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La Consob getta fango gratuitamente su Bitcoin: la bassa comprensione delle criptovalute delle alte cariche in Italia

Ecco l’ennesima pugnalata da parte dell’Italia verso Bitcoin: il Commissario della Consob Federico Cornelli ha invitato i risparmiatori alla massima prudenza sulla crypto.

Sotto il 7° asset più grande al mondo per capitalizzazione, secondo il “cervello” forgiato dal percorso Bocconiano, non ci sarebbe nulla di solido.

Solo speculazione e attività ancora poco regolamentate a cui tutti noi dovremmo porre la massima attenzione per evitare di finire con il cerino in mano.

Tralasciando le chiacchiere, però, Bitcoin risponde con i fatti e segna ulteriori massimi storici a ridosso dei 100.000 dollari, attirando l’attenzione mediatica mondiale.

É evidente che questi fantomatici esperti crypto italiani non riescano a guardare in faccia la realtà.

Commissario della Consob lancia l’allarme su Bitcoin: non c’è nulla di solido sotto

Oltreoceano c’è già chi guarda a Bitcoin come un’opportunità da non lasciarsi scappare. In Italia, invece, c’è chi continua ad essere scettico, come il Commissario Consob Cornelli.

L’illustre membro dell’autorità di vigilanza dei mercati ha sottolineato in una recente intervista del Sole 24 Ore come le criptovalute siano sostanzialmente senza valore.

Ecco quanto riportato testualmente da Cornelli, riprendendo il discorso fatto dal Presidente Consob Savona sui rischi delle cripto-attività:

“Va ricordato, sempre, che questi strumenti sono altamente, altissimamente speculativi: sotto non c’e’ nulla, come ha gia’ detto il presidente Savona, non c’e’ un debitore”.

Il Commissario ha invitato tutti i risparmiatori in Italia a porre massima attenzione su Bitcoin ed altri prodotti speculativi.

Dalle ricerche Consob, è emerso che molti giovani in Italia hanno come asset class preferita proprio Bitcoin ed altre crypto.

Detto così sembra una tragedia per il Bel Paese. Peccato che questi giovani stiano cercando di trovare nuove opportunità di guadagno in un contesto del mercato del lavoro così tossico.

Per non parlare del fatto che ad oggi le criptovalute non sono ancora propriamente regolamentate, nonostante il tempestivo intervento normativo delle istituzioni in Italia.

Cornelli chiude il suo intervento con una provocazione: 

“semmai dovesse succedere qualcosa su questi strumenti, nessuno venga dalle autorità dei dai governi per essere rimborsato”.

Giustamente, risulta oltraggioso chiedere la tutela degli investitori in Italia, soprattutto laddove è stata proposta una tassazione soffocante del 42% sulle plusvalenze.

Insomma, l’Italia pretende ingenti bustarelle sui profitti degli investitori crypto, ma allo stesso tempo non offre nessun servizio capace di sostenere l’innovazione blockchain.

Non possiamo che dire solamente “CHAPEAU” a Cornelli e alla Consob.

I boomer in Italia non si fidano di Bitcoin: ma i numeri parlano chiaro

Lo scetticismo in Italia su Bitcoin non arriva solo dalla Consob, ma in generale dall’intera categoria di boomer che governano questo Paese (allo sbaraglio).

In 14 anni di storia, Bitcoin ha dimostrato in 11 occasioni di essere l’asset più performante al MONDO, sopra i grandi numeri di player come Nvidia, Amazon, Facebook ed Alphabet.

Bitcoin vale oggi quasi 2 trilioni di dollari e rappresenta, come accennato prima, il 7° asset al mondo per capitalizzazione di mercato.

Paragonandola a Ferrari, maggior azienda quotata in Italia, la regina delle crypto è più grande di oltre 26 volte in termini di market cap. 

Ovviamente sotto Bitcoin non c’è proprio nulla. È davvero strano che ogni giorno avvengano scambi per 90 miliardi di dollari in un asset che sottenda il nulla cosmico.

È altresì strano che gli investitori statunitensi, oggettivamente più intelligenti di noi, abbiano reso gli ETF su Bitcoin uno strumento da 105 miliardi di dollari in NAV in appena 1 anno.

Davvero così bizzarro che gli stessi ETF abbiano superato quanto fatto dalle controparti sull’oro nel 2006, registrando una crescita nettamente superiore.

Fonte: https://companiesmarketcap.com/assets-by-market-cap/

Satira a parte, è evidente che i capi boomer italiani non riescano proprio a guardare in faccia alla realtà e ad ammettere la superiorità di Bitcoin.

Non parliamo di ideologie personali, né di pensieri soggettivi, ma di dati che oggettivamente parlano chiaro e vedono Bitcoin come una delle migliori asset class per performance.

Tuttavia, non c’è da stupirsi della cecità di queste persone, le stesse che al giorno d’oggi governano il nostro Paese rendendolo sempre più succube del dominio estero.

Le stesse persone che dal 2008 ad oggi hanno contribuito al calo del PIL, mentre altri Paesi come Germania, Canada e USA spiccano il volo.

Non fatevi ingannare dal solito bullismo mediatico a cui purtroppo Bitcoin è soggetto in Italia.

Per intenderci, il target è chiaro: quelli che pensano che l’unico investimento sensato sia il “mattone”.

Sta a voi ora decidere, a prescindere dalla vostra età, se stare dalla parte di opinioni campate in aria o dei dati reali.

BCE, Consob e Media: tutti contro le criptovalute

A figuracce in Italia ci siamo ormai abituati negli anni, ma quelle fatte da Consob ed altre istituzioni superano di gran lunga tutto il nostro track record.

In passato, l’autorità di vigilanza ha avvisato più e più volte dell’instabilità di Bitcoin, paragonando l’asset alla nota “bolla dei tulipani”.

Ora quelle persone che hanno dato retta ai consigli della Consob, si trovano ad aver perso il treno più facile e redditizio della propria vita.

bitcoin consob italia
Gennaio 2023. Fonte: https://x.com/Bitalians_/status/1618995344477667330/photo/1

Anche la BCE, nota istituzione europea, ha invitato Italia e vicini a non investire in Bitcoin, viste la sua forte componente volatile.

A dicembre 2022, proprio mentre Bitcoin toccava il bottom a 15.000 dollari, la banca centrale europea segnalava l’avvento del cosiddetto “ultimo atto del Bitcoin”.

Oggi, quell’affermazione che lasciava intendere un crash fino all’azzeramento del valore, sembra proprio invecchiata male.

Fonte: https://www.ecb.europa.eu/press/blog/date/2022/html/ecb.blog221130~5301eecd19.en.html

L’antipatia verso Bitcoin in Italia non arriva, però, solo da enti professionali (per fortuna), ma anche da personaggi dello spettacolo come Fiorello ed Eleazaro Rossi.

I due comici, che hanno espresso la loro opinione su BTC e crypto, sono stati ovviamente castigati dal tempo.

Il mitico Eleazaro parlava di criptovalute in correlazione a fate e situazioni mistiche lontane dalla realtà. Oggi, la realtà è che Bitcoin vale 1000 volte l’azienda che paga lo stipendio ad Eleazaro (Mediaset). Chi ha saputo distinguere la scarsa comicità dagli investimenti, ora si trova in uno dei migliori scenari fiabeschi per i profitti che ha realizzato.

Il grande Fiorello, invece, in uno dei suoi show “Made in italy” parlava di Bitcoin come una cosa che: “oggi sta a 40 mila ma domani potrebbe valere 3 euro”.

Caro fiorello, da 3 euro a 100.000 dollari, però, ci passa un bel mare di mezzo!

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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