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Alcune criticità per il prezzo di Ethereum e Bitcoin

In questi giorni ci sono alcune criticità che potrebbero incidere negativamente sul prezzo di Ethereum e Bitcoin. 

Va detto che ormai da tre settimane i prezzi risultano essere abbastanza stabili, e periodi relativamente così lunghi prima o poi terminano. Il fatto è che vi è anche una possibile data in cui il trend potrebbe cambiare.

Il 12 aprile

Infatti il 12 aprile ci sarà l’aggiornamento Shanghai di Ethereum. Si tratta di un aggiornamento decisamente importante, non fosse altro che per lo sblocco degli ETH in staking. 

 Da quando è stata creata la nuova Beacon Chain, che ha consentito il passaggio dalla vecchia blockchain basata su Proof-of-Work a quella nuova basata su Proof-of-Stake, è stato possibile mettere ETH in staking su questa nuova blockchain. 

Tuttavia è stato deciso che gli ETH messi in staking sulla nuova Beacon Chain non sarebbero stati prelevabili se non dopo un apposito aggiornamento. Tale aggiornamento è per l’appunto Shanghai, che verrà applicato il 12 aprile. 

Il punto è che alcuni degli oltre 18 milioni di ETH messi in staking complessivamente da allora fu immobilizzato quando il prezzo era inferiore a quello attuale, ovvero tra fine 2020 ed inizio 2021. 

In questi giorni il prezzo di Ethereum oscilla tra i 1.700$ ed i 1.900$, ma allora era di molto inferiore ai 1.200$. Ad esempio, al 31 dicembre 2020 risultava essere di poco superiore ai 700$, anche perchè l’ultima grande bullrun era appena iniziata.

È pertanto possibile che chi ha ETH in staking da più di due anni potrebbe voler decidere di venderli e monetizzare i profitti non appena potrà farlo, ed il momento a partire dal quale potrà farlo è proprio il 12 aprile. Inoltre in questi casi vi è spesso un’altra dinamica che produce risultati simili, come già anche visto a metà settembre 2022 con il passaggio a PoS.

Buy the rumors, sell the news

In gergo tale dinamica si chiama “buy the rumors, sell the news”, e spesso si traduce in acquisti appena si ha notizia di un possibile evento futuro importante, come l’aggiornamento Shanghai, e di vendite nel momento in cui l’evento avviene. 

Il “buy the rumors” tende a far aumentare i prezzi, mentre il “sell the news” tende a farli scendere. Ad esempio a metà settembre dell’anno scorso il prezzo scese sotto i 1.300$, dopo essere salito a quasi 1.800$ poco prima del Merge. 

Per quanto riguarda questo inizio di aprile 2023, il prezzo è salito dai 1.760$ del 3 aprile fino ai 1.920$ del 5 aprile, per poi scendere sotto i 1.900$. Ancora più indicativo però è il rapporto tra la capitalizzazione di mercato di Bitcoin e quella di Ethereum, sceso dai 2,52 del 3 aprile fino ai 2,37 di ieri. Quindi se è già in atto un “buy the rumors”, c’è da attendersi un “sell the news” a cavallo del 12 aprile.

Le criticità per il prezzo di Bitcoin ed Ethereum

Ma non è solo il prezzo di Ethereum ad attraversare un momento di possibile debolezza. Anche per Bitcoin ci sono prospettive che fanno immaginare possibili cali. Il problema principale sono i 41.000 BTC che le autorità governative statunitensi stanno per mettere sul mercato dopo averli sequestrati tempo fa a Silk Road. 

Sebbene questo non sia forse un momento particolarmente buono per venderli, le autorità statunitensi sembra proprio abbiano deciso di sbarazzarsene. Questo potrebbe aumentare in modo significativo la pressione di vendita, anche perchè si tratta complessivamente di più di un miliardo di dollari in Bitcoin. 

Ma c’è un altro punto ancora più importante. Secondo il Bloomberg Intelligence Cryptos Outlook di aprile, i mercati crypto potrebbero subire un’altra correzione verso il basso, sul lungo termine, a causa delle politiche monetarie delle banche centrali che stanno mantenendo la liquidità limitata sui mercati. 

In particolare, il Senior Macro Strategist di Bloomberg Intelligence, Mike McGlone, svela che l’offerta di moneta ed i depositi delle banche commerciali negli USA stanno diminuendo ad un ritmo che non si vedeva dal 1959.

Una delle cause della riduzione dei depositi delle banche commerciali sono i cosiddetti Reverse Repo della stessa Fed, mentre il calo dell’offerta di moneta si deve alla riduzione del bilancio sempre della Fed. 

A proposito di quest’ultimo va sottolineato come a metà marzo in realtà il bilancio è cresciuto di ben 400 miliardi di dollari, a causa del sostegno dato ai depositi sui conti delle banche fallite, ma non appena il problema è stato risolto il trend è tornato ad essere decrescente.

Le paure dei mercati oltre il prezzo di Bitcoin ed Ethereum

Se il quadro non fosse ancora abbastanza fosco, ci si può aggiungere che sui mercati finanziari tradizionali, ed in particolare quelli statunitensi, si stanno diffondendo timori di una possibile recessione. 

Infatti se ad oggi non vi sono dati che rivelino una recessione in atto, ve ne sono alcuni che invece fanno pensare che entro la fine dell’anno, o l’anno prossimo, una recessione potrebbe in effetti arrivare. 

La paura maggiore riguarda le conseguenze dei tassi di interesse molto elevati, dato che ormai sono ai massimi degli ultimi decenni. Oltretutto la Fed sembra non essere intenzionata a ridurli, ed anzi sembra volerli aumentare ancora. 

In tal caso il dato da tenere d’occhio è quello dell‘inflazione, che dovrebbe essere aggiornato proprio poco dopo il 12 aprile. 

Se si dovesse scoprire che a marzo l’inflazione non è scesa molto, il rischio è che la paura si trasformi in terrore, dato che significherebbe la sicurezza di ulteriori aumenti dei tassi. Va però detto che a marzo ad esempio in Eurozona l’inflazione è quasi “crollata”, quindi ci si aspetterebbe un calo significativo anche negli USA. 

Alla luce di tutto ciò non stupisce nè che il sentiment sui mercati appaia leggermente negativo, nè che ci sia molta attesa per quello che potrebbe accadere la prossima settimana. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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