Negli ultimi 7 giorni il prezzo di Bitcoin è salito del 4,61% mentre Ethereum ha visto un rialzo limitato allo 0,34%, in un contesto in cui l’analisi macro evidenzia forte incertezza per il futuro a breve termine dei mercati.
Gli investitori sembrano preferire asset meno rischiosi delle crypto in questo momento, come obbligazioni o azioni, sulla scia dei timori di una recessione statunitense
Nonostante ciò le prospettive future di tagli della FED e l’ampia disponibilità di liquidità delle grandi società tech lasciano pensare a possibili rally in vista.
Analizziamo la situazione di seguito dando un’occhiata anche ai dati derivati ed all’andamento dei prezzi per Bitcoin ed Ethereum.
Summary
Incertezza economica USA: tendenze contrastanti per Bitcoin
L’incertezza sembra essere il termine che descrive meglio l’attuale situazione d’analisi macroeconomica dei mercati, mentre il prezzo di azioni, Bitcoin ed Ethereum si muove in maniera indipendente per ogni tipologia di asset.
Attualmente gli indicatori macro suggeriscono che gli operatori si stanno allontanando sempre più dalle posizioni in contanti, riflettendo un marcato interesse per strumenti poco rischiosi. Nonostante il calo dei rendimenti dei titoli del Tesoro USA, la domanda per prodotti tradizionalmente sicuri non è andata scemando e gli investitori sono fiduciosi sulla prossima mossa della FED.
Nel frattempo l’S&P 500 segna una crescita del 9,5% nelle ultime 3 settimane, recuperando il recente dump dei mercati e tornando ad una distanza dell’1% circa dal massimo storico.
Bitcoin ed Ethereum si muovono invece sotto tendenze fortemente contrastanti. Complessivamente l’analisi grafica lascia pensare ad un fase di accumulazione e ranging, mentre i timori di una recessione in USA evidenziano la fragilità dei crypto assets.
Le due monete digitali si trovano sospesi nel limbo, con le azioni che offrono maggiori guadagni e bond che risultano più appetibili e sicuri.
Fonte: https://it.tradingview.com/chart/1hwwyywT/?symbol=SP%3ASPX
Soprattutto per Bitcoin, appare difficile farsi un’idea dei possibili movimenti di prezzo a breve termine, con il calendario USA che segna eventi molto importanti all’orizzonte.
Il 18 settembre è attesa una delle riunione della FED più importanti dell’anno, dove ci si aspetta un taglio dei tassi d’interesse di almeno 50 punti base.
Inoltre è da segnalare come l’ampia posizione in liquidità delle società tecnologiche statunitensi potrebbe fare da benzina per la moneta crittografica se queste torneranno a fare acquisti sui mercati speculativi.
Ricordiamo a tal proposito che Berkshire Hataway del miliardario Warren Buffet detiene un record di posizioni cash pari a 277 miliardi di dollari.
Nel frattempo l’indice del dollaro USA (DXY) precipita al suo livello più basso da dicembre 2023, senza innescare alcuna spinta su prezzo di Bitcoin.
Solitamente la debolezza del dollaro è correlata ad una crescita della criptovaluta, proprio poiché la peculiarità di Bitcoin risiede nelle sue capacità di pagamenti indipendenti a sfavore della tradizionale alternativa fiat.
Ad ogni modo recentemente la correlazione inversa tra i due assets si sta gradualmente indebolendo, complicando ulteriormente il quadro.
Fonte: https://it.tradingview.com/chart/1hwwyywT/?symbol=SP%3ASPX
Uno sguardo ai mercati derivati per Bitcoin ed Ethereum
Anche l’analisi dei dati derivati per Bitcoin ed Ethereum non offrono spunti di prezzo su cui basarsi, ed anzi, contribuiscono ad innalzare l’incertezza nel breve termine.
Attualmente infatti i prezzi dei futures BTC ed ETH sono negoziati con un premio annualizzato inferiore alla tipica quotazioni di questi strumenti.
Solitamente i futures mensili dovrebbero essere scambiati con una differenza positiva rispetto alle borse spot compresa tra il 5% e il 10%.
Tuttavia, in un territorio neutro come questo, lo squilibrio dei prezzi è sceso drasticamente sotto al 6%, livello più basso dal 2023, evidenziando un’attenzione debole per gli acquirenti a leva. Questo è un netto contrasto con la fine di luglio, quando il premio ha superato il 10% quando il prezzo di Bitcoin è salito sopra 68.000 dollari.
Allo stesso tempo il funding rate ed open interest dei futures Bitcoin ed Ethereum restano comunque in un terreno positivo per l’andamento dei prezzi.
I tassi di finanziamento sono positivi mentre la somma dei contratti aperti rimane vicina ad uno dei livelli più alti del 2024. Riflettendo così una base solida di contrattazioni.
Per quanto riguarda invece il mercato delle opzioni, lo squilibrio dei contratti call e put è a favore di un rialzo imminente per entrambi gli assets.
Le opzioni BTC ed ETH su Deribit, con scadenza in prossimità delle elezioni presidenziali USA; riflettono l’ottimismo degli investitori.
I target di prezzo più attenzionati dalle calls sono rispettivamente gli 80.000 dollari per Bitcoin ed i 4.000 dollari per Ethereum.
In particolare su Ethereum il sentimenti bullish appare più marcato con un totale di contratti call pari a 29,779 contro il totale dei put a 11.321.
Il max pain price è fissato a 3.000 dollari mentre il prezzo più favorevole in data 8 novembre 2024 sembra essere quello dei 4.000 dollari
Fonte:https://www.deribit.com/statistics/ETH/metrics/options
Analisi del prezzo delle crypto BTC ed ETH
Dopo aver introdotto il quadro generale macroeconomico ed aver approfondito la situazione dei derivati, focalizziamoci ora sull’analisi dei prezzi per Bitcoin ed Ethereum.
Come accennato, Bitcoin sembra muoversi leggermente meglio negli ultimi giorni rispetto alla seconda moneta per capitalizzazione di mercato.
Dopo l’ultimo crollo delle quotazioni a fine luglio/inizio agosto, BTC ha recuperato più velocemente parte del terreno perso riportandosi a +25% dalla spike ribassista.
I prezzi rimangono ancora dominati dall’EMA 50 su time frame giornaliero, mentre il macro range 55.000-70.000 tiene in pugno la maggioranza dei traders crittografici.
Prima di poter fare una previsione futura, sarebbe opportuno vedere il grafico rompere uno dei due estremi. Potenzialmente non prima di settembre e con volumi di accompagnamento.
L’andamento di Bitcoin a ridosso delle elezioni presidenziali potrebbe sancire la direzionalità del mercato nell’ultimo trimestre dell’anno.
Ci aspettiamo parecchia volatilità e numerosi tentativi di manipolazione con movimenti fake ed ampie liquidazioni.
Per Ethereum l’analisi dei prezzi è simile a quella di Bitcoin ma con un’accentuazione della condizione ribassista. Anche qui lo scenario più favorevole è quello del ranging tra i 2.300 e i 4.000 dollari. In particolare con la crypto che fatica ad avvicinarsi alla media di questi due valori.
I prezzi rimangono schiacciati anch’essi sotto la EMA 50 daily, ma con maggior pressione da parte degli orsi.
Prima di ipotizzare qualsivoglia movimento per i prossimi mesi, dobbiamo osservare una rottura dei due estremi. Rompendo dunque la noiosità che condiziona i mercati crittografica negli ultimi mesi.
Da sottolineare come sono quasi 2 anni che Ethereum sottoperforma Bitcoin in termini di performance. Probabilmente nei prossimi mesi vedremo un’inversione di questa situazione, in linea con la ciclicità del rapporto tra i due crypto assets.
Attenzione dunque alle prossime mosse di ETH perchè potrebbero stupire anche i traders più esperti del mercato.