HomeCriptovaluteBitcoinGli USA hanno mosso 30.000 Bitcoin di Silk Road

Gli USA hanno mosso 30.000 Bitcoin di Silk Road

A novembre del 2020, il governo USA sequestrò più di 69.000 Bitcoin dai wallet di Silk Road. 

All’epoca si trattò del maggiore sequestro di BTC di tutti i tempi per quanto riguardava il controvalore in dollari: più di un miliardo. 

Oggi invece quegli oltre 69.000 BTC varrebbero più di 45 miliardi di dollari. 

USA: Lo spostamento di ieri dei Bitcoin di Silk Road

Ieri, ben 30.174 BTC di quelli sequestrati a Silk Road nel 2020 sono stati mossi

Non si tratta però della prima volta che accade, perchè già a luglio dell’anno scorso c’erano stati dei movimenti. 

Tuttavia questa volta si tratta di una cifra davvero importante, pari a quasi 20 miliardi di dollari di controvalore, che fa seguito alla notizia ufficiale uscita a gennaio relativa all’intenzione di venderli. 

A gennaio però il comunicato stampa ufficiale faceva riferimento solamente a poco meno di 3.000 BTC, mentre ieri ne sono stati spostati 30.000. 

Questa discrepanza, oltre ad un altro fattore che va preso in considerazione, rendono l’ipotesi della vendita un po’ dubbia. 

Infatti solitamente quando il Dipartimento della Giustizia statunitense procede alla vendita di asset sequestrati come BTC lo fa con delle aste durante le quali vengono messi in vendita lotti che vanno al miglior offerente. 

È decisamente improbabile che il lotto sia costituito da 30.000 BTC, perchè sono davvero in pochi coloro che potrebbero avere 20 miliardi di dollari in contanti per acquistarlo. 

Non è un caso che il comunicato stampa di gennaio riferisse della volontà di mettere in vendita poco meno di 3.000 BTC, probabilmente suddivisi in più lotti più piccoli, dato che anche un’asta unica con 3.000 Bitcoin in vendita avrebbe potuto andare deserta a causa del costo troppo alto. 

Il sequestro ai danni di Silk Road

Silk Road era un sito di e-commerce che operava nel dark web, protetto da servizi di anonimato come Tor. 

Ospitava in vendita diversi prodotti di contrabbando, o addirittura illegali, ed a volte per i pagamenti venivano utilizzati Bitcoin

Il sito nacque nel 2011, ovvero due anni dopo Bitcoin, e fu chiuso dalle autorità nel 2013. Sebbene in seguito al sequestro riuscì a riaprire, venne poi chiuso definitivamente l’anno dopo. 

Il 2013 è stato anche l’anno della prima grande bolla speculativa di BTC, con il suo prezzo passato in circa 12 mesi da 10$ a più di 1.000$. 

Le autorità statunitensi sempre nel 2013 arrestarono il fondatore di Silk Road, Ross Ulbricht, ed in seguito proseguirono le indagini fino a giungere nel 2020 al sequestro di una parte dei Bitcoin accumulati sui wallet di Silk Road. 

Va tenuto presente che ad inizio 2011 il valore di mercato di 1 BTC era inferiore a 1$, anche se nel corso di quell’anno si gonfiò la prima bolla speculativa della sua storia che lo portò fino a 25$, scoppiata poi in seguito con il prezzo tornato sotto i 5$ l’anno successivo. 

Quindi non stupisce che Silk Road proprio in quel 2011 gestì transazioni in Bitcoin per un totale di oltre 9 milioni di BTC. 

Ovviamente una parte dei BTC transati finiva nelle casse della piattaforma come commissioni sulle vendite. 

Le vendite del governo USA dei Bitcoin sequestrati a Silk Road

Ad incastrare Silk Road fu la DEA (Drug Enforcement Administration), ovvero l’agenzia del Dipartimento di giustizia statunitense che indaga sul traffico di stupefacenti. Infatti molte delle transazioni che avvenivano su Silk Road riguardavano proprio droghe e sostanze stupefacenti illecite. 

Già nello stesso 2013 furono sequestrati circa 10.000 BTC, che all’epoca avevano un valore di mercato di circa un milione di dollari. 

In seguito interviene l’FBI, che ne sequestrò altri 26.000. A fine anno complessivamente risultavano essere stati sequestrati 114.000 BTC. 

Questi Bitcoin sono già stati venduti all’asta dal Dipartimento di giustizia statunitense negli anni successivi, ma nel 2020 ne furono sequestrati altri 69.000. 

Sebbene questo secondo sequestro, avvenuto sette anni dopo il primo, abbia portato nelle casse del Dipartimento di giustizia un numero inferiore di Bitcoin, nel frattempo il valore di mercato dei BTC era salito molto, facendo sì che al momento del sequestro quei 69.000 BTC valessero più di un ,miliardo di dollari. 

I BTC sequestrati nel 2020 non sono ancora stati venduti, ma a quanto pare potrebbero esserlo a breve. 

L’impatto sul prezzo

Se 69.000 BTC venissero messi in vendita sul mercato tutti insieme, una tale vendita avrebbe certamente la forza per far scendere in modo significativo il prezzo di Bitcoin. 

Ma così non sarà, perchè dato che l’importo è notevole sicuramente il Dipartimento di giustizia procederà con differenti vendite in diversi momenti. 

L’ipotesi era che iniziasse con una vendita di circa 3.000 BTC, ma lo spostamento di ieri fa pensare che potrebbero volerne mettere in vendita di più. 

Da notare che l’ETF di Grayscale (GBTC) ha liquidato complessivamente 290.000 BTC in meno di tre mesi, con un impatto sul prezzo praticamente nullo. 

Tuttavia va aggiunto che lo ha fatto quasi costantemente nell’arco di tre mesi, più o meno tutti i giorni feriali, e che indirettamente quei BTC sono stati poi ricomprati dai nuovi ETF su Bitcoin, come quello di BlackRock e quello di Fidelity. 

Questi numeri fanno capire che l’impatto sul prezzo di Bitcoin della vendita dei BTC del Dipartimento di giustizia statunitense potrebbe esserci, ma potrebbe anche non essere particolarmente significativo se venisse effettuato nel corso del tempo a piccoli lotti.

Ad esempio 3.000 BTC è proprio la dimensione media delle vendite di GBTC. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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