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La Banca Centrale della Namibia abilita i pagamenti in Bitcoin e altre crypto

La Banca Centrale della Namibia ha annunciato che, malgrado nessuna criptovaluta abbia lo status di corso legale nel Paese, verranno comunque autorizzati i pagamenti in Bitcoin ed altre crypto. 

Namibia: la Banca Centrale dà il via ai pagamenti in Bitcoin

Il BON (Banca centrale della Namibia) ha sottolineato in una nota per la stampa a fine di settembre che, sebbene le valute digitali come Bitcoin (BTC) non siano ancora legalmente riconosciute, i rivenditori possono prendere denaro in questa forma se lo desiderano. 

Ma come ribadito anche sul sito ufficiale della banca, questo non vuol dire che la Banca Centrale abbia cambiato idea su Bitcoin e sulle criptovalute in genere:

“A causa della natura non regolamentata delle criptovalute, BoN non riconosce, supporta e raccomanda il possesso, l’utilizzo e il trading di criptovalute in Namibia e da parte del pubblico. Pertanto, BoN esorta il pubblico a investire i propri soldi in modo responsabile e a desistere da qualsiasi impegno o attività relativa a valute non regolamentate come Bitcoin e altre”. 

Il CEO di Binance Changpeng Zhao, per esempio, ha twittato la notizia esprimendo la soddisfazione per un fatto che non può che essere ritenuto un ulteriore passo avanti del settore crypto nella finanza e nel sistema dei pagamenti.

Il Presidente della BON ha affermato di aver portato “fornitori di servizi di risorse virtuali (VASP) sotto il suo quadro normativo Fintech Innovations in un approccio graduale, attraverso il suo hub di innovazione”. La banca centrale ha aggiunto inoltre che sta anche prendendo in considerazione la possibilità di modificare “leggi e regolamenti applicabili diligentemente in consultazione con altre autorità competenti”.

Il futuro degli asset digitali in Namibia

Johannes Gawaxab, il governatore di BON e passato critico delle criptovalute, che è sempre stato piuttosto critico e scettico sulle criptovalute, non volendo appunto mai approvare il loro utilizzo, sembrerebbe aver cambiato opinione, ritenendo che: 

“Il futuro del denaro è in un punto di svolta. La battaglia tra denaro regolamentato e non regolamentato da un lato e denaro sovrano contro , denaro non sovrano dall’altro”.

Il Presidente della BON ha, però, ribadito che a suo avviso il vero futuro delle valute digitali sono le CBDC, perché offrono qualcosa che le valute digitali emesse o create privatamente non possono, invece, offrire. Il governatore di BON però in un discorso che è parso per certi versi contraddittorio ha comunque affermato che il suo paese non sta ancora lavorando ad una sua valuta digitale di Stato e non sembra intenzionato a farlo nel prossimo futuro.

Gawaxab ha affermato:

“Se le CBDC vengono esplorate e implementate con la dovuta cura e cautela, potrebbero avere un immenso potenziale beneficio per mezzi di pagamento più stabili, più sicuri, più ampiamente disponibili e meno costosi rispetto alle forme private di denaro digitale”.

D’altra parte pare ormai indiscutibile che le criptovalute stiano diventando sempre più popolari in Africa e in altri paesi in via di sviluppo. Questo almeno è quello che si evince da un report pubblicato di recente dall’UNCTAD, un’agenzia delle Nazioni Unite. 

Proporzioni significative delle popolazioni del Kenya (8,5%), del Sud Africa (7,1%) e della Nigeria (6,3%) utilizzano queste valute digitali. Mentre a giugno, la Repubblica Centrafricana ha adottato Bitcoin come moneta a corso legale, seguendo l’esempio di El Salvador che ha operato questa scelta a settembre.

Le criptovalute hanno molto successo soprattutto tra gli strati meno abbienti della popolazione che spesso non hanno accesso ai sistemi bancari tradizionali e vedono nelle criptovalute un sistema di pagamento utile anche come strumento anti inflazione, solitamente altissima in paesi, come il Kenya, la Nigeria o la Tanzania.

L’adozione delle crypto nel resto dell’Africa

Proprio la Nigeria di recente ha già lanciato un primo prototipo di valuta digitale di stato, la E Naira, che la banca centrale del paese ha ribadito di voler ulteriormente rilanciare. D’altra parte secondo un recente sondaggio circa il 35% della popolazione nigeriana sta già utilizzando o è in possesso di criptovalute, mentre il 54% ha dichiarato che sarebbe pronta ad esplorare il loro utilizzo.

Questo della Nigeria è la seconda valuta digitale di Stato che viene ufficialmente lanciata dopo quella delle Bahamas. Ma sicuramente è presto destinata ad essere seguita da altri paesi del grande continente africano. La South African Reserve Bank, per esempio, sta sperimentando una nuova CBDC , che potrebbe  essere utilizzata solo dalle istituzioni finanziarie per i trasferimenti interbancari, come parte della seconda fase del suo Project Khokha. Il Paese sta inoltre partecipando a un progetto pilota transfrontaliero con le banche centrali di Australia, Malesia e Singapore.

La banca centrale del Ghana sta da mesi sperimentando un suo progetto di CBDC, l’e-Cedi, che potrà essere utilizzata da chiunque possieda un wallet digitale, allo stessa stregua di una valuta fiat.

Del resto secondo la classifica di Chain Analysis, il Global Crypto Adoption index del 2022, che misura il grado di adozione delle criptovalute nei vari paesi del mondo, nelle prime venti posizioni figurano ben tre  paesi africani: la Nigeria  all 11° posto, il Marocco al 14° e il Kenya al 19° posto.

Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo è genovese di nascita ma milanese di adozione. E' laureato in scienze politiche. E' un giornalista, blogger, scrittore, esperto di marketing e digital advertising. Dopo una lunga esperienza nel marketing tradizionale, comincia attività con il web e il digital advertising nel 2011 fondando una società Le enfants. Da sempre appassionato di web e innovazione, nel 2018 approfondisce le tematiche legate alla blockchain e alle criptovalute. Trader indipendente in criptovalute dal marzo 2018, collabora con aziende del settore come content marketing specialist. Nel suo blog. mediateccando.blogspot.com, da tempo si occupa soprattutto di blockchain, che considera come la più grande innovazione tecnologia dopo Internet. A novembre è prevista l'uscita del suo primo libro sulla blockchain e il fintech.
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