accuse di vendita security senza autorizzazione, come nel caso ormai celeberrimo della causa della SEC contro Ripple, che si sta protraendo da quasi due anni ormai.

Nel caso specifico l’accusa portata avanti dal procuratore generale di New York Laetitia James, recita testuale: 

“Nonostante gli avvertimenti dell’Ufficio del Procuratore Generale (OAG) di registrarsi come intermediario o commerciante di titoli e merci, Nexo non si è registrato e ha dichiarato erroneamente agli investitori di essere una piattaforma autorizzata e registrata. A New York, le entità impegnate nell’offerta, nell’acquisto o nella vendita di titoli o merci, comprese le piattaforme di criptovaluta, devono registrarsi presso OAG se operano all’interno dello stato o offrono i loro prodotti ai newyorkesi.

Attraverso la sua causa, il procuratore generale James cerca la sboccatura di eventuali entrate derivanti dalla condotta illegale di Nexo e la restituzione per gli investitori”.

La causa — depositata presso la Corte Suprema dello Stato della Contea di New York — sostiene senza mezzi termini che Nexo abbia promosso e venduto:

“titoli sotto forma di un conto in valuta virtuale fruttifero chiamato Earn Interest Product con promesse di rendimenti elevati per gli investitori partecipanti, pur non registrandosi come titoli broker o dealer come richiesto dalla legge statale”. 

Inoltre, la causa portata avanti anche da altri sette Stati, insieme a quello di New York, sostiene che Nexo si sia impegnata nell’acquisto e nella vendita non registrata di titoli, attraverso la sua piattaforma di trading di valuta virtuale chiamata Nexo Exchange e abbia ingannato gli investitori, dichiarando di essere conforme alle leggi e ai regolamenti applicabili, malgrado non avesse, invece, nessun tipo di autorizzazione. Circa 10.000 newyorkesi avrebbero conti con la società, sempre secondo quanto si evince dal testo della denuncia presentata dal procuratore newyorkese.

Gli Stati coinvolti nell’accusa contro Nexo

Lunedì scorso anche il Dipartimento per la protezione finanziaria e l’innovazione della California ha emesso un cessate e desistere contro il prestatore di criptovalute Nexo sui suoi conti fruttiferi di criptovalute.

Il documento legale afferma e ribadisce l’accusa rivolta alla società dal procuratore legale di New York e cioè che l’azienda avrebbe venduto titoli senza autorizzazione “ i titoli sono stati offerti e venduti senza previa qualificazione, in violazione della sezione 25110 del California Corporations Code”. dichiara il deposito presentato dal dipartimento della california, che continua nella sua lunga disamina affermando che:

“Al 31 luglio 2022, oltre 18.000 residenti in California hanno conti attivi Earn Interest Product flex o a termine fisso; questi conti detengono collettivamente investimenti per un totale di almeno $ 174.800.000″.

In un’e-mail, il co-fondatore di Nexo, Antoni Trenchev, ha dichiarato, in riferimento a questa serie di accuse dagli otto stati americani, che:

“Abbiamo lavorato con le autorità di regolamentazione federali e statali statunitensi e comprendiamo il loro impulso, date le attuali turbolenze del mercato e i fallimenti di società che offrono prodotti simili, di adempiere ai loro mandati della protezione degli investitori esaminando il comportamento passato dei fornitori di prodotti a tasso di rendimento”.

Trenchev ha anche affermato che la sua società, all’inizio di quest’anno ha deciso di interrompere l’aggiunta di nuovi clienti negli Stati Uniti per il suo prodotto di punta, citato proprio nella causa in questione, e ha affermato che:

“Nexo è impegnata a trovare un chiaro percorso da seguire per la fornitura regolamentata di prodotti e servizi negli Stati Uniti, idealmente a livello federale”.

La piattaforma crypto

Da quando Nexo è stato lanciato nel 2018, avrebbe supportato oltre 50 criptovalute, operando in circa 200 giurisdizioni. Ad oggi conta oltre 5 milioni di utenti e ha elaborato oltre 80 miliardi di dollari, secondo quello che recita il suo sito web.

È considerato da tempo come uno dei principali istituti finanziari del settore crypto. Tra i suoi partner strategici figurano Circle, Ledger e Paxos. Ha un contratto assicurativo con i LLoyd di Londra per garantire i depositi dei suoi utenti, cosa che indubbiamente garantisce un discreto grado di affidabilità. certamente però il fallimento di alcuni concorrenti come Celsius o Voyager digitale negli scorsi mesi, ha alzato la soglia di guardia di utenti ed autorità regolatorie verso il settore.

La causa intentata da otto Stati contro la società è del tutto simile a quella della SEC contro Ripple e contro altre società crypto, che sarebbero accusate di vendere security senza avere l’autorizzazione per farlo. 

La SEC contro le società crypto sempre con la stessa acccusa

Ripple è stata trascinata in tribunale dalla SEC a dicembre del 2020 e la causa è ancora in piedi, malgrado la società di criptovalute abbia già segnato diversi punti a suo favore. Ma l’autorità regolatoria della Borsa di New York, guidata da Gary Gensler, sta da tempo adottando un comportamento ostruzionistico per cercare in tutti i modi di allungare i tempi del processo. 

Secondo alcuni, questo comportamento viene adottato in attesa di avere finalmente una nuova precisa e dettagliata regolamentazione del settore, come da tempo richiesto dagli stessi operatori del settore.

Il Presidente americano Joe Biden, ad Aprile, ha emesso un ordine esecutivo, volto anche a dare una precisa regolamentazione ad un settore come quello delle criptovalute, che sconta ancora una sorta di far west normativo, che presta il fianco ad utilizzi fraudolenti e poco chiari degli asset digitali.

Molti Stati tra cui Emirati Arabi, Giappone e Corea del sud hanno già adottato regolamentazioni del settore per agevolare le transazioni e i pagamenti di valute digitali, altri come l’Unione Europea hanno da poco approvato una legge di regolamentazione, nota come MiCA, che dovrebbe entrare in vigore nei primi mesi del 2023.

Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo è genovese di nascita ma milanese di adozione. E' laureato in scienze politiche. E' un giornalista, blogger, scrittore, esperto di marketing e digital advertising. Dopo una lunga esperienza nel marketing tradizionale, comincia attività con il web e il digital advertising nel 2011 fondando una società Le enfants. Da sempre appassionato di web e innovazione, nel 2018 approfondisce le tematiche legate alla blockchain e alle criptovalute. Trader indipendente in criptovalute dal marzo 2018, collabora con aziende del settore come content marketing specialist. Nel suo blog. mediateccando.blogspot.com, da tempo si occupa soprattutto di blockchain, che considera come la più grande innovazione tecnologia dopo Internet. A novembre è prevista l'uscita del suo primo libro sulla blockchain e il fintech.
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