Il noto exchange Gemini ha appena rilasciato il suo report “Global State of crypto 2024”, offrendo un prezioso spunto su svariati temi come impatto degli ETF, ownership degli asset crittografici nel mondo e gender gap tra uomini e donne.
Lo studio si basa su un sondaggio condotto da Data Driven Consulting Group ad un campione di 6000 persone tra USA, UK, Francia e Singapore.
I soggetti intervistati tra il 23 maggio e il 28 giugno 2024 hanno un’età compresa tra 18 e 75 anni e presentano un reddito familiare annuale uguale o superiore a 14.000 USD.
Alcune dei dati presi in esame sono stati comparati con quelli di una vecchia indagine svolta da Gemini stessa tra il 23 novembre 2021 e il 4 febbraio 2022.
Tutti i dettagli di seguito.
Summary
Il nuovo report di Gemini “Global State of Crypto 2024”: forte partecipazione in USA grazie agli ETF
Secondo quanto evidenziato nel report “Global State of Crypto 2024”, appena pubblicato dall’exchange Gemini, la partecipazione degli investitori statunitensi sarebbe rimasta stabile negli ultimi due anni.
Dal bear market del 2022 che spazzò via oltre 1,2 miliardi di dollari sul mercato, il numero di proprietari di criptovalute in USA è rimasto invariato al 21%.
Per Gemini, il motivo di questa resilienza è da ricercarsi nel lancio degli ETF spot Bitcoin ad inizio anno.
L’introduzione di uno strumento regolamentato negli Stati Uniti ha infatti introdotto nuovi investitori sul mercato, portando più domanda sul mercato.
Secondo il report quasi due proprietari di criptovalute su cinque (37%) che sono stati intervistati hanno riferito di aver acquistato tramite un ETF.
Più di uno su dieci (13%) possiede crypto esclusivamente tramite un ETF, a dimostrazione del fatto che i suddetti fondi quotati abbiano portato maggiore adozione nel 2024.
Il restante 63% ha comprato monete crittografiche tramite CEX o altri canali decentralizzati.
Il risultato diretto dei nuovi afflussi su Bitcoin è stato il raggiungimento di un nuovo massimo storico a 73,700 dollari per il crypto l’asset.
In merito a questa situazione si è espresso Marshall Beard, COO di Gemini, sottolineando i progressi del settore sul fronte della regolamentazione:
“Gli investitori in criptovalute hanno dimostrato la loro resilienza in numerosi cicli di mercato nel corso degli anni, e l’ultima recessione non ha fatto eccezione.
L’introduzione degli ETF spot sulle criptovalute negli Stati Uniti e i significativi progressi verso una attenta regolamentazione in molte giurisdizioni a livello globale ha posizionato il settore verso una forte crescita”.
Attualmente, secondo il sondaggio, più di un americano su cinque possiede in qualche modo crypto.
Da sottolineare come la maggioranza di questi investitori, come rilevato dal report di Gemini (57%) si senta a suo agio nell’esposizione ad un asset speculativo. Parte dei vecchi proprietari (27%) che nel 2022 hanno abbandonato il mercato per via del crollo dei prezzi, hanno affermato che potrebbero rientrare presto nel mondo crypto.
È evidente come l’interesse per l’industria crittografica negli Stati Uniti sia tornato in modo aggressivo nell’ultimo anno.
Ownership del mondo crypto: le differenze tra i Paesi ed il gender gap tra uomini e donne
Come segnalato nel report di Gemini, mentre i crypto investitori statunitensi sono rimasti invariati dal 2022, è mutata l’ownership mondiale del settore nonché il gender gap partecipativo tra uomini e donne.
In particolare, negli USA sono aumentati in modo significativo i past-owners, mentre sono diminuiti i non-owner, riflettendo la possibilità di un rientro sul mercato.
Nel Regno Unito ed in Francia, a fronte di un lieve aumento dei crypto holder, c’è stata anche qui una fase di transizione dai non-owner ai past-owner.
A Singapore i proprietari di asset digitali sono diminuiti, vedendo crescere parallelamente la quota dei past-owner.
Gemini riporta un’uscita massiccia degli ex-investitori (75% sul totale dei past-owners) in tutti i Paesi più di 6 mesi fa. La maggior parte di questi ha addirittura abbandonato le crypto più di un anno fa.
Più di un investitore in criptovalute su quattro (29%) ha affermato questo il motivo per cui hanno venduto le loro criptovalute è che hanno perso denaro sui loro investimenti.
Il report sottolinea inoltre l’opportunità che molti vecchi partecipanti potrebbero tornare all’operatività nei prossimi mesi, sulla scia di un potenziale mercato rialzista.
Curioso come invece il divario di genere tra uomini e donne nel mondo crypto sia leggermente aumentato dall’ultima indagine di Gemini nel 2022.
Ad oggi complessivamente il 69% dei possessori di criptovalute che si identifica come maschio, mentre il 31% si identifica come donna.
Nel 2022 invece i maschi ammontano al 58% contro il 42% delle donne.
Ad ogni modo, data l’alta percentuale di precedenti proprietari, è probabile che questa tendenza possa variare notevolmente nel corso dell’anno.
Gli Stati Uniti sono il Paese dove il gender gap è più pronunciato, con solo il 28% di “donne crypto” nell’ultimo anno.
La Francia invece ospita la maggior parte delle investitrici crittografiche, con una quota del 35%, purtroppo anch’essa diminuita dal 2022.
A Singapore fino a due anni fa le donne rappresentavano il 54% del totale, crollato al 31% a favore degli uomini.
Gemini e il report sull’approccio all’investimento: le donne tendono maggiormente a hodlare crypto
Anche se, come segnalata dal report di Gemini, le donne sono sempre meno presenti nel settore crypto, è evidente come le stesse abbiano una visione più a lungo termine.
La percentuale di proprietari di asset crittografici che hanno acquistato più di un anno fa è infatti pressoché ovunque più elevata a favore delle donne.
Solo nel Regno Unito i maschi sono stati più conservativi, con una quota del 16% contro quella del genere opposto al 15%. Negli UK è dunque evidente che donne e uomini hanno più o meno le stesse probabilità di conservare crypto a lungo termine.
Invece, in USA, Francia e Singapore le donne sono più propense ad holdare il proprio investimento.
Ciò delinea un comportamento sul mercato del genere femminile più temperato rispetto alla controparte maschile, con meno azioni istintive e scelte non programmate.
In tutto ciò è curioso osservare come nel sondaggio di Gemini, quasi due persone su 3 hanno riferito di aver acquistato crypto per il lungo periodo.
Il restante 30% è tra coloro che nella maggior parte dei casi sono usciti dall’investimento poiché hanno perso denaro dopo qualche mese.
La maggior parte degli investitori vede un potenziale di apprezzamento dei crypto asset in un orizzonte temporale lungo, ma solo pochi di loro hanno acquistato più di un anno fa.
Quasi 2 soggetti su 5 detengono crypto come copertura contro l’inflazione, in un momento storico in cui l’elevato debito pubblico mette a rischio la sovranità delle monete fiat.
Conclusioni: il buon auspicio di Gemini per il futuro del settore crypto
Concludiamo con l’ultimo grafico riportato nel report appena pubblicato da Gemini, in cui oltre a discutere di ownership geografica tra uomini e donne, viene auspicato un anno roseo per il settore crypto.
Nel campione analizzato, complessivamente oltre il 70% degli intervistati ha affermato che potrebbe acquistare nel prossimo anno.
Negli Stati Uniti c’è una tendenza maggiore al ritorno all’investimento, mentre in UK e Francia il desiderio è meno marcato.
Ad ogni modo il report mostra comunque un sentiment positivo tra i 6.000 individui interrogati, con la maggioranza di loro che è bullish per il futuro delle crypto.
Nonostante le varie vicissitudine dell’industria crittografica attraversate nel 2022, stiamo tornando più forti che mai in attesa del prossimo bull market.