Oggi è l’anniversario di Monero (XMR): ben 6 anni fa, infatti, il 18 aprile 2014, nasceva il progetto incentrato sulla privacy per avere una crypto completamente sicura da occhi indiscreti senza sacrificare la decentralizzazione e la scalabilità.
Ripercorriamo così la storia che riguarda questa blockchain e i suoi esponenti come Riccardo Spagni.
Il progetto, inizialmente chiamato BitMonero, fu poi sostituito con Monero che in esperanto vuol dire appunto valuta. Inizialmente prese vita da un fork di Bytecoin, di cui ne cambiava alcuni aspetti come il tempo del blocco e il premio.
A quel punto, grazie ad un gruppo di utenti guidati da Johnny Mnemonic, si iniziò a dar vita a questa crypto dal futuro promettente.
Considerando che la caratteristica fondamentale di questa coin è la privacy con l’impossibilità di vedere le transazioni e il saldo di un indirizzo, Monero riuscì ad esplodere appena 2 anni dopo e fu la più grande crypto in termini di volumi nel 2016.
Ovviamente una crypto che ha queste caratteristiche non poteva sfuggire ai criminali che spesso prediligono questa crypto proprio per le sue caratteristiche di anonimato. Infatti, i principali attacchi informatici sfruttano questa crypto per minare sui terminali delle vittime, anche grazie a foto, audio e cryptojacker.
Inoltre, per esempio, sulle due piattaforme del mercato nero AlphaBay e Hansa Market – in seguito chiuse dalla polizia – XMR era la crypto più usata.
Nel corso degli anni Monero ha sempre continuato a migliorare il suo protocollo aggiungendo le transazioni confidenziali e migliorando la sua ring Signature e lanciando il progetto Dandelion++.
Inoltre, di recente, HTC Exodus ha annunciato la possibilità di minare la crypto sul suo smartphone blockchain.
Tra l’altro, in questo inizio 2020, le privacy coin tra cui Monero stanno segnando le migliori performance da un punto di vista di trading con rialzi superiori al 20%.