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Tether annuncia il ritiro dal layer Omni e da altre due blockchain per mancanza di domanda

Ieri, Tether, la più grande società emittente di stablecoin al mondo, ha annunciato il ritiro dei propri lavori su Omni che rappresenta un layer costruito sopra la rete Bitcoin.

La dolorosa scelta è motivata dal fatto che negli ultimi anni c’è stata poca domanda su questo layer e di conseguenza continuare ad offrire il proprio supporto su di essa stava diventando troppo dispendioso.

Non sarà più possibile dunque eseguire il minting di USDT su Omni e trasferire la stablecoin a basso costo.

La stessa sorte è capitata anche alle blockchain di Kusama e Bitcoin Cash.

Vediamo tutti i dettagli della news di seguito.

Tether ed il ritiro dallo storico layer Omni

Ieri giovedì 17 agosto la società Tether delle Isole Vergini Britanniche, ha annunciato lo stop dei lavori sullo storico layer Bitcoin Omni.

Si tratta di una notizia che sicuramente ha suscitato tristezza per tutti gli early users del mondo delle criptovalute che già nel lontano 2014 potevano contare sull’integrazione della stablecoin USDT con questo layer costruito “on top” a Bitcoin.

D’ora in poi dunque stop ai nuovi minting di USDT su Omni mentre continuerà la possibilità di effettuare i redeem per i prossimi 12 mesi così come rimane invariata la possibilità di effettuare swap su exchange che supportano la chain come Bitfinex.

La dura decisione di Tether, che distrugge un ecosistema utilizzato prevalentemente per trasferire USDT da un indirizzo all’altro pagando basse commissioni, è motivata dalla mancanza di popolarità della chain e di un suo utilizzo ormai sempre più scarso.

Pensate che nell’ultimo periodo il valore transato sopra Omni è stato davvero basso, con un massimo di 1,28 milioni di dollari scambiati attraverso 29 transazioni  il 7 agosto 2023.

Rispetto ad altre blockchain come Tron, Ethereum e Solana dove USDT è molto più presente, questi numeri non soddisfano il board della società.

Tether ha definito questa decisione una “transizione strategica” in cui la società rimane coerente e trasparente con i propri obiettivi e le proprie linee guida.

Come sottolineato nel blog post in cui è stato descritto l’abbandono su Omni, l’emittente di stablecoin ed il suo team verificano periodicamente con meticolosità l’interesse delle comunità sulle varie reti crittografiche.

Viene eseguita un’attenta valutazione sullo sforzo richiesto per mantenere aperti i propri canali su ogni chain, che comprendono sicurezza, assistenza clienti, conformità e supervisione normativa nell’ottica di garantire agli utenti un’esperienza ottimale ed una sostenibilità delle operazioni.

Purtroppo Omni non soddisfava più tutta una serie di requisiti definiti essenziali per poter proseguire il minting di USDT e l’utilizzo della chain per il trasferimento di stablecoin.

Ad ogni modo Tether ha chiarito che un maggiore utilizzo futuro dell’exchange decentralizzati di Omni e del suo protocollo di emissione di token potrebbe far tornare sui suoi passi l’azienda e riconsiderare un ritorno di USDT.

Allo stesso tempo Paolo Ardoino, CTO di Tether,  e tutto il suo staff stanno lavorando attivamente allo sviluppo di RGB, ovvero uno stato convalidato lato client e un sistema di smart contract che opera su livelli secondari e terziari di Bitcoin. 

Quest’ultima innovazione, se verrà implementata con successo, potrebbe offrire una scalabilità senza limiti, al di sopra degli standard offerti fino ad ora da Omni.

Stop del minting di nuovi USDT anche su Kusama e Bitcoin Cash

Se la scelta di abbandonare il layer Omni è stata dolorosa per Tether, sicuramente non possiamo dire lo stesso per le altre due blockchain che sono state scartate dalla società, ovvero Kusama e Bitcoin Cash.

Sebbene Omni venga utilizzato esclusivamente per il trasferimento di USDT senza nessun’altro caso d’uso sviluppato mentre le altre due reti offrono una suite di prodotti molto più variegati, la differenza di capitali bloccati sulle infrastrutture è palese.

Infatti su Omni possiamo contare ancora (per poco)  un totale di  240 milioni di dollari in USDT mintati sopra di essa, mentre su Kusama e Bitcoin Cash vediamo rispettivamente 1,4 milioni e 0,98 milioni di dollari.

Questi numeri sono ben visibili nella sezione “trasparenza” del sito web ufficiale di Tether, dove sono presenti tutti i dati riguardanti la supply delle proprie stablecoin, le riserve dell’azienda, le liabilities ecc.

La mancanza di trazione significativa su queste due chain, ormai poco affermate rispetto al panorama competitivo delle infrastrutture decentralizzate del web3, ha portato all’abbandono di USDT e di tutti i servizi offerti dalla sua emittente.

Come citato per Omni, l’assenza di interesse e di popolarità da parte di queste reti, senza nessun segno di ripresa registrato per mesi,ha portato Tether a considerare inefficiente il suo servizio di supporto.

Al di fuori dell’ecosistema USDT, Kusama ha un TVL di soli 15 milioni di dollari bloccati negli smart contract della chain, mentre Bitcoin Cash registra numeri ancora più bassi attestandosi ad 1,18 milioni di dollari.

Queste performance non sono all’altezza degli standard richiesti dal leader del settore delle stablecoin.

Mentre Tether effettua questa “transizioni strategiche” è interessante notare come la supply di USDT si concentra sempre di più attorno a due network ben distinti, ovvero quello di Ethereum e Tron, dove complessivamente troviamo circa 83 miliardi di dollari che corrispondo al 99% della capitalizzazione di mercato della moneta.

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Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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