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Mining Bitcoin: secondo gli esperti l’hashrate del network potrebbe subire un calo dopo il prossimo halving della criptovaluta

Secondo alcuni esperti di mining, l’hashrate del network Bitcoin potrebbe affrontare una contrazione del 30% appena dopo il prossimo halving, atteso per aprile 2024.

Con la riduzione dei premi destinati ai miners la profittabilità dei miners si ridurrà, a meno che la criptovaluta non registri incrementi di prezzo sul mercato.

Tutto questo potrebbe rappresentare un problema per Bitcoin ed il resto del settore?

Lo vediamo insieme in questo articolo

Mining: hashrate a rischio drop con il prossimo halving di bitcoin

Il prossimo halving di bitcoin potrebbe avere qualche implicazione negativa sull’hashrate del network, che vedrebbe un calo in concomitanza con una minore profittabilità per il settore del mining della criptovaluta.

Ad essere di questa opinione sono alcuni esperti come Lucas Pipes e Colin Harper, rispettivamente amministratore della banca B.Riley Financial e responsabile per i contenuti presso la società di servizi crypto Luxor Mining.

Il primo ha stimato un calo della potenza di calcolo della rete Bitcoin compreso tra il 15% e il 30% mentre il secondo crede che sarà possibile una riduzione del 20%.

Il motivo principale di questo pessimismo deriva dal semplice assunto che l’halving di bitcoin renderà più complesse le operazioni per i miner, che potranno contare una quantità  dimezzata di oro digitale estraibile per ogni blocco.

Infatti, con il prossimo halving che presumibilmente avverrà l’11 aprile 2023 (tra 39.530 blocchi circa) la “block reward” scenderà dagli attuali 6,25 BTC a 3,125 BTC, come stabilito dal protocollo ogni 4 anni.

Questo dimezzamenti potrebbe portare verosimilmente allo spegnimento di alcune macchine da estrazione da parte di minatori non redditizi, con conseguenze negative sull’hashrate della rete.

Ad ogni modo, prendendo i dati del passato possiamo vedere come questo fenomeno si è verificato anche in concomitanza con l’halving di maggio 2020, con cui la ricompensa per blocco è passata da 12,5BTC a 6,25 BTC.

In quel contesto, nei 6 giorni successivi all’evento l’hashrate subì una flessione al ribasso di circa il 40% passando rapidamente da 135 EH/S a 80EH/S.

Ad ogni modo tutto ciò,  oltre alla paura iniziale dei bitcoiners, non ha portato gravi ripercussioni con la metrica  che si è ripresa in poche settimane.

Attualmente la potenza di calcolo della rete crittografica corrisponde a 385EH/S, circa 2,85 volte il valore registrato a maggio 2020.

Negli ultimi anni  la quantità di energia destinata a scopi di mining è cresciuta a ritmi elevatissimi, infrangendo massimi storici anno dopo anno, con alte probabilità che ciò accada anche in futuro.

Le relazioni tra halving, hashrate e prezzo di BTC

Mentre gli operatori del settore del mining attendono preoccupati il prossimo halving di bitcoin, con  potenziali ricadute sul fronte hashrate, sarà interessante notare i prossimi movimenti di prezzo della criptovaluta.

Storicamente infatti, ad ogni halving che si è svolto, mentre i miners vedevano dimezzare la quantità di monete estratte per ogni blocco validato, il prezzo di quest’ultime schizzava alle  stelle compensando generosamente gli effetti negativi.

Un minor numero di monete estratte infatti corrisponde ad una minor inflazione su base quadriennale, che porta minor pressione di vendita sui mercati ed un apprezzamento dell’asset.

Quantomeno questo è quello che è successo nel 2012, 2016 e 2020 duranti ogni halving del network bitcoin. 

Andando più nel dettaglio, dopo il primo halving di bitcoin a novembre 2012, il prezzo della criptovaluta è salito dai 12,30 dollari fino ai 1000 dollari di dicembre 2013, con un aumento sostanziale anche dell’hashrate, che è cresciuto di circa 300 volte.

mining bitcoin hashrate

Guardando, invece, i dati del secondo halving di bitcoin datato 9 luglio 2016 la moneta crittografica è passata dai 650 dollari circa ai 19,000 dollari di dicembre 2017.

Anche in questo caso l’hashrate ha registrato un grande incremento, moltiplicando la propria quota di potenza di calcolo di circa 15 volte.

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Infine, osservando i dati dell’ultimo halving che è avvenuto l’11 maggio 2020, BTC ha registrato un incremento dei prezzi dagli 8.700 dollari fino ai 63.000 di aprile 2021, con l’hashrate in rialzo del 60% in quel periodo.

Qui le crescite su entrambi i fronti sono state più modeste, ma sono frutto di una maggiore maturità dell’asset e del raggiungimento di un’alta capitalizzazione sul mercato, oltre che dalla presenza già molto diffusa di operatori di mining in tutto il mondo.

mining bitcoin hashrate

Sarà interessante vedere come reagirà il prezzo dell’oro digitale dopo il quarto dimezzamento dei premi per i miner e in che misura si muoverà l’hashrate della rete.

Nel frattempo tutte le varie società di mining del settore si stanno preparando aggiornando le proprie macchine ed acquistando hardware di nuova generazione, che consentono performance migliori con un costo energetico minore.

D’altronde la chiave di sopravvivenza per chi lavora nella nicchia del mining è sempre stata questa: sprecare meno energia possibile, minimizzare i costi operativi, ottimizzare l’estrazione delle macchine, e sperare che BTC vada “to the moon”.

Buona fortuna miner!

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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