Ormai tutti sono a conoscenza dei limiti di scalabilità e interoperabilità della blockchain di Ethereum, che ad ogni picco di bull market finiscono per danneggiare l’esperienza utente.
Lo sviluppo del panorama delle catene L2, costruiti sopra il L1 principale, sta risolvendo in parte questi problemi offrendo blockspace ad un costo contenuto.
Tuttavia, la presenza sempre più massiccia di queste reti di secondo livello crea danni a livello di frammentazione della liquidità, rendendo l’ecosistema crittografico sempre più dispersivo.
Il futuro della blockchain di Ethereum dipende sicuramente dalle reti L2, ma queste devono necessariamente concentrarsi nell’aumentare l’interoperabilità reciproca.
Vediamo tutto nei dettagli di seguito.
Summary
I problemi di scalabilità della blockchain di Ethereum: il futuro dipende dai L2
L’avvento della blockchain di Ethereum nel luglio 2015 ha rivoluzionato completamente il panorama degli asset digitali introducendo un layer molto più sofisticato rispetto a Bitcoin.
Negli anni Ethereum ha alimentato migliaia di protocolli crittografici grazie alla possibilità di implementazione di smart contract, innovando completamente l’industria crittografica.
Tuttavia, a distanza di 9 anni dal suo debutto sul mercato, questa catena L1 continua a fare i conti con il suo tallone d’achille principale: la scalabilità.
Infatti, nonostante Ethereum sia una blockchain programmabile ad alta interoperabilità grazie alla sua natura EVM, non nutre di un grande throughput per le transazioni.
Questo è un limite molto grande poiché impedisce alla blockchain di sostenere una grande quantità di traffico, e rende il suo costo di utilizzo insostenibile.
Specialmente nei cicli di bull market, dove l’attenzione per le criptovalute è maggiore, Ethereum spesso richiede commissioni enormi per poter eseguire transazioni.
Come possiamo notare nel seguente grafico di Etherscan, il costo di utilizzo della catena, denominato in gergo “gas“, ha spesso raggiunto picchi sopra i 200 gwei.
Ricordiamo che gwei è l’unità di misura del costo del gas: 1 gwei corrisponde a 0,000000001 Ether.
Se osserviamo bene questo grafico ci accorgiamo come negli ultimi due anni la situazione lato gas price su Ethereum si è ridimensionata leggermente.
La forte espansione delle catena L2 ha infatti aiutato il layer principale a distribuire il traffico su più blockspace, limitando code e alte commissioni.
Soprattutto dal 2023 in poi, la crescita di nuove reti di secondo livello ha permesso di aumentare complessivamente la scalabilità dell’ecosistema crittografico, consumando parallelamente meno gas.
Le richieste di settlement sul L1 di Ethereum sono cresciute esponenzialmente a metà del secondo anno, quando la moda del L2 ha raggiunto livelli incredibili.
Secondo la classifica di Coingecko attualmente ci sono ben 46 soluzioni L2 differenti, per un TVL di 40 miliardi di dollari.
Vitalik vuole rendere Ethereum una catena ZK-EVM
Molta attenzione per il settore dei L2 di Ethereum è canalizzata verso quelle reti del tipo Zk-EVM, che implementano le cosiddette “zero-knowledge proofs”.
Sebbene questo sia un tema in realtà parecchio datato, solo negli ultimi anni è diventato popolare nello spazio blockchain.
Oggi la maggior parte dei L2 sviluppati su Ethereum sono dei rollup (optimistic o zk) che spostano il peso dell’elaborazione dati fuori catena inviando batch di verifica al L1.
Visto il successo di questa tecnologia crittografica, lo stesso Vitalik Buterin ha pensato qualche mese fa di rendere Ethereum una catena Zk-EVM.
Di fatto con un aggiornamento potrebbe rendere questa caratteristica “built-in“, permettendo anche sul livello di esecuzione l’integrazione delle prove computazionali ZK-SNARKs.
Questo renderebbe la rete principale molto più scalabile di quanto lo sia in questo momento, capace tra l’altro di validare transazioni con massimo focus lato privacy.
L’idea di Vitalik, per quanto geniale ed ambiziosa, prevede dei cambiamenti strutturali molto complessi.
Ad esempio, una modifica della regola che propone richiederebbe l’aggiunta di una radice pre-stato e una radice post-stato a ciascun blocco che entra nel livello di consenso.
Ciò significa che ogni blocco ottiene un tipo speciale di prova crittografica che mostra che le transazioni nel blocco sono valide e quindi aggiorna correttamente lo stato della blockchain.
Un’altra soluzione richiederebbe la separazione di parti differenti dell’esecuzione blocchi, introducendo il calcolo tramite GPU per le validare le prove ZK-SNARKS.
Questo renderebbe Ethereum una catena “ibrida” dove il consenso rimane sulla PoS e l’esecuzione delle prove crittografiche viene alimentata da PoW.
Complessivamente, tutte queste possibili implementazioni richiedono grandi compromessi alla blockchain di Ethereum.
Al momento non è stata presa ancora nessuna decisione: la sfida dei prossimi anni sarà incentrata sul rendere la catena più scalabile, mantenendo snella la struttura del codice.
Frammentazione della liquidità e interoperabilità dei L2 della blockchain di Ethereum
Per ora la presenza dei L2 risolve una parte sostanziale della scalabilità della blockchain di Ethereum, rendendo non strettamente necessario un aggiornamento ZK-EVM sul L1.
La grande quantità di reti di secondo livello sembra essere al momento sufficiente per alimentare tutte le richieste di blockspace avanzate dalla community.
Fermo restando che in futuro sarà necessario migliorare il livello di throughput, adesso i L2 sembrano un ottimo compromesso per non complicare troppo il codice di Ethereum.
L’unico problema a cui va assolutamente trovato rimedio, riguarda la frammentazione della liquidità sui vari L2, che spesso agiscono come singoli agenti.
Molti rollup operano infatti isolatamente senza interoperabilità, rendendo complesso il passaggio di fondi da una catena all’altra senza passare per il layer principale.
Ad esempio, le catene ZK Stack sono interoperabili solo con altre catene ZK Stack. Poi, anche all’interno di un singolo ecosistema, le implementazioni tecnologiche, le integrazioni di portafogli e le interfacce utente sono ancora in una fase molto precoce.
Circa 40 miliardi di dollari, secondo i dati di L2 Beat, sono frammentati su più di 50 blockchain L2 differenti.
Per affrontare il problema della frammentazione, gli utenti finali e gli sviluppatori devono essere in grado di scambiare informazioni sui cripto-asset tra L2 in modo economico e rapido, senza dover fermare l’Ethereum L1.
Questa rimane una delle principali sfide che Vitalik ed il suo team devono affrontare al più presto se si vuole rendere Ethereum un ambiente ad alta interoperabilità.
Un’elevata interoperabilità richiederebbe che tutti gli asset sui L2 possano essere spostati liberamente in qualsiasi rete ed applicazione decentralizzata dell’ecosistema.
Questo porterebbe un’efficienza della liquidità senza precedenti, tale da sostenere l’espansione del settore blockchain nel suo complesso.