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Trezor integra tre nuove lingue: spagnolo, francese e tedesco nella nuova versione del wallet

Trezor ha appena lanciato nuove lingue nell’ultima versione del wallet, includendo finalmente il francese, lo spagnolo e il tedesco tramite un aggiornamento firmware.

La società diventa così sempre più internazionale aprendosi a nuovi orizzonti sul mercato europeo. 

La mossa riflette la crescita del settore dei wallet non custodiali, che a seguito del crash di FTX a novembre 2022, hanno incrementato la propria base di utenti a discapito dei fornitori di soluzioni custodiali.

Tutti i dettagli di seguito.

Trezor aggiunge tre nuove lingue nella nuova versione del dispositivo

Trezor, uno dei principali produttori mondiali di wallet non custodiali, ha appena annunciato di aver aggiunto 3 nuove lingue al proprio dispositivo di firma elettronico, ampliando le connessioni con il mondo esterno.

D’ora in poi, grazie ad un aggiornamento del firmware, sarà possibile utilizzare il software di Trezor in francese, tedesco e spagnolo.

Questa “piccola” miglioria del prodotto rappresenta un traguardo fondamentale per l’azienda, che ora può rappresentare una mole molto più ampia di utenti, sospinta dalla crescita nel panorama crittografico che stiamo assistendo sul fronte europeo ( e non solo).

L’introduzione di queste  3 nuove lingue, oltre alla versione di default inglese mira infatti a consentire ad un numero sempre maggiore di persone di sfruttare gli standard di libertà e autonomia finanziaria propri dei metodi di self-custoding.

Visto e considerando che lo spagnolo viene parlato da quasi 600 milioni di persone, il francese da 274 milioni e il tedesco da 170 milioni, è chiaro che questa integrazione contribuirà positivamente all’onboarding di nuovi utenti.

Trezor ha inoltre rivelato che a partire da aprile aggiungerà anche la lingua ceca alla sua suite di prodotti digitali, nell’ottica di venire incontro agli utenti del proprio mercato di origine, dove si sviluppa uno dei centri pro-bitcoin più innovativi del mondo.

Matěj Žák, CEO di Trezor, nel ribadire la mission del gruppo ha espresso il proprio entusiasmo per i progressi svolti. Queste le sue parole nel comunicato stampa dell’azienda:

“Fin dall’inizio, la nostra missione presso Trezor è stata quella di estendere l’accesso al Bitcoin al più ampio pubblico possibile, consentendo alle persone di acquistarlo, gestirlo e conservarlo in modo semplice e sicuro. Consentire a più persone di utilizzare i servizi Trezor nella loro lingua preferita è una parte importante di questo impegno”.

Ricordiamo, tuttavia, che a grandi poteri, derivano grandi responsabilità: ieri Trezor ha subito una violazione del proprio account X, su cui sono stati diffusi contenuti scam che invitavano gli utenti a cliccare su link malware e diffondere i dati delle proprie chiavi private.

Il team del wallet ha prontamente bloccato l’attacco e diffuso la notizia, ma resta il fatto che una delle entità che più dovrebbe essere accorta nel tema della sicurezza informatica sia riuscita tristemente a farsi hackerare un account social.

Ci auspichiamo che mentre la società cresce ed attrae nuovi utenti, questi incidenti diventino sempre più rari ed isolati.

L’espansione delle pratiche non custodial a discapito di quelle custodial

Con il passare degli anni, oltre ad aggiungere nuove lingue alle proprie infrastrutture, società come Trezor hanno visto incrementare la propria base di utenti in modo significativo arrivando a conquistare una fetta di market share che agli albori dell’espansione del mondo crittografico apparteneva prevalentemente agli exchange di criptovalute.

L’evento catalizzatore che ha portato più consapevolezza riguardo i rischi associati ai wallet custodial propri degli exchange, è stato il crollo del colosso FTX a novemebre 2022.

Da quel momento in poi molti utenti che già appartenevano al settore hanno iniziato a comprendere il vero valore della libertà finanziaria, che non comprende la ricchezza economica ma la possibilità di operare in maniera trustless, spostandosi verso strumenti di auto custodia.

Portafogli hardware come Trezor, Ledger, BitBox e Blockstream, hanno visto un aumento nel numero di vendite di dispositivi proprio perchè dal crollo dell’exchange FTX molti utenti sono rimasti scottati, arrivando a perdere tutta la fortuna accumulata nel bull market del 2021.

Ovviamente poi, come in ogni fase di crescita di mercato e di onboarding, i neofiti che ora si stanno approcciando per le prime volte al mondo crypto, utilizzeranno i classici exchange poichè più economici, semplici ed intuitivi da utilizzare.

Questo infatti giustifica la crescita parallela registrata dagli exchange negli ultimi anni, con sempre più soggetti interessati a fare un passo all’interno di questo settore, soprattutto dopo l’apertura degli ETF spot Bitcoin a Wall Street.

Ad ogni modo, nonostante le varie difficoltà ad emergere contro un mercato nettamente più avvantaggiato, possiamo dire che le case madri produttrice di hardware wallet come Trezor stanno crescendo a vista d’occhio.

L’unica vera barriera che potrà mettere i bastoni tra le ruote all’adozione mainstream delle pratiche non custodiali è rappresentata dalla difficoltà di utilizzo e comprensione di questi prodotti. 

Se i dispositivi di firma diventeranno più semplici da utilizzare, potremmo immaginare un futuro dove la maggior parte dei partecipanti detiene le proprie criptovalute in portafogli privati (hardware o software)

Nel frattempo che il panorama crittografico evolve, notiamo come gli exchange decentralizzati (usufruibili) sono da wallet non custodiali) stiano registrano aumenti nei volumi di scambio, mettendo un freno all’impennata dei volumi su CEX.

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Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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