Ethereum Classic (ETC) ha annunciato un imminente fork, chiamato Agharta.
L’hard fork avverrà il 12 gennaio 2020 e si tratterà di un aggiornamento del protocollo di Ethereum Classic che non darà origine a sdoppiamenti della catena o alla nascita di nuove criptovalute.
Infatti, non c’è alcun gruppo all’interno dell’ecosistema ETC che si oppone a questo aggiornamento, che di fatto risulta essere solamente un aggiornamento di routine del protocollo.
Gli operatori dei nodi però dovranno giocoforza aggiornare i loro software, perché le vecchie versioni non saranno più compatibili con il nuovo protocollo aggiornato.
Agharta di fatto aggiunge al protocollo di ETC i codici operativi del fork Constantinople di ETH, tra cui il codice operativo CREATE2 che consente l’utilizzo di molte implementazioni in precedenza non possibili su ETC, tra cui i canali di stato.
Tuttavia, come visibile sulla dashboard creata appositamente per monitorare l’aggiornamento del protocollo, la maggior parte dei nodi a pochi giorni dal fork non è ancora pronta, visto che non ha ancora aggiornato il software in uso.
Il 45% dei nodi però è già aggiornato e nel corso dei prossimi giorni molto probabilmente il numero di nodi aggiornati supererà quello dei nodi non aggiornati.
Lo stesso discorso vale anche per gli exchange: fino ad ora solo tre hanno già fatto sapere di supportare il fork:
- Bitflyer,
- Coinbase,
- KuCoin.
Altri probabilmente seguiranno nei prossimi giorni.
Inoltre, il fondatore di ETC Labs, James Wo, ha dichiarato che Ethereum Classic resterà fedele al protocollo di consenso Proof-of-Work, e che a differenza di ETH non c’è in programma di passare a Proof-of-Stake.
Il motivo di tale scelta sta nello scetticismo rispetto a PoS espresso da Wo, secondo cui PoW garantisce alla blockchain di essere completamente decentralizzata, mentre PoS potrebbe consentire a qualcuno di accumulare potenzialmente più del 50% dell’offerta, rendendo così la blockchain più centralizzata.