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Le leggende metropolitane più diffuse del mondo crypto e blockchain

Le crypto e la tecnologia blockchain sono temi sempre più discussi e affascinanti, tuttavia da anni continuano a circolare in rete diverse leggende metropolitane legate a questi mondi.

In questo articolo cerchiamo di sfatare i miti più conosciuti, esplorando alcune delle concezioni comuni errate e fornendo una spiegazione a riguardo.

Vediamo tutto nei dettagli di seguito.

La più grande leggenda metropolitana sulle crypto: Bitcoin è una bolla speculativa destinata a scoppiare

Ovviamente la leggenda metropolitana più famosa del mondo crypto riguarda Bitcoin e l’andamento del suo valore finanziario.

Molti tra i non addetti ai lavori credono infatti che Bitcoin sia una bolla speculativa pronta a scoppiare da un momento all’altro.

Secondo questa teoria, il prezzo della maggiore moneta del mercato sarebbe succube di una forte manipolazione, destinato a crollare a zero.

Addirittura c’è chi paragona la storia di Bitcoin con la bolla dei tulipani del 1636, indicando la crypto come una moda passeggera con vita breve.

Questa tesi è supportata dalle idee secondo cui vi è una volatilità estrema dei prezzi ed una mancanza di valore intrinseco a giustificare l’attuale quotazione.

In realtà però Bitcoin ha dimostrato già in diverse occasioni di essere un vero e proprio asset finanziario da investimento, e non una bolla momentanea.

A differenza dei tulipani di Harleem, qui c’è uno storico ben più ampio che parte dal 2009 fino ai giorni nostri.

Più volte il prezzo di Bitcoin è sceso drasticamente, a causa della forte componente speculativa, ma non è mai sceso a zero né tantomeno si è avvicinato dal farlo.

Come in molti ormai sanno, il suo andamento rientra all’interno di grandi cicli di mercato della durata di 4 anni.

Ad ogni ciclo Bitcoin raggiunge un nuovo massimo storico, e un minimo più alto di quello precedente, evidenziando una traiettoria rialzista sul lungo periodo.

Il grafico mensile logaritmico parla da solo.

Fonte: https://it.tradingview.com/chart/1hwwyywT/?symbol=BITSTAMP%3ABTCUSDT

Le crypto sono utilizzate solo per attività illegali

La seconda leggenda metropolitana più conosciuta si basa sulla credenza che le crypto siano utilizzate principalmente per attività di tipo illecite.

Agli albori dell’espansione di questa tecnologia, nel lontano 2011, non potevamo controbattere a questa affermazione.

Infatti durante il boom del mercato nero Silk Road, Bitcoin era fortemente impegnato come moneta di scambio all’interno del circuito nero.

Si stima che almeno la metà di tutti i BTC esistenti siano passati per il Silk Road, contribuendo notevolmente alla sua popolarità nel mondo del web.

Ad oggi però le cose sono cambiate notevolmente: l’inasprimento delle regolamentazioni locali e internazionali, nonché l’evoluzione dei sistemi di tracking su blockchain, hanno contribuito a rendere questo settore molto più pulito.

Ancora si vedono utilizzi impropri delle crypto, con organizzazioni criminali che le impiegano per scopi illeciti, ma parliamo di una piccolissima percentuale di tutte le partecipazioni.

La maggior parte dei crypto exchange, così come tutti i servizi crittografici centralizzati, richiedono ora una verifica KYC con i dati personali degli utenti, tali da disincentivare l’impiego criminale.

Le cose non sono più così semplici come nel 2011: grandi aziende, enti governativi e istituzioni finanziarie stanno adottando le criptovalute per la loro trasparenza e sicurezza.

 Le crypto sono completamente anonime

Un’altra leggenda metropolitana che va di pari passo con quella precedente rappresenta l’errata concezione secondo cui le crypto sono completamente anonime.

In molti sostengono che le criptovalute siano un asset in grado di offrire un elevato livello di privacy, nascondendo l’identità di chi le utilizza.

Purtroppo però si tratta solo di un grosso malinteso: la tecnologia blockchain è completamente aperta e trasparente, lasciando impresso nei suoi registri tutto ciò che accade nel mondo virtuale.

Qualsiasi persona può consultare la blockchain per trovare vecchie transazioni in crypto e risalire, quantomeno in parte, alla loro esistenza iniziale.

Le criptovalute come Bitcoin sono infatti “pseudo anonime“: ciò significa che, sebbene non siano collegate a identità reali, possono essere tracciate e collegate a persone attraverso indagini approfondite.

Non è un caso infatti se quando succedono grandi scandali nel mondo crypto, come furti miliardari o grosse attività di riciclaggio, le autorità vigilanti riescono quasi sempre ad identificare i responsabili grazie all’ausilio della blockchain.

Ci sono in realtà monete completamente anonime, come Monero e Zcash, ma vengono sempre di più escluse dal resto del mercato visto le possibili implicazioni negative.

 Il mining di criptovalute consuma troppa energia ed è fortemente inquinante

Anche questa è una leggenda metropolitana di cui si sente molto parlare, spesso anche al telegiornale da parte di persone poco colte a riguardo.

Molte persone sostengono che il crypto mining, ovvero l’attività di estrazione digitale tramite l’impiego di potenza di calcolo, sia insostenibile a livello di energia.

Nonostante una parte di questa idea comune sia vera, visto e considerando che solo il mining di Bitcoin richiede un consumo di 87 TWh all’anno, ci sono dei fattori che non vengono mai considerati.

In primis quello che molte operazioni di mining stanno adottando fonti di energia rinnovabile e soluzioni più efficienti dal punto di vista energetico.

Questo scenario andrà sempre di più per un’espansione, visto che i miners trovano un vantaggio di tipo economico ( teoria dei giochi) ad impiegare fonti green.

Inoltre tecnologie emergenti come il proof-of-stake, sempre più attuali, cercano di ridurre l’impatto ambientale rispetto ai tradizionali metodi di mining come il proof-of-work.

Infine dobbiamo far presente che, anche a fronte di miglioramenti e fonti di energia rinnovabili, il mining è un’attività essenziale per questo settore e non uno spreco.

Parlare di spreco, quando si impegnano risorse energetiche per raggiungere un consenso distribuito all’interno di un network mondiale dove girano miliardi di dollari, è inappropriato.

Bitcoin permette a chiunque di poter scambiare liberamente denaro e partecipare alla libertà finanziaria, dunque le andrebbe corrisposto l’impiego energetico che merita.

Le criptovalute sono senza valore intrinseco ed esistono solo per speculazione

L’ultima leggenda metropolitana di cui parleremo in questo articolo riguarda l’idea secondo cui le crypto siano prive di valore intrinseco ed utilizzate solo in ambito speculativo.

Gran parte dei detrattori di questo settore dicono ripetutamente che le monete digitali non hanno un uso reale al di fuori del trading, e che il loro valore è artificialmente gonfiato.

La verità è che le criptovalute ottengono il loro valore dalla domanda e dall’offerta, come qualsiasi altra valuta o asset.

Inoltre, la tecnologia sottostante e le applicazioni pratiche della blockchain contribuiscono al valore delle criptovalute.

Se in passato gli usi potevano essere limitanti, nel 2025 troviamo una marea di impieghi dove le crypto possono trovare una loro applicazione.

Giusto per citare qualche uso reale: RWA, DeFi, stablecoin, gaming, arte digitale, identità decentralizzata, agenti AI.

Ovviamente la speculazione rimane un fattore fondamentale per l’esistenza di questa industria, contribuendo notevolmente alla crescita dell’interesse mainstream.

Grazie alla speculazione di solito gli utenti scoprono il mondo crypto, per poi finire per innamorarsene scoprendo un universo ancora inesplorato.

Infine, ricordiamo che siamo solo agli inizi di una rivoluzione digitale che deve ancora prendere il sopravvento sul mondo di tutti i giorni, e presto verranno sicuramente implementati nuovi casi d’uso.

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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