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La vicenda FTX: cosa è successo?

Il crollo repentino di FTX – terzo exchange di criptovalute al mondo per volumi – ha scatenato una tempesta nel mondo crypto che a molti ricorda, per dinamiche affini, la crisi finanziaria iniziata nel 2008: vediamo cosa è successo.

Alcuni sono arrivati addirittura a paragonare FTX a Lehman Brothers per la rilevanza e le potenziali implicazioni del suo crollo per il sistema finanziario. Cosa ha portato una piattaforma valutata 32 miliardi di dollari sull’orlo del fallimento?

Il crollo di FTX, cosa è successo?

Il 2 novembre CoinDesk segnalava che FTX fosse in realtà insolvente. La segnalazione nasceva dai rapporti apparentemente poco chiari tra FTX e la società di trading Alameda Research, entrambe guidate da Sam Bankman-Fried. In particolare, Alameda Research risultava fortemente esposta verso il token FTT, una criptovaluta emessa da FTX e utilizzabile sull’ecosistema della piattaforma. A seguito della recente compressione del mercato crypto, il valore di FTT è diminuito, determinando delle forti perdite per Alameda Research, che non è stata in grado di far fronte agli impegni assunti verso i propri investitori. 

La situazione sembrava potersi risolvere grazie all’intervento del competitor Binance, in fase di negoziazione per l’acquisto delle quote di FTX. 

A valle di una due diligence sui libri contabili di FTX, Changpeng Zhao, CEO di Binance, ha ufficialmente rifiutato di procedere con l’operazione, confermando le problematiche già individuate da CoinDesk. 

La conseguenza è stato uno tsunami che si è abbattuto sugli investitori: i prelievi del token FTT sono stati bloccati e lo stesso venture capital Sequoia Capital, che aveva investito circa 213 milioni di dollari in FTX, ha ufficialmente comunicato una perdita del 100% sul proprio investimento. 

Anche i piccoli investitori in possesso del token FTT hanno subito pesanti perdite. Il valore di BTC e, di conseguenza, del mercato cripto, è crollato improvvisamente.  

Gli interventi dei regolatori

Gli sviluppi degli ultimi giorni hanno scatenato forti reazioni da parte degli enti di regolamentazione di diversi Paesi nel mondo. 

Le autorità delle Bahamas, luogo in cui hanno sede FTX e Alameda Research, hanno bloccato alcuni beni di FTX, dopo aver nominato un liquidatore per determinare se avviare o meno una procedura fallimentare. 

La stessa FTX è sotto inchiesta con l’accusa di aver illegalmente distratto i fondi degli utenti, utilizzandoli per finanziare Alameda Research.

Le attività di FTX sono state bloccate anche in diversi altri Stati, come il Giappone e l’Australia. 

Le autorità americane, in primis la SEC, hanno avviato, inoltre, attività di indagine per determinare eventuali violazioni da parte di FTX della normativa in materia finanziaria. 

Quali sono risvolti per il futuro del mercato crypto?

Il crollo di FTX e le sue conseguenze segnano un importante momento per l’intero mercato crypto. La vicenda arriva dopo un anno di recessione del mercato, una contrazione degli scambi di NFT ed episodi di crisi come il caso del token Luna. C’è chi sostiene che sia l’inizio della fine, chi ritiene che la regolamentazione possa finalmente mettere ordine a quella che comunque è un’industria ancora in fasce.

È evidente quanto sia urgente delineare una regolamentazione per gli exchange che possa favorire la crescita del mercato e dell’innovazione tecnologica, tutelando al contempo il consumatore ed evitando che siano realizzati schemi fraudolenti.

Ad oggi, gli sforzi dei regolatori si sono principalmente concentrati sugli aspetti legati all’antiriciclaggio, ponendo forse troppa enfasi sui rischi legati all’utilizzo delle criptovalute per finalità criminali e dimenticando, come dimostra anche il caso FTX, quanto sia, invece, più importante assicurare la solidità e l’affidabilità dei soggetti che operano nel settore e dei relativi protocolli.

L’approvazione ed entrata in vigore del regolamento relativo ai mercati delle cripto-attività (MiCA) consentirà di compiere un significativo passo avanti in questa direzione. Secondo le bozze fino ad oggi circolate, infatti, il regolamento introdurrà importanti obblighi di trasparenza verso i consumatori, tra cui doveri di informazione in merito agli asset destinati a riserva.

La definizione di un quadro normativo chiaro ed equilibrato sarà, inoltre, una chiave per riconquistare la fiducia da parte di coloro che oggi vedono il mercato crypto come fortemente pericoloso a causa dell’assenza di qualsiasi misura a tutela del consumatore.

Lexia Avvocati
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