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Regolamentazione crypto: giudice federale approva il patteggiamento da 4,3 miliardi di dollari per Binance

Venerdì scorso, un giudice di Seattle ha approvato il patteggiamento da 4,3 miliardi di dollari tra gli organi di giustizia statunitensi e il crypto exchange Binance, dopo che quest’ultimo si è ritenuto responsabile per aver violato alcune leggi federali in tema di regolamentazione di asset digitali.

Ora Changpeng Zhao, ex CEO della più grande piattaforma di scambi in crypto al mondo, attende la sua sentenza fissata per il 30 aprile: rischia fino a 10 anni di carcere.
Tutti i dettagli di seguito.

Il giudice conferma il patteggiamento di Binance da $4,3 miliardi per la violazione della regolamentazione statunitense in materia di crypto asset

Lo scorso novembre il Dipartimento di Giustizia (DOJ) degli Stati Uniti ha trovato un accordo con il crypto exchange Binance dopo che questo era stato precedentemente accusato per aver violato diverse leggi federali in tema di regolamentazione di asset digitali.

Adesso, a distanza di mesi dall’accaduto, un giudice di Seattle ha impugnato la situazione ed ha firmato il patteggiamento preannunciato, che vede Binance pagare una maxi multa da 4,3 miliardi di dollari.

Secondo quanto riportato infatti da Bloomberg, venerdì 23 febbraio il giudice Richard Jones della Corte distrettuale degli Stati Uniti per il distretto occidentale di Washington avrebbe approvato la multa senza però confermare alcun controllo aggiuntivo per lo scambio in crypto.

In una dichiarazione separata, un portavoce di Binance ha spiegato che l’exchange ammette la sua responsabilità nella vicenda, mentre  attende di risolvere una volta per tutte il contenzioso con il DOJ e le varie agenzie federali statunitensi.

I pubblici ministeri avevano accusato la piattaforma e il suo ex CEO Changpeng Zhao per aver violato la regolamentazione vigente in materia di crypto asset, per 13 fattispecie differenti.

Sul piatto ci sono prove dell’evidente mancanza di Binance nel mettere in atto un programma antiriciclaggio efficiente, avendo volontariamente omesso alcune pratiche di controllo come la procedura KYC.

Inoltre la piattaforma avrebbe permesso la compravendita di security come BNB ed altre crypto ai propri clienti  oltre ad aver favorito transazioni illecite ed aver mescolato gli asset della società con quelli dei propri clienti.

Infine la società non avrebbe mai presentato una segnalazione di attività sospetta 

alle autorità di regolamentazione, facendo emergere ancor di più la propria colpevolezza.

Ecco quanto riferito da un portavoce dell’exchange in merito all’accaduto:

“Siamo gratificati dal riconoscimento che abbiamo ricevuto dalle autorità di regolamentazione per quanto riguarda la nostra cooperazione e il miglioramento significativo della conformità”, si legge nella nota. Non vediamo l’ora di continuare nei prossimi mesi a portare avanti i nostri sforzi per stabilire lo standard di settore in termini di conformità, sicurezza e trasparenza”.

Prima che il giudice Jones confermasse il patteggiamento, in una nota di condanna i pubblici ministeri avevano fatto presente che l’accordo firmato “riflette la natura e le circostanze” della condotta esercitata da Binance.

La situazione attuale in casa Binance: sentenza in vista per Changpeng Zhao

Dopo aver firmato il patteggiamento con il DOJ e con le restanti autorità di regolamentazione del Paese, la situazione in casa Binance sembra essere palesemente mutata, con il crypto exchange che ora è diventato a tutti gli effetti conforme alle leggi federali statunitensi.

È bene ricordare che le accuse descritte nel paragrafo precedente facevano riferimento ad azioni e comportamenti svolte da Binance negli anni passati, più precisamente dal 2018 fino al 2022.

Negli ultimi anni, la piattaforma si è  invece impegnata per migliorare la propria conformità alla  pratica  KYC (know-your-customer)  e alle norme in materia di antiriciclaggio.

L’exchange più grande al mondo in termini di volumi di scambio, vuole ora ripulire la propria reputazione, e cerca di farlo con il pagamento della maxi multa e con la messa in atto di una condotta impeccabile nei confronti delle regolamentazioni vigenti in tema di asset digitali.

Nel frattempo Chanpeng Zhao, noto anche con l’acronimo di CZ,  attende la sua udienza di condanna che lo vedrà scagionato o incriminato di fronte alle accuse.

A novembre, mentre il DOJ si scagliava contro lo scambio in crypto, CZ dava le sue dimissioni per fare spazio a Richard Teng, Responsabile Globale dei Mercati Regionali di Binance nonché personaggio di fiducia all’interno della società.

L’ex CEO di Binance si era dichiarato colpevole di aver violato il Bank Secrecy Act, abbandonando la gestione della piattaforma ma mantenendo allo stesso tempo la proprietà con la maggioranza delle partecipazioni aziendali.

Dopo l’accusa CZ è rimasto libero pagando una cauzione da 175 milioni di dollari, ma ora potrebbe finire in galera per diversi anni se i giudici dovessero incriminarlo.

Nel dettaglio, nell’udienza attesa per il 30 aprile, il multimiliardario cinese naturalizzato canadese rischia una pena detentiva di 18 mesi secondo le linee guida federali, che potrebbero però arrivare fino a 10 anni se i pubblici ministeri lo consentiranno.

Negli ultimi mesi non ha mai ottenuto il permesso di lasciare gli Stati Uniti, essendo stato “invitato” dai federali a rimanere nel Paese nell’attesa che venga ultimata la sua condanna.

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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