HomeCriptovaluteBitcoinAnalisi on-chain Bitcoin: molte monete provenienti da attività di mining sono dirette...

Analisi on-chain Bitcoin: molte monete provenienti da attività di mining sono dirette verso gli exchange

In questo articolo diamo un’occhiata ai dati on-chain per Bitcoin: nuove monete coniate da attività di mining sono dirette verso gli exchange dando segnali bearish per la criptovaluta.

Nel frattempo, però, alcune metriche ci dicono che gli investitori non stanno capitolando le proprie posizioni perché si aspettano un prezzo futuro più elevato per BTC.

Il re del mercato oscilla intorno ai livello chiave dei 30 mila dollari in attesa di fare il prossimo movimento. Sarà questo al rialzo o al ribasso?

Vediamo tutti i dettagli di seguito.

Bitcoin mining: uno sguardo ai dati on-chain

Segnali ribassisti sul fronte mining sono all’orizzonte per Bitcoin, che da 13 giorni sta oscillando in maniera alquanto pacata intorno alla soglia psicologica dei 30 mila dollari dando però alcuni spunti positivi sulla price action futura.

In modo particolare, la metrica “adjusted SOPR”, che fornisce dati interessanti riguardo la profittabilità/perdita dei BTC movimentati on-chain, ci anticipa un quadro complessivo rialzista.

Questo indicatore calcola il rapporto tra il prezzo in cui una coin è stata movimentata l’ultima volta con quello di acquisto iniziale, senza tenere conto degli spostamenti interni tra più wallet di uno stesso individuo.

L’adjusted SOPR generalmente varia tra il valore di 1,3 e 0,7: quando questo si trova sopra al livello 1 significa che i trader stanno vendendo le proprie coin realizzando dei profitti, mentre quando si trova al di sotto dell’1 le vendite sono da considerarsi come perdite.

In linea teorica quando il mercato è bullish, gli investitori tendono ad evitare di liquidare le proprie posizioni in perdita, proprio perché si aspettano dei rialzi futuri dei prezzi: in modo inverso questi preferiscono accettare perdite ed uscire dal mercato quando gli scenari si fanno ribassisti.

In questo momento l’indicatore è rimasto leggermente al di sopra dell’1 per circa due settimane, stando a significare che pochi stanno vendendo in perdita ed allo stesso tempo non si registrano grossi profitti.

Questo è tipico di situazioni che anticipano un imminente bull market, che potrebbe spingere il prezzo di Bitcoin in direzione 40mila dollari ed oltre nel breve periodo.

Ci sarà da fare attenzione se l’adjusted SOPR raggiungerà valori estremi prossimi all’1,3, il ché indica un esagerazione dei profitti ed un’euforia fuori dal normale. 

Molto importante ricordare che ci troviamo in un periodo storico in cui la liquidità ed i volumi sugli exchange sono ai minimi pluriennali, dunque questa fase può essere vista come un consolidamento prima di un imminente movimento deciso dei prezzi, con probabilità che vanno per il rialzo.

Mining Bitcoin: record di flussi di monete verso gli exchange

Mentre alcuni dati on-chain tifano per un ritorno al bull market di Bitcoin, sul fronte mining i dati non sembrano essere così ottimistici, almeno a primo occhio.

A partire dal 15 giugno, un’enorme quantità di BTC in mano ai miner sono stati movimentati verso gli exchange di criptovalute.

Si tratta di una situazione anormale visto che un flusso così intenso e prolungato non si è mai visto negli ultimi 3 anni di movimenti on-chain.

In media sono stati spostati circa 3000 BTC al giorno, allarmando gli analisti di una possibile capitolazione in corso.

Gli exchange rappresentano, infatti, il luogo ideale dove i miner traggono profitto dalla loro attività convertendo i ricavati in FIAT money.

Dunque, questa situazione potrebbe essere un sentiment negativo.

bitcoin mining

A supporto del grande flusso di nuovi Bitcoin coniati da attività di mining in direzione degli exchange, c’è un’altra metrica chiamata  “Miners’ Position Index”.

Questa ci fornisce dettagli sulla regolarità delle vendite da parte dei miners, che devono per forza di cose monetizzare un minimo i propri BTC per poter ripagare spese operative come elettricità e nuovi componenti hardware.

Quando si registrano flussi verso gli exchange superiori alla media tuttavia, questo potrebbe essere un segnale di un mercato ribassista imminente.

Nei giorni scorsi il Miners Position Index è  stato ampiamente superiore al livello “2” stando a significare che i minatori hanno movimentato più del solito.

In questo momento i flussi sembrano essere diminuiti, dando un sospiro di sollievo per Bitcoin, che al momento non molla un centimetro e rimane saldamente al di sopra dei 30 mila dollari.

Sebbene questi dati siano ribassisti, tipici dei bear market, potrebbero talvolta essere interpretati in maniera differente.

Sugli exchange infatti i BTC, oltre che essere semplicemente venduti, possono essere messi a collaterale per aprire posizioni sui mercati derivati, il chè escluderebbe grosse vendite in corso favorendo invece un quadro familiare alle fasi iniziali del bull market

Secondo i dati di CryptoQuant, a partire dal 15 giugno, circa 33,860 BTC sono stati indirizzati verso mercati derivati degli exchange

Parallelamente le riserve dei miners sono scese di circa 8,000 BTC, dunque le coins mancanti sono state verosimilmente utilizzate per coprire le proprie posizioni in “hedging” o per speculare su un rialzo momentaneo del prezzo della criptovaluta.

Questo genere di comportamenti da parte dei soggetti dediti al mining di Bitcoin correlato ad una price action positiva del mercato, è del tutto anomalo.

La cosa più probabile è che l’enorme  flusso di monete verso gli exchange abbia avuto un impatto molto limitato sul movimento prezzi e che non ci siano state grandi vendite.

Sostenibilità energetica del mining ai massimi livelli

Mentre si fanno sempre più complesse le questioni relative alla movimentazioni di coins  provenienti da attività di mining, Bitcoin diventa sempre più sostenibile nelle fasi della sua produzione.

Rispetto ad altri settori infatti, l’industria del mining sta diventando sempre più sostenibile, con un uso di energie rinnovabile pari al 52,6%.

In particolare, è interessante notare che il mix di energie sostenibili è incrementato del 38% da Luglio 2019, il che posiziona il business al primo posto nel ranking per transizione energetica verso fonti pulite, dietro solo a quello bancario.

Sebbene le narrative comuni tendono a descrivere il mining di Bitcoin come un’attività deleteria per l’ambiente, la realtà dei fatti è ben diversa.

La produzione e validazione blocchi da parte dei miner incentiva indirettamente un uso massiccio del rinnovabile, che è anche la fonte energetica meno costosa, e dunque quella preferita da questo settore, in linea con il concetto della teoria dei giochi.

Inoltre, mano a mano che il tempo passa, il mondo trova nuovi metodi per utilizzare in modo intelligente gli hardware tipici delle attività di mining.

In olanda ed esempio, un proprietario di un’azienda agricola ha avuto la geniale idea di sfruttare il calore emanato dagli ASIC, macchinari utilizzati nel processo di estrazione Bitcoin, per mantenere costante la temperatura del suo coltivato.

Da quando Elon Musk ha avvertito la community Bitcoin della pericolosità dell’impatto energetico di Bitcoin, si sono visti miglioramenti su tutti i fronti.

I miner oggi prediligono fonti rinnovabili per svolgere il loro business, sia perché gli conviene economicamente sia perchè temono di essere puniti dai regolatori per aver violato i criteri ESG.

Oltre che ad una diffusione delle best practices in termini di mining, si sta ampliando la cultura del rispetto dell’ambiente e dell’importanza di considerare alla base l’impatto che ogni attività può avere sulla società.

Anche in Germania, in una tv locale, si parla di “benefici” per l’ambiente innescati da queste attività.

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
RELATED ARTICLES

MOST POPULARS

GoldBrick