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Bitcoin mining: l’hashrate crolla del 25% in Texas

Negli ultimi giorni, la metrica dell’hashrate di Bitcoin ha subito una forte contrazione a ribasso dovuta dalla recente riduzione delle attività di mining in Texas, con il Paese che sta affrontando un ondata di freddo anomalo.

L’ERCOT, ovvero il Consiglio per l’affidabilità elettrica del Texas, per far fronte a questa emergenza ha chiesto a grandi miner come FoundryUSA, Luxor Mining Pool e Marathon Digital di diminuire la mole di energia elettrica utilizzata nei propri processi di estrazione della valuta digitale.

Non è la prima volta che succede un evento simile: in passato l’ERCOT aveva incentivato la società di mining Riot a ridurre drasticamente il proprio consumo energetico durante le ondate di calore estive, donando oltre 2 milioni di dollari in crediti energetici.

Nel frattempo il Texas si propone sempre più come principale hub dei miner, superando la CINA per numero di società presenti e per quantità di hashrate prodotto.

Tutti i dettagli di seguito.

Hashrate del mining di Bitcoin scende del 25% a causa delle ondate di gelo in Texas

Negli ultimi 7 giorni l’hashrate di Bitcoin, ovvero la potenza di calcolo collettiva della rete crittografica, ha subito un calo del 25% dopo che gli operatori di mining in Texas sono stati costretti a limitare il consumo di energie elettriche in determinate ore della giornata.

L’ERCOT, il regolatore della rete texana, ha chiesto a diverse società di ridurre l’utilizzo di energia a causa della recente ondata di gelo che ha messo a dura prova le riserve operative del Paese.

Il Texas infatti, come parte del suo power grid, utilizza molto un mix di fonti rinnovabili come il solare e l’eolico, che nell’ultima emergenza meteo non sono bastati per soddisfare la domanda dei propri cittadini.

Nel mirino delle richieste dell’ERCOT troviamo in prima fila aziende che operano nel campo del mining di Bitcoin  come FoundryUSA, Riot, Luxor Mining Pool e Marathon Digital  le quali di norma presentano un elevato consumo di energia H24.

La pressione esercitata su queste compagnie ha portato al taglio di oltre 4 gigawatt di capacità energetica, come riportato dal giornale “TheMinerMag”.

L’avvertimento del consiglio elettrico  è stato seguito da appelli ufficiali per la conservazione domenica, lunedì e martedì. Queste le parole diffuse  in un recente “appello alla conservazione”:

“Si prevede che le riserve operative saranno basse domani mattina a causa delle continue temperature gelide, della domanda da record e del vento insolitamente basso. Chiediamo alle imprese e ai residenti del Texas di limitare l’uso di elettricità, se è sicuro farlo”

Da notare come in concomitanza con l’arrivo del gelo in Texas e con le richieste del regolatore della rete elettrica, l’hashrate di Bitcoin è sceso dai 610 EH/s di venerdi 12 gennaio ai 450 EH7s di martedì 16, con un calo repentino del 25%.

In particolare la pool gestita da FoundryUSA sembra aver contribuito per il 50% al calo degli ultimi giorni, con il suo hashrate che venerdì  è passato da 155 EH/s a 77EH/s, per poi riuscire a riprendersi nei giorni successivi.

In merito alla notizia Charlie Schumacher, vicepresidente delle comunicazioni aziendali di Marathon, operatore di mining colpito dalla riduzione Texana, ha chiarito che:

 “I miner di Bitcoin sono, tra le altre cose, una soluzione tecnologica per il settore energetico. In Texas, servono come carico di base che può essere ridotto in pochi minuti per liberare energia per gli altri in un momento di crisi. Questo è esattamente ciò che abbiamo visto giocare usciti nei giorni scorsi.”

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Grafico Hashrate Bitcoin. Fonte: https://miningpoolstats.stream/bitcoin

Mentre i miner texani collaborano con l’ERCOT per sostenere l’emergenza energetica del Paese,  alcuni sostenitori di Bitcoin potrebbero essere preoccupati del forte calo dell’hash rate del network, essendo quest’ultimo un misuratore della sicurezza e delle impenetrabilità contro gli attacchi informatici.

Ad ogni modo è bene comprendere che queste dinamiche non sono nuove in  Texas e sono già accadute in passato: è molto probabile che già dai prossimi giorni la metrica dell’hashrate torni a valori regolari.

Il Texas supera la Cina come miglior hub per il mining 

Nonostante le difficoltà del Texas a sostenere la domanda di energia elettrica dei propri cittadini durante  condizioni di allerta meteo, c’è da notare come il Paese si stia proponendo come hub mondiale per il settore del mining di Bitcoin, dove viene prodotta gran parte dell’hashrate del network.

Quel ruolo che fino a poco tempo fa era occupato dalla Cina, prima che l’autorità di regolamentazione orientale obbligò il taglio delle attività basate sul mining della criptovaluta, ora è occupato dal Paese texano.

Negli ultimi anni il basso costo dell’energia elettrica, gli incentivi fiscali dell’ERCOT e l’ambiente normativo favorevole, hanno spinto molte società a spostare le proprie macchine nello Stato meridionale degli Stati Uniti.

Ad oggi i numeri dei minatori texani sono in forte crescita: un rapporto di Foundry di settembre affermava che i miner Bitcoin con sede negli Stati Uniti che utilizzano il suo pool in Texas rappresentano il 28,5% del suo hashrate nel paese, la quota maggiore tra gli stati con un certo margine e più di due volte rispetto all’8,4% nel 2021.

Questo trend sembra essere destinato a crescere, visto che al di fuori del Texas i costi per mantenere una mining farm accesa 24 ore su 24 diventano estremamente più elevati.

Inoltre, c’è da tenere a mente che ci stiamo avvicinando al quarto halving di Bitcoin, evento che dimezzerà i premi per i nostri amici miner: ciò significa che se il prezzo della criptovaluta non aumenterà in concomitanza con l’halving di aprile, continuare a produrre blocchi nel network diventerà sempre più costoso in termini di ritorno economico.

A tutto ciò va aggiunto che la redditività dei miner, calcolata nel grafico di TheBlock come “Revenue per TH/s”, ha subito una contrazione del 30% dal 22 dicembre in poi.

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In Texas, visto il basso costo dell’energia, i timori di vedere bollette stratosferiche vengono meno, e chi opera in business delicati come quello del mining riesce a sopravvivere.

Inoltre il  consiglio della rete elettrica del Paese, per incentivare le mining farm ad interrompere le operazioni in momenti di emergenza ( obbligando a stoppare l’estrazione di BTC) aiuta queste società offrendo crediti energetici di risposta alla domanda.

A tal proposito pochi mesi fa Riot ha ottenuto un totale di 31,7 milioni di dollari in crediti per aver ridotto il proprio consumo energetico del 95% durante un allerta meteo estiva.

Nello stesso mese anche Iris Energy ha ricevuto 2,3 milioni di dollari in crediti energetici, principalmente grazie alla riduzione volontaria presso il suo sito di Childress in Texas.

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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