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Correlazione tra il prezzo di Bitcoin e quello del Nasdaq al minimo degli ultimi 2 anni

Negli ultimi giorni, la correlazione tra il prezzo di Bitcoin e quello dell’indice azionario Nasdaq ha raggiunto i livelli più bassi degli ultimi 2 anni.

Il re del mercato crypto si sta muovendo in maniera sempre più differente rispetto ai titoli americani, a maggior ragione per quelli appartenenti al mondo tech, che durante il bear market delle crypto hanno performato decisamente bene.

Questo svincolamento dalle logiche dei mercati azionari USA rappresenta un bene per Bitcoin o è da percepire come una fattore negativo?

Vediamo tutti i dettagli di seguito.

Bitcoin e Nasdaq: correlazione minima tra il prezzo dei due asset

Nell’ultimo mese il prezzo di Bitcoin è in aumento del 25% circa mentre il Nasdaq registra un incremento meno marcato del 9,73%, evidenziando un discostamento della correlazione tra i due asset.

Non è la prima volta che si verifica una situazione del genere: storicamente la prima moneta del mercato crypto ha alternato momenti di forte connessione con gli indici statunitensi a periodi in cui la sua price action è andata completamente per i fatti suoi.

Per gran parte del 2020 la correlazione dei prezzi tra Bitcoin e  Nasdaq è stata molto marcata mentre il 2021 abbiamo visto un trend totalmente opposto.

Nel 2022 mesi di affinità si sono susseguiti a periodi di dissociazione della price action molto marcati, fino a chè da maggio 2023 in poi abbiamo osservato un trend chiaro di questa metrica.

La correlazione tra l’oro digitale e l’indice della borsa valori statunitense è andata infatti sempre più scemando fino a raggiungere il valore del -0,20%, tipicamente indicativo di due grafici totalmente scollegati tra loro.

Pensate che questo livello non veniva toccato da agosto 2021, quando il prezzo di Bitcoin stava esplodendo a rialzo nella seconda fase rialzista della bull run di quell’anno, mentre il Nasdaq cresceva ad un ritmo molto meno sostenuto. 

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Grafico settimanale del prezzo di Bitcoin (BTC/USD)

La stessa situazione, ma con un quadro decisamente più marcato, la possiamo osservare nella relazione tra il prezzo di BTC e quello dei titoli tech statunitensi.

Rispetto ad Alphabet, Amazon, Apple, Intel, Meta, Microsoft, Nvidia ed il resto delle azioni tecnologiche, le performance di Bitcoin sui mercati sono sempre più differenti e vedono una media di correlazione a 60 giorni attualmente al livello del 12,8%, ai minimi degli ultimi due anni. 

Fino a marzo 2023 questo valore era superiore del 40% e a settembre 2023 era del 60%.

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Di per sè questi dati non stanno a significare nient’altro se non che Bitcoin ha raggiunto  finalmente un livello di maturità tale da essere scambiato secondo una coerenza tutta propria,  differente rispetto alle ragioni che muovono i mercati quotati.

Sarà interessante monitorare questa situazione nei prossimi mesi per vedere se questo trend sarà ancora più accentuato o cederà fino a tornare a livelli considerati “normali” secondo lo storico della moneta crittografica.

Per ora, vedendo il grafico della valuta crittografica, possiamo dire che questa situazione di correlazione, come  successo nel pieno dell’estate del 2021, sta creando un contesto positivo per la crescita dei prezzi.

Da notare anche come Bitcoin in questo momento si stia avvicinando molto all’andamento di beni rifugio come l’oro, come accaduto anche ad aprile e febbraio di quest’anno.

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L’outlook generale per Bitcoin

Bitcoin ha chiuso la scorsa settimana con il suo prezzo al di sopra dei 37.000 dollari, palesemente molto più in forma degli indici azionari come Nasdaq e S&P 500 che pur registrando leggeri incrementi di prezzo non riescono a tenere testa al re del mercato crypto.

La capitalizzazione di Bitcoin è pari a 666,9 miliardi di dollari con volumi nelle ultime 24 ore che si aggirano intorno ai 18,5 miliardi di dollari, in salita del 35% rispetto a ieri.

La dominance della moneta, attualmente al 49,36%, sembra si sia avviata verso una stagione di rialzi, tipica dei periodi pre-bull run, quando l’indice del predominio  di BTC cresce inizialmente in solitaria per poi dare spazio  in un secondo momento a tutto il resto del settore altcoin.

Lo stesso scenario è stato osservato a fine 2019/inizio 2020 dove la Bitcoin dominance ha raggiunto la soglia del 70% prima di iniziare una lenta discesa fino ad arrivare al 40% di maggio 2021 in cui è scoppiata la cosiddetta altseason.

Sul fronte dei mercati derivati, l’interesse dei traders nei mesi di ottobre e novembre si è fatto molto più consistente, tanto da portare l’open interest giornaliero della moneta ai massimi di sempre a quota 16,5 miliardi di dollari.

Rispetto a gennaio 2023 la somma dei contratti non ancora chiusi in questa sede rappresentava un valore oltre 6 volte più bassi di quello attuale.

Tutto ciò contribuisce a creare un outlook positivo per Bitcoin e per tutte le altre crypto, che vedono una partecipazione attiva nelle compravendite degli ultimi giorni con l’interesse istituzionale che si fa sempre più elevato per questo mercato.

L’entusiasmo degli operatori finanziari per la probabile approvazione in arrivo di un etf spot per Bitcoin sta dando la spinta giusta ai prezzi della crypto, i quali potrebbero però aver già scontato in anticipo un evento del genere.

Al momento la situazione rimane ancora incerta, anche se le probabilità giocano a favore per una continuazione rialzista di BTC.

Ad ogni modo ora il mercato deve  fare i conti con volumi di mercato spot poco sostanziosi ed incapace di esplodere come quelli delle nicchie dei futures/opzioni, e con un quadro macroeconomico ancora non proprio incoraggiante.

Prima dell’avvio del vero e proprio mercato rialzista che aprirà le porte ad un nuovo massimo storico per Bitcoin, potrebbe passare qualche mese di leggera sofferenza.

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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