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New York Times: Craig Wright non è Satoshi Nakamoto

Un giudice ha di recente pubblicato la sua sentenza nella causa COPA contro Craig Wright, come riportato dal New York Times: Craig non è Satoshi Nakamoto. Secondo il New York Times, si tratta di una grande vittoria per Bitcoin.

Vediamo di seguito tutti i dettagli. 

Grande vittoria per Bitcoin, secondo il New York Times: Wright non è Satoshi Nakamoto

Come anticipato, il lungo dramma legale tra la Cryptocurrency Open Patent Alliance (COPA) e il Dr. Craig Steven Wright si è concluso con una sentenza definitiva del tribunale. 

Il Dr. Wright, che ha notoriamente affermato di essere Satoshi Nakamoto, l’enigmatico creatore di Bitcoin, è stato scoperto aver compiuto un inganno deliberato per sostenere la sua affermazione. 

Ponendo così fine a una delle rivendicazioni di identità più sensazionali nella storia della tecnologia con un clamoroso rifiuto giudiziario.

Il caso contro il Dr. Wright ruotava attorno alla sua audace affermazione di essere la persona dietro lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto. Il quale nel 2008 ha introdotto Bitcoin al mondo con la pubblicazione del white paper e il rilascio del codice sorgente originale. 

COPA, che rappresenta un consorzio di entità di criptovalute, ha contestato le affermazioni di Wright, portando a una revisione giudiziaria completa delle sue presunte prove e testimonianze.

Il giudice ha espresso una visione feroce della testimonianza di Craig Wright, affermando che durante tutto il processo, Wright ha presentato prove “goffe” nel loro tentativo di ingannare. 

“Il dottor Wright non è così intelligente come pensa di essere”, ha osservato il giudice, spiegando che l’imputato si è impegnato in uno schema di bugie, falsificazioni e incolpando gli altri per le discrepanze e le falsità esposte durante il processo.

La sentenza afferma: 

“Non appena una bugia è stata smascherata, il dottor Wright ha fatto ricorso a ulteriori bugie ed evasioni. La destinazione finale si è spesso rivelata essere il dottor Wright che incolpava qualche altra persona (spesso non identificata) per la sua situazione o ciò che può essere descritto solo come incoerente.” 

Tra le falsificazioni c’erano documenti che Wright ha presentato come prova del suo coinvolgimento nella creazione di Bitcoin, che in seguito si è dimostrato essere stati alterati o fabbricati. 

Il tribunale smentisce le affermazioni di Craig Wright su Satoshi Nakamoto

La sentenza ha evidenziato che, nonostante i tentativi di Wright di apparire tecnologicamente e forense astuto, i tentativi di falsificazione erano dilettanteschi e facilmente riconoscibili dagli esperti.

Significativamente dannosa per il caso di Wright è stata la testimonianza di Stefan Matthews, presidente di nChain Group. Quest’ultimo ha inizialmente sostenuto Wright, ma le dichiarazioni sotto esame hanno rivelato incongruenze e falsità deliberate. 

Il giudice ha sottolineato che mentre Matthews era “più attento nelle sue bugie”, la sua testimonianza alla fine non ha resistito alle prove contrarie presentate dal COPA.

Al contrario, Pieter Wuille, un noto sviluppatore della comunità Bitcoin, ha fornito una testimonianza considerata dal giudice come “il documento più significativo di questo processo.”  

L’esposizione dettagliata di Wuille della cronologia e dei dettagli tecnici dello sviluppo di Bitcoin è stata fondamentale per sfatare le affermazioni di Wright. 

La sua testimonianza, non contestata dalla difesa di Wright, ha fornito informazioni chiare e credibili sul funzionamento tecnico di Bitcoin, in netto contrasto con le narrazioni inventate da Wright.

La corte denuncia Craig Wright per “grave abuso” nel caso Bitcoin

La sentenza ha evidenziato che le false affermazioni del dottor Wright e le sue manovre legali successive costituivano un “grave abuso” del processo della corte, non solo nel Regno Unito ma anche in altre giurisdizioni come la Norvegia. 

Il tribunale ha rinviato le decisioni sulle specifiche del provvedimento ingiuntivo. Con ulteriori udienze programmate per discutere le implicazioni della sentenza e le possibili correzioni ai registri pubblici riguardanti il white paper di Bitcoin e altri documenti.

“Sono pienamente soddisfatto che il dottor Wright abbia mentito alla Corte ampiamente e ripetutamente. La maggior parte delle sue menzogne riguardavano il documento che aveva falsificato e che pretendeva di sostenere la sua affermazione. Tutte le sue bugie e i suoi documenti falsi erano a sostegno della sua più grande bugia: la sua affermazione di essere Satoshi Nakamoto.” 

La comunità crypto ha seguito il caso con vivo interesse, date le sue potenziali implicazioni per la percezione dell’origine di Bitcoin e l’integrità dei suoi documenti fondamentali. 

BitMEX Research, in una dichiarazione, ha evidenziato le considerazioni legali in corso sull’accessibilità del whitepaper di Bitcoin su piattaforme come Bitcoin.org, osservando che le future sentenze potrebbero chiarire ulteriormente questi aspetti.

In una nota umoristica a margine, BitMEX Research ha osservato: 

“La prova ‘chiave’ di Danielle DeMorgan, la sorella minore di Wright, era che CSW ‘si era vestito da ninja nel parco locale’. Questo non dava alcun credito all’affermazione del dottor Wright di essere Satoshi: “Chi l’avrebbe mai detto??”

Alessia Pannone
Alessia Pannone
Laureata in scienze della comunicazione e attualmente studentessa del corso di laurea magistrale in editoria e scrittura. Scrittrice di articoli in ottica SEO, con cura per l’indicizzazione nei motori di ricerca, in totale o parziale autonomia.
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